sabato 19 aprile 2014

Transcendence

  • Lunedì 14 aprile 2014, Cinema Adriano in Piazza Cavour ore 20.30 Anteprima
  • Cellulari imbustati e sigillati, impegni firmati di non divulgazione fino alle ore 18 del 16 aprile 2014. Vabbè.
  • In sala Anselma dell'Olio, che se n'è andata a metà film.


Indeciso tra una fantascienza concettuale ancora legata ai cavi e agli hard-disk ed una più cinematografica di effetti speciali e nanotecnologie, Transcendence si apre come se fosse un episodio di Revolution, in un mondo post black-out totale.
Torniamo a cnque anni prima per capire cosa sia successo...
Scopriamo che Jhonny Depp è andato da un chirurgo plastico, un macellaio de quarta categoria, che l'ha botulinato all'inverosimile eliminando anche l'ultimo briciolo del suo antico fascino.
Triste declino quello di uno dei divi più desiderati dal genere femminile, diventare l'ombra imbolsita di se stesso, senza aver la possibilità di modulare un'espresione che sia una.
Hai voglia a lavorare con Tim Burton che ti mette un centimetro di cerone bianco per ridisegnarti la faccia, se vuoi parti differenti da Willy Wonka o Cappellaio matto, ti tocca presentarti con questa faccia che non è più la tua. Contento tu....
Scienziato di fama mondiale insieme alla moglie, l'ormai lanciatissima Rebecca Hall, viene preso di mira da un gruppo di ecoterroristi contrari alla tecnologia e ridotto in fin di vita.
La moglie disperata trasferirà la sua coscienza su un computer e saranno cazzi un po' di tutti quanti.
Se dovessi elencare tutti i film in cui hanno trasferito la coscienza di qualcuno in un computer ci passsrei la notte e, sebbene io stessa ho più volte asserito che mi farei impiantare un chip à la Matrix per potermi caricare all'occorrenza programmi per pilotare aerei o elicotteri ma soprattutto tecniche di arti marziali per fare un mazzo così a chi dico io, oggi ho altri programmi
Lasciamo perdere per un attimo le questioni tecnico/scientifiche, che per la perenne sete di fantascienza le lascio da parte pur di godere pienamente di una storia dimenticando il significato del termine credibilità.
Lasciamo perdere la non recitazione dell'ex bel Johnny Depp e pure dei comprimari, incluso un inutile Morgan Freeman che sembra messo lì solo per rispettare una quota parte delle minoranze di colore.
Lasciamo pure stare tutto il resto e uscirà fuori questo Transcendence che sembrava avere così tanti numeri per essere il film di fantascienza dell'anno e invece alla fine è un B-movie rinforzato da un improvviso e inaspettato arrivo di capitali.
Insomma lasciamo stare un po' tutto, anche l'idea di andare a vederlo e tuttalpiù recuperiamo
Äkta människor, vi basti sapere che è molto ma molto più intrigante.

Abbinamento televisivo con Äkta människor , serie svedese, in cui la problematica del trasferimento di coscienza in un'unità robotica assume contorni stratificati e impicazioni interessantissime, sempre dalle parti del prequel di un possibile Terminator.









martedì 15 aprile 2014

Gran Hotel Budapest

  • Domenica  13 qprile 2014 ore 20.25, cinema King di Via Fogliano. Sala piena zeppa.



Wes Anderson ha la capacità di creare universi perfetti, può essere una casa, oppure una barca, un'isola o un treno, questa volta è un albergo, il Grand Hotel Budapest, che è tutto racchiuso in un libro e in qualcuno che lo legge. Piccole scatole cinesi che si schiudono con la delicatezza di boccioli.
Lo so è una metafora sdolcinata ma sono ancora in visibilio per la visione, per aver assaporato ogni piccolo particolare funzionale alla storia.
Non si può restare indifferenti ai personaggi, tutti talmente caratterizzati da sembrare personaggi di una serie di fumetti, disegnati prima ancora di essere diretti e messi in scena.
Funzionano tutti e si fanno adorare, anche i cattivi incalliti come Jopling/Willem Dafoe con i suoi assurdi stivaletti.
Le consuete inquadrature simmetriche, i colori protagonisti tanto quanto gli attori, il senso del surreale, la malinconia, il fine umorismo ancora una volta sono elementi orchestrati alla perfezione.
Il tutto si fonde in un bellissimo spettacolo per gli occhi, solletico per la mente e soddisfazione per l'anima.
Le scene dell'inseguimento sulla neve, la catena umana tra i concièrge, la fuga dal carcere e l'hotel stesso sono divertentissime e  disseminate di belle storie di amicizia, onore, amore e le cose importanti per le quali vale la pena lottare.
Per me sicuramente uno dei film dell'anno e, nonostante la mia passione per Le avventure acquatiche di Steve Zissou e Il treno per Darjeeling (con il quale ho inaugurato nel lontano 2008 questo blog), forse per ora il miglior film di questo fantastico regista.
Da non perdere e, se non vi dovesse piacere, è vero che i gusti non si discutono, ma fatevi qualche domanda!
La risposta invece, se volete saperla, ve la posso dare io.

Abbinamento mangereccio di una certa classe con la prima pasticceria crudista al mondo Grezzo, in via Urbana, 130 in pieno quartiere Monti. Non avete idea di cosa si tratti? Ecco una buona occasione per fare un giro in centro e provarla!

venerdì 4 aprile 2014

L'uomo che aveva picchiato la testa


  • Giovedì 3 aprile 2014
  • Comodamente a casa in poltrona tramite Mymovieslive

Bobo Rondelli è l'uomo che aveva picchiato la testa e Paolo Virzì ce lo racconta insieme a una Livorno/entità che sembra possedere le anime dei suoi abitanti, in un documentario del 2009 che sembra girato col filtro 1970 di Instagram.
Avevo sentito parlare della storia di Bobo Rondelli di cui ricordavo perfettamente l'esordio con gli Ottavo Padiglione e ho colto l'occasione di conoscere la sua storia.
L'indiscussa genialità del Bobo musicista e artista va di pari passo con la sua incapacità di rappottarsi a tutto ciò che è socialmente strutturato.
Capace di stregare sul palco con melodie e testi capaci di far risuonare le corde della malinconia e della vita stessa ma soprattutto di vivire/rivivere personaggi, situazioni, vecchie storie alla stregua di un cantastorie dei nostri tempi. Voce notevole che canta a carne viva
Non si può non rimanere affascinati dall'universo Rondelli che decide di gravitare esclusivamente nella sua Livorno che diventa al contempo gabbia e valvola di sfogo.
E se il business della musica non gli perdona la sua totale anarchia almeno i suoi concittadini lo adorano e giustamente si godono le sue performance ammalianti.
Non c'è risposta al perché di una scelta che lo stesso Bobo confessa difficile e con momenti bui.
Virzì, esule livornese ma con la sua città sempre nel cuore, con simpatia e grande affetto dipinge un ritratto genuino e disarmante di questo suo coetaneo non allineato.
Agli spettatori resta l'amaro in bocca per la quasi certezza che sarà difficile vederlo un giorno al Sistina oppure in una sala dell'Auditorium e questo è un vero peccato perché non solo un tale artista meriterebbe un pubblico molto più vasto ma perché la poesia, quando trova una voce tanto ispirata, non andrebbe sprecata o confinata.




giovedì 3 aprile 2014

Napoli Napoli Napoli

  • Mercoledì 2 aprile 2014 al Piccolo Apollo  (Centro Aggregativo Apollo 11) in via Bixio 80/b 
  • Proiezione del film e incontro con Abel Ferrara





Film documentario su Napoli che racconta le testimonianze di donne in carcere, dello sfacelo de Le vele di Scampia e della spirale involutiva di una categoria sociale che non sembra trovare alcun modo di uscire dalla miseria, dalla droga e dal degrado. Messo a confronto con le poche atttività di un paio di centri sociali autogestiti non sembra esserci troppa speranza.
Il risultato è quasi disturbante e non scevro dal coumincare una certa angoscia almeno a me che sono abituata ad andare a Napoli per mangiare pizza e sfogliatelle, non senza un aperitivo al Gambrinus e una puntatina da Gay Odin per comprare dell'ottimo cioccolato.
Sceneggiato interamente da italiani, uno dei quali, Maurizio Braucci, direttamente coinvolto nell'attività del DAMM, centro augoestito dedicato a Diego Maradona, Napoli Napoli Napoli intraprende la strada del documentario sui generis, tra interviste, filmati di repertorio e anche una parte di fiction, il tutto con un risultato di grande fascino. E' innegabile che Abel Ferarra sia un grande uomo di cinema, di quelli che forse non esistono più, nella sua capacità di guardare il mondo attraverso la macchina da presa per risputarlo come qualcosa di altro.
Altrettanto conosciuta la sua necessità di frugare nel degrado, prima ancora che ambientale dell'essere umano. Uno dei pochi registi che va dritto per la sua strada senza pensare minimamente al business, difficilmente infatti quest'opera vedrà la luce al cinema nonostante il valore dell'impresa.
Poi è chiaro, restano tante domande e forse anche molto sconforto perché la situazione sembra essere senza via d'uscita.
Quello che emerge drasticamente è la totale mancanza di assunzione di responsabilità da parte di chiunque abbia a che fare con Napoli, gli abitanti che addossano colpe allo stato e lo stato (nella persona di Rosa Ruso Iervolino) che addita il contesto storico sociale da tempi immemorabili.
Poche le persone che si prendono a cuore in prima persona di fare qualcosa, spesso con esiti fallimentari. Non è un caso secondo me se nel film nemmeno una volta si vede il mare, simbolo di apertura e energia vitale, ci sono solo vicoli degradati, periferie inaccettabili e storie da prendere, partire e non tornare mai più.
In sala dopo il film incontro con il regista che si è prestato a rispondere alle domande di un pubblico di varia umanità. Da quello che ha tirato in ballo il fascismo e il nazismo e si è messo a urlare a chi ha preso la parola per raccontare di sé.
Io ho fatto la seguente domanda "Dopo aver girato il film crede ci sia una speranza per Napoli?".
Abel si è massaggiato il viso segnato, ha abbassato il capo, ha scosso la testa e ha farfugliato qualcosa del tipo bah, boh, non so... e ha passato il microfono ad uno degli sceneggiatