venerdì 27 aprile 2012

Impardonnables



Rendez-vous Appuntamento con il cinema francese 2012
Sabato 21 aprile 2012 Casa del Cinema ore 17




La Casa del Cinema a Villa Borghese è una sede veramente carina e finalmente la usano per qualcosa di concreto. Quando la aprirono mia zia mi regalò anche la tessera e in un anno non riuscirono ad organizzare nulla di nulla. Provai ad andarci di persona e la tizia mi disse con aria sconfortata "Qui stiamo per chiudere... non si sa che fine facciamo". Insomma una vera tristezza questo progetto veltroniano così abbandonato senza vergogna. E' stata quindi una bella sopresa poter andarci nell'ambito di Rendez-vous, Appuntamento con il nuovo cinema francese, a vedere l'ultimo film di Techinè.
In sala sono presenti Adriana Asti, Carol Bouquet e il giovane attore italiano Mauro Conte al suo promettente debutto.
Mi concentro su Carol Bouquet, icona del cinema francese ma per me motivo di curiosità soprattutto perché compagna di Gerard Depardieu dal 1997 al 2005. Otto anni.... secondo me c'è da diventare matte a stare dietro ad uno come Deapardieu per ben otto anni.
Bellissima, algida, sicuramente ritoccata ma ritoccata bene, alta, magra ma ben tornita con un semplicissimo tubino nero che sottolinea le braccia toniche, Carol Bouquet è a suo agio in sala e prende la parola con un disinvolto savoir faire. E' stato bello lavorare con Techinè.... è un grande regista, un'artista e, insomma, tutte le cose che generalmente si dicono in queste occasioni ufficiali.
Poi, a poco a poco, Carol si mette tranquilla, si lascia andare e cominciano uscire le indiscrezioni... Techiné che ha paura di prendere l'aereo, che non prende nemmeno il treno e che se deve prendere la macchina calcola tutto il percorso e lo affronta solo se è certo di non dover attraversare un tunnel. Techinè che ti fa ripetere una scena 50 volte, che non lascia spazio agli attori.... Ogni mattina controlla il girato, lo guarda, lo riguarda e commenta: "mmmhhh ma è noioso...." e la Bouquet "Andrè... l'hai scritto tu, l'hai girato tu...." come per dire "fatti un po' un esame di coscienza....".
Insomma ne esce il ritratto di un rompicoglioni coi fiocchi che Andrè Dussolier pare si volesse suicidare buttandosi nella laguna veneziana per quanto ne aveva piene le palle. Alla fine di questa confessione lei, la Asti e Conte se la ridono tutti e tre con fare liberatorio. In platea (un mix tragico di cinefili interessati, troioni rifatti, presenzialisti, pseudo vip e gente capitata per caso, più un inedito Carlo Vanzina che si scopre essere interessato al cinema francese d'autore o forse ai troioni, chissà....) viene data la possibilità di fare qualche domanda.
Ecco, dio santissimo, io capisco che l'occasione c'è... che è anche molto divertente poter interagire direttamente con chi hai appena visto sullo schermo... io capisco tante cose ma non capisco cosa anima la gente a fare domande senza alcun senso compiuto. Ho sentito domande che voi umani non potete immaginare, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, raggi B balenare nel buio alle porte di Tannhauser e tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia.... Dicevo. Ad un certo punto un tipo, che non ho avuto il coraggio di girarmi a guardare perché temevo di tramutarmi in una statua di sale, ha fatto un discorso talmente idiota che Carol Bouquet al limite dello spazientito gli risposto: "Che vuole che le dica? Non c'è una risposta a quello che chiede... se lei pensa sia così, se per lei è così... allora è così"".
E in quel momento ho pensato "Ammazza che carattere sta donna! Questa ha due palle così! Ecco come ha fatto a stare otto anni con Depardieu!".
E il film? Gli impardonnables di Techinè? Diciamo che siamo in pieno cinema francese, di quel cinema che ha una miriade di detrattori nel nostro paese, di quel cinema non capito e per lo più odiato. Va da sé che io non faccio parte di questa schiera negativa ma che pur essendo una grande amante del cinema d'oltralpe non posso gridare al miracolo per questo film. Interessante ed inedita l'ambientazione veneziana, intriganti le relazioni tra i personaggi e anche la storia non sarebbe del tutto malvagia ma c'è un vago sentore di qualcosa di irrisolto, di alcuni aspetti della sceneggiatura lasciati incompiuti a favore di momenti inutilmente scavati e ripetuti. Tratto dal romanzo omonimo ma pare piuttosto stravolto dal regista che lo ha praticamente riscritto in fase di sceneggiatura, Impardonnables lascia anche il dubbio su chi siano gli imperdonabili e perché. Fondamentalmente un'occasione sprecata, una sufficienza là dove ragionevolmente poteva esserci qualcosa di più...

Come finisce Impardonnables. Lo vuoi sapere? Seleziona il seguente testo da qui Dopo aver concluso il suo libro Francis (Dussolier) decide di tornare in Francia e chiede a Judith (Bouquet) di andare con lui. Secondo me lei ci andrà... a qui!

Abbinamento con il bar della casa del cinema a Villa Borghese... uno spazio gradevole e che tenta di proporre anche degli snack non proprio da prenderli a calci in faccia. Avere poi la possibilità di sedersi e bere qualcosa in quella cornice è veramente un'opportunità da non farsi scappere!

domenica 22 aprile 2012

L'amour dure trois ans

Rendez-vous Appuntamento con il cinema francese 2012
19 aprile 2012 Cinema Fiamma, ore 20.30



Divertente, ironica ma anche romantica ecco l'ennesima piacevolissima commedia francese ad opera di Frédéric Beigbeder, attore, regista ma soprattutto autore/scrittore/editore e destabilizzatore di opinione pubblica francese. L'amore dura tre anni, tratto da un testo dello stesso regista (pubblicato nel 1997), nella sua indole amaramente cinica e al contempo disincantata ha parecchi spunti veramente molto divertenti.
Commedia dei sentimenti, analizzati e un po' ridicolizzati, messi alla berlina tanto quanto gli esseri umani che li provano nella tipica "ronde" d'oltralpe, si giostra tra gli alti e bassi della coppia o di quel che ne rimane.
Perfetti gli interpreti, Gaspard Proust, dimesso e disincantato ma pronto a lasciarsi andare a passioni d'amore incontrollabili e la splendida Louise Bourgoin che, già apprezzata in Adèle e la tomba del faraone, qui è ancora più sensuale e irresistibile (si consiglia ricerca su Google immagini per chi non la conosca ancora). Dialoghi frizzanti, situazioni e destini sull'altalena, comprimari divertenti e divertiti (i genitori di lui, la cerchia di amici, l'editrice) contribuiscono al successo dell'opera. Nella speranza che il doppiaggio italiano riesca a regalare qualcosa invece di sottrarre personalità all'originale potrebbe essere il nuovo film francese ad accapparrarsi incassi di una certa importanza in Italia.
Consigliato a tutti, in particolare a chi sta insieme da tre anni!

Come finisce L'amore dura tre anni? Vuoi saperlo? Seleziona il seguente testo da qui Nessun tentativo di riconquistare Alice sembra andare a buon fine e Marc diventa sempre più pessimista e cinico nei confronti dell'amore. Alice informata da amici comuni che Marc ha deciso di andare avivere in Australia per due anni capisce di amrlo ancora e il giorno prima della sua partenza lo raggiunge sulla spiaggia dove è in corso il matrimonio gay del suo migliore amico. Mentre i due si baciano finalmente felici uno tsnunami si appresta a travorgerli... probabilmente solo metaforicamente! a qui!


Abbinamento con una gelateria, visto che si avvicina l'estate a grandi passi, che già tutti conosceranno.
Gelateria dei Gracchi nelle sedi di Via dei Gracchi 272 tel 063216668 e di Viale Regina Margherita, 212 (quella dove vado io che mi è più vicina) e mi giunge voce che abbiano aperto anche in via Tuscolana. Gelato veramente fantastico con punte di eccellenza per quello alle castagne e il piastacchio...

mercoledì 18 aprile 2012

L'ordre et la morale


  • Mercoledì 18 aprile, Cinema Fiamma ore 15.30
  • Rendez-vous Appuntamento con il cinema francese 2012


Inizio con una sintesi: L'ordre et la morale è un film da non perdere, in questo modo anche il lettore più pigro, quello che non va oltre le prime due righe saprà già che vale la pena andare a vederlo.
Avvincente, teso, capace di mantenere la tensione dalla prima all'ultima scena questo film è stato fortemente voluto da Mathieu Kassovitz che da circa dieci anni girava intorno a questi fatti.
La storia vuole essere quella vera e contemporaneamente racconta quella che hanno tentato di imbastire per convenienza politica.
Lo scenario è quello della colonia francese della Nuova Caledonia nel 1988.
Ribellione, carneficina, negoziati, politica, guerra, dilemmi morali ma soprattutto ancora politica fanno da sfondo ad una storia di uomini alle prese con la responsabilità, la verità e la menzogna.
Girato con un piglio tutto internazionale a testimoniare la maturità di Kassovitz nel trattare una materia poco familiare al cinema francese, il film è stato al centro di non poche polemiche tra il suo autore e le istituzioni.
Boicottato e accusato di riaprire ferite ormai cicatrizzate Kassovitz apre uno squarcio poco piacevole sulla poltica coloniale francese disposta, per ristabilire l'ordine e la morale del titolo, a sacrificare vite umane e a diffondere notizie non veritiere sui fatti.
L'epilogo drammatico frutto di un escalation di violenza sostenuta da necessità poltiche e incoraggiata dalle forze militari fanno da sfondo alla vicenda personale e umana del capitano Philippe Logoryus interpretato dallo stesso regista che si trova ad essere al centro di un'intricata rete di potere in cui ogni buon senso verrà sacrificato alla ragione di stato.
Un film tutto al maschile che tenta di ristabilire la verità di fatti avvenuti quasi un quarto di secolo fa in una terra che pochi sanno dove si trovi esattamente. Consigliatissimo, come dicevo, da non perdere!

Come finisce L'ordre et la morale? vuoi saperlo? Seleziona il seguente testo da qui Il capitano Logoryus è costretto suo malgrado a seguire gli ordini e partecipa in prima persona all'attacco dei ribelli con i quali si era impegnato a trovare una soluzione pacifica.
Moriranno in molti e a tutt'oggi la Nuova Caledonia è ancora un territorio francese in attesa di un referendum che ci sarà nel 2014. a qui!

Visto che non si hanno notizie di una distribuzione in Italia per il momento vi consiglio di non perdere la proiezione di sabato 20 aprile presso l'Istituto San Luigi de' Francesi a Largo Toniolo, vicino piazza Navona. 


martedì 17 aprile 2012

Quelque chose à te dire



Approfittando di una serata casalinga decido di mettere mano alla mia lista di film francesi scaricati da Internet. Tra una decina di titoli scelgo Quelque chose à te dire... un po' per il cast interessante, un po' perché penso che un titolo così possa nascondere una di quelle deliziose commedie che per oscure ragioni non arrivano sui nostri schermi.
Tra dramma, commedia e poi di nuovo dramma, per finire in commedia mi sono goduta questa storia che mette in scena il gioco delle coincidenze o piuttosto quel niente che non accade mai per caso.
Famiglie sconclusionate, ma sono soprattutto figli a pagarne le conseguenze, alle prese con segreti nascosti per troppo tempo. Un film tipicamente francese nel suo esporre senza troppi pudori relazioni interpersonali un po' fuori dalle righe con una leggerezza sconosciuta per noi. Coppie che scoppiano, figli illegittimi, madri leggermente snaturate, adulteri a mambassa ma alla fine tutto si ricompone alla luce della verità. Se vi capita... pourquoi pas?

Quelque chose à te dire.... lo abbino con un evento fichissimo tutto romano legato al cinema francese che ci allieterà dal 18 fino al 22 aprile 2012.
Tutte le proiezioni sono in francese con sottotitoli in italiano, da non mancare per nessun motivo!
Io ci sarò! Ça va sans dire...

RENDEZ-VOUS (ROMA, 17 - 22 aprile 2012)
APPUNTAMENTO CON IL NUOVO CINEMA FRANCESE


Programma di mercoledì 18 aprile 2012
Cinema FiammaVia Bissolati 47 - Roma - Telefono: 06/485526,
Prezzo 4 euro (intero); 3 euro (ridotto: minori di 26 anni)
  • ore 15:30
    L’ordre et la morale, dramma storico, ultima fatica dell'ex enfant prodige Mathieu Kassovitz.
  • ore 18:30
    Nuit blanche, poliziesco firmato da Frédéric Jardin, presente alla proiezione, che risponderà alle domande del pubblico.
  • ore 20:30
    L’enfant d’en haut, alla presenza della regista-rivelazione Ursula Meier, Orso d'Argento Speciale della Giuria al 62° Festival del Cinema di Berlino.
  • ore 22:30
    Elles, Juliette Binoche e Anaïs Demoustier, protagoniste dello scabroso film-inchiesta sulla prostituzione giovanile, diretto da Malgoska Szumowska.

