giovedì 30 settembre 2010

Somewhere

  •  Cinema Royal di Trapani
    Via Giovanni Battista Fardella, 116 Telefono: 092 329 221


Nell'esprimere un'opinione su un film bisognerebbe sempre tenere conto del tempo che abbiamo impegnato nella visione e di come quel tempo si sia passato.
Somewhere è noioso e senza brio ad iniziare dai due protagonisti, un redidivo Stephen Dorf, di cui si ricorda solo la performance come Beatles sfigato e perduto e Elle Fanning, sorella minore dell'ormai cresciuta Dakota che altrimenti si sarebbe accaparrata il ruolo...
Sono fantastiche queste famiglie americane che sfornano intere generazioni di mini divi con la data di scadenza adolescenziale da sostituire all'abbisogna!
Lo spunto è presto detto: divo privo di senso ultimo si trascina (ma nemmeno poi troppo) in una routine di superficialità. Gli capita tra capo e collo la figlia, vanno in Italia a ritirare un premio, l'accompagna al campeggio e e ne va non si sa dove.
Emozioni raggelate e meglio ancora non pervenute, non generate, manca l'"inception" dello stato emotivo.
Non scopriamo nulla, non ci sono sviluppi, rivelazioni, non c'è nulla di nulla.
Un arco di tempo in cui si susseguono degli avvenimenti di nessun interesse durante i quali la Coppola ne approfitta per indugiare con la telecamera sulla ragazzina bionda, cogliendone, rapita, ogni spontaneità.
Alla bambina andrebbe insegnata l'educazione che non si sta con i piedi sul divano ma del resto si capisce che, tra la madre e il padre, non deve aver ricevuto grandi stimoli.
La parentesi italiana è un siparietto indecente e inaccettabile in cui la necessità di dar da mangiare ad un manipolo di macchiette nostrane si comcretizza in un circo di periferia.
Quello che spiace è che la partecipazione seppur fortuita ad un film del genere leggittima la dicitura di "attore/attrice" a personaggi come Simona Ventura, Valeria Marini, Giorgia Surina ecc.
Somewhere ha vinto a Venezia. Ci si chiedeva il perché.... Beh... un festival del cinema fatto da cineasti per i cineasti... come non dar seguito alla pippa mentale registica così incoraggiata da uno dei suoi più grandi teorici e sostenitori: Mr. Quentin Tarantino.
Cosa ci si poteva aspettare di diverso?
Che ci fosse una storia? Una sceneggiatura addirittura? Una grande prova attoriale?
Ma scherziamo?
Vuoi mettere come è più comoda e discreta la pippa?

tel 092327465

martedì 28 settembre 2010

Inception

  • Trapani, Cinema Diana, Via dei Mille.
  • Il cinefilante in vacanza sicula Vi prospetta ben 4 stroncature di cui Inception e solo la prima... seguiranno Somewhere, La passione (ohibò!), L'ultimo dominatore dell'aria.
  • Rimanete sintonizzati! 


Il sogno è materia delicata, impalpabile eppur possente nella sua capacità di ri/sorgere dai meandri più oscuri della nostra essenza portando con sé dubbi e certezze più reali che nello stato di veglia.
Argomento affascinante, immenso e dalle infinite spire che Nolan aggredisce esclusivamente dal punto di vista tecnico, senza minimamente penetrare il mistero della dimensione onirica.

Inception arriva sugli schermi corredato da un manualetto esplicativo dei vari livelli, ad uso e consumo dello spettatore  medio... Colui che concepisce il fantastico  solo come inseguimento rocambolesco o esplosione apocalittica....
Lo spettatore da centro commerciale, con il secchiello maxi di pop-corn e il cellulare rigorosamente acceso durante la proiezione.
Ebbene questo spettatore sarà soddisfatto, ritroverà tutto ciò che ha visto negli ultimi 10 anni, ad iniziare dall'insuperato Matrix con tutte le successive involuzioni.
Non c'è teoria in Inception, non c'è dubbio, non c'è INCEPTION... Ed è pure mendace perché vuole farci credere che per instillare un'idea sia necessario penetrare tre (o quattro) livelli di sogno, quando invece basta passare un paio d'ore al giorno davanti alla TV.
Cast arraffazzonato e per lo più già dimenticato...

Di Caprio insiste nel mal riuscito tentativo di dimostrare l'età che ha... Juno, peggio mi sento, è una nana che difficilmente potrà interpretare ruoli da adulta... Tutti gli altri ridotti a camei di nessuna importanza.
Grande occasione mancata ma soprattutto grande mistificazione del genere.
Spogliato totalmente del fantastico in realtà Inception si spaccia per tale.
Allora Mr. Nobody è un capolavoro e forse la sua colpa è solo quella di non avere il manualetto....

Abbianmento ad un luogo... San Giuliano, bella spiaggia trapanese dove c'è il chiosco di Nino, ex campione di palla a mano e punto di riferimento della movida marina estiva. Saprà deliziarvi con i suoi panini i suoi cocktail ma soprattutto con la sua simpatia e il suo straripante entusiasmo!

domenica 19 settembre 2010

L'americano

 

  • Cinema Admiral di PIazza Verbano, in sala poche file dietro di noi dopo dieci minuti di film si sente un'esclamazione: "Ahhhh ma questo è George Clooney!"...
    Bravo! L'hai riconosciuto!


Un killer americano deve sparire per qualche tempo… in genere in questi casi si va in Messico ma lui no, va in Abruzzo. Il killer, silenzioso e carico di un passato dove non c’è spazio per la necessità dei sentimenti, è George Clooney, un fico della Madonna che è come il vino bono, invecchiando migliora. In uno scenario molto anni Settanta, dove si usano le cabine telefoniche e invece dei fucili elettronici si recuperà la manualità del costruttore d’armi artigiano, il testimonial del Nespresso se ne va in giro con una macchina scacciafighe e diventa amico dell’invadente parroco del paese.
Tra vicoli quasi scavati nella pietra e la tundra abruzzese il regista si concede riprese aeree di tornanti montani, quasi a voler delineare le geometrie dell’animo. E dopo questa frase molto poetica e sentita mi dedico a demolire (qualora ce ne fosse bisogno) questo film costruito sull’incongruenza e sul broncio di George.
Dopo una scena di apertura che lascia senza fiato, oltre che ben sperare, la storia si appiattisce ma soprattutto se ne va per conto suo senza tener conto che, al di qua dello schermo, possa esserci un essere pensante. A poco serve la presenza della bella Violante Placido nella parte di una mignotta sognatrice in costante esposizione di tette.
Verso la fine poi il film si sbraca totalmente, vien voglia di chiedersi come sia possibile aver imbastito un tale amba aradam co tutti sti killer che si ammazzano tra di loro...
Pure il povero George fa una brutta fine, ma questo si lo si intuiva dall’inizio….
Insomma l’americano è tutto qua…
Certo che almeno si potevano impegnare un po’ di più per rilanciare un po’ questa regione e fare un’operazione tipo “In Bruges”, che almeno a me mi ha fatto venire voglia di farci un salto… Invece st’Abruzzo risulta uno scenario come tanti altri.
Il bel fico George che è pure produttore vorrebbe fare il Lino Ventura del nuovo millennio ma forse gli manca il back –ground storico, culturale e sociale. È molto meglio come uomo degli ammicchi dal sorriso sornione e comunque è penalizzato da una sceneggiatura a tratti imbarazzante. Assoutamente un film da perdere, meglio andarsi a fare una gita in Abruzzo!

Va da sé che vi propongo un abbinamento ad un luogo... in Abruzzo che, confesso, per me resta sempre Abbruzzo perché a Roma si dice così... da tanti anni (oltre trenta) frequento quel bel paesino che è Tagliacozzo, con la Roma L'Aqiola ci si arriva in un'ora scarsa. La bella pizza dell'Obelisco, Il Monastero di San Francesco, il Palazzo Ducale e il celebre monastero delle suore di clausura che vendono dei dolcetti fantastici!  Sul fondo della piazza il ristorante la Posta Vecchia, bello e buono!