Accademia di Francia – Villa Medici
Piazza della Trinità dei Monti, 1 - Telefono 06 67611
Prezzo 4 euro (intero); 3 euro (ridotto: minori di 26 anni)
  • ore 21:00
    L’Apollonide – Souvenirs de la maison close, che racconta la vita quotidiana in un bordello in una casa chiusa di Parigi. In sala il regista Bertrand Bonello e la protagonista Jasmine Trinca.

Institut français - Centre Saint-LouisLargo Toniolo, 22 Telefono 06 680 26 37
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti
  • ore 17:00
    Metisse proiezione della prima opera di Mathieu Kassovitz, regista e interprete. La storia di Lola, bellissima ragazza meticcia che ha due fidanzati (beata lei...): Felix, bianco ebreo amante del rap e Jamal, nero, arabo e ricco. L’equilibrio è perfetto, almeno fino a quando Lola non rimane incinta. 

Per informazioni e programma cliccate sui seguenti link:
www.rendezvouscinemafrancese.it
www.villamedici.it
www.institutfrancais-csl.com



domenica 15 aprile 2012

Pollo alle prugne



- Mamma... qualsiasi cosa succeda, qualsiasi cosa ti dicano... non andare a vedere Pollo alle prugne. Per nessun motivo!
- Ma tu l'hai visto!
-Sì.. e sto ancora cercando gli insulti adatti per parlarne...

Se non doveste avere più mie notizie nei prossimi giorni è probabile che Marriane Satrapi e Vincent Paronnaud mi siano venuti a cercare sotto casa per corcarmi di botte dopo aver letto la stroncatura del loro pollo alle prugne.
Penso al povero Almaric costretto a lunghe sedute di trucco per somigliare a Giovanni Storti di Aldo, Giovanni e Giacomo, tanto che ti aspetti lo sketch della cadrega da un momento all'altro, costretto poi ad una performance sopra le righe, anche se non senza un certo compiacimento...



Dopo poche scene la domanda è sorta spontanea... ma chi te credi d'esse'... Amelie?
E infatti l'impressione è proprio di un Jeunet ( e Caro) privato del più minimo accenno di ironia.
Non ci risparmiano nulla i due registi... il taglio fumettistico, i siparietti, le digressioni decisamente inutili, l'acceno mistico, l'amore negato, il digitale, i chiaro/scuri espressionisti, il piccolo cartoon, i bambini, il pollo alle prugne stesso, che sarebbe stato più consono ai peperoni.
Un film che cerca di nascere come "gioiellino", di autoreferenziarsi come cult ma tarocco (non nel senso della pregiata qualità di arancia sicula bensì nella sua accezione di falso/imitazione).
In tutto questo dispiego di mezzi e di intenzioni è ancora più imperdonabile che faccia capolino una noia incontrollabile che fa venire voglia di fuggire dal cinema e desiderare che la morte del protagonista avvenga in due giorni invece che otto.
Un vero peccato, il soggetto c'era ed era anche molto bello e poetico, questa volta la "colpa" è proprio di una regia furbetta e senza cuore. Da evitare come la peste nera.

Come finisce il pollo alle prugne.... Vuoi saperlo? Seleziona il seguente testo da qui Finisce che lui muore così come annunciato più o meno all'inizio del film. Però forse la cosa interessante e che nessuno ha capito è che non muore perché la stronza della moglie gli ha spaccato il violino bensì perché il suo amore di gioventù finge di non riconoscerlo. Anni e anni dedicati alla musica, suonando l'amore perduto improvvisamente sembrano privi di significato... a qui!


Abbinamento con... oddio è veramente difficile.... ecco a voler vedere un film che in Italia non è uscito ma che veramente mille trovate che la Satrapi se le sogna... Andate a recuperare Mr. Nobody...

mercoledì 11 aprile 2012

Piccole bugie tra amici

  • Lunedì 9 aprile ore 21.00 Cinema Lux di Via Massaciuccoli, al secondo tentativo che sabato i posti erano esauriti.
  • Sala 1 piena che non ci si crede.
  • Pubblico indisciplinato. Circondati da:

  1. Babbione che non stanno zitte e commentano come se fossero nel salotto di casa loro più volte redarguite ma incuranti.
  2. Coppie che lui le deve spiegare tutto perché lei non capisce un cazzo
  3. Frenetici scartatori di caramelle


Due ore e venti che dopo la prima mezz'ora ora si sospettano, a ragione, tremendamente inconcludenti. Film corale che rimane in bilico sulla superficie di un vuoto totale.
Les petits mouchoirs, che in italiano diventa il subdolo Piccole bugie tra amici, instilla nello spettatore la speranza che ci possa essere tutto un susseguo di piccoli intrighi, che possa essere l'ennesimo gioiellino francese a cui abbiamo fatto l'abitudine da un paio d'anni a questa parte, purtroppo niente è più lontano dalla verità.
Un gruppo di amici se ne va in vacanza nonostante uno di loro abbia avuto un incidente e si trovi in fin di vita in ospedale.
I loro egoismi e le loro piccole beghe personali sono il perno attorno al quale ruotano le loro esistenze. C'è il novello omosessuale, la pseudo intelletuale liberamente zoccola che aiuta i bambini dell'Amazzonia, il ricco ossessivo compulsivo più vari altri che non lasciano traccia...
Ad un gruppo di amici così ci sarebbe solo da prendere un'asse di legno piatta e sbattergliela in faccia di piatto. Tutti si baciano continuamente, si abbracciano con un'assiduità tra il lezioso e il fastidioso, il contatto fisico è perenne e continuo, baci sulla fronte, carezze, sempre vicini vicini... però in definitiva ecco... se uno ha bisogno loro voltano le spalle.
Il soggetto ci sarebbe tutto ma è la sceneggiatura ad essere vacante con tentativi multipli falliti di aprirsi alla commedia, insistendo su immagini quasi pubblicitarie, cartolinesche e su dialoghi pressocchè inutili, senza entrare mai nel dettaglio.
Chi ha voglia di andare a vederlo solo perché tra gli attori figura Jean "The Artist" du Jardin sappia che il suo ruolo è poco più di un cameo.
Sicuramente più di sostanza l'interpretazione di Cluzet, attore sorprendentemente in crescita e di una bravura smisurata,  già interprete del precedente film del regista Canet, ugualmente penalizzato da macroscopiche incongruenze. Sconsigliato.


Come finisce Piccole bugie tra amici? Vuoi saperlo? Seleziona il seguente testo da qui Il gruppo di amici in vacanza viene a sapere che il loro amico è morto da solo in ospedale a Parigi. Con lacrime di coccodrillo si recano al funerale e ognuno piange e commemora a modo suo. Tutto qui! a qui!

Ho subito pensato che Piccole bugie tra amici sarebbe stato il titolo perfetto per Comme un image di Agnes Jaoui che invece all'epoca venne tradotto con l'orrido Così fan tutti. E appunto ecco un vero piccole bugie tra amici... gustoso, irriverente e divertente!


sabato 7 aprile 2012

Romanzo di una strage





Si parlava stamattina del fatto che Isabella Ferrari a 13 anni era la compagna di Boncompagni e all'epoca c'erano fior di articoli su Novella 2000 manco fosse il matrimonio di Lady Diana Spencer. Era lecito allora mentre oggi sarebbe stata pedofilia.
Vabbè siamo in Italia. Qui è tutto lecito. E' lecito il terrorismo, è lecito che tutti rubino, è lecito tutto e pure il contrario di tutto.
Però cazzo per me non è lecita una cosa: fare un film per raccontare un fatto della nostra storia e non dire nulla. Ma che lo fai a fare? Per rimarcare l'indole vacante di questo paese?
Non so... non  sarebbe più coraggioso fare un film sul caso Marrazzo che dopo tanto clamore hanno fatto secco il trans e il pappone e hanno messo tutto  a tacere?
Se c'è una cosa che mi sta pesantemente sui coglioni è l'ipocrisia della frase "per non dimenticare".
Qui dimentichiamo tutto in fretta, gli unici che ricordano sono quelli coinvolti nei fatti, familiari e amici. Gli altri non solo dimenticano ma non gliene fotte veramente niente.
Quindi per carità... Bravo Mastandrea come sempre, bravo quello e bravo quell'altro ma smettiamo di fare finto cinema di denuncia che non è l'arte nostra....

Cosa abbinare... Non so... nella speranza che qualche giovanetto legga queste parole lo indirezzerei a vedere un film che magari non ha visto ma con il quale si soffre, ci si indigna, si partecipa e si esce soddisfatti. Nel nome del padre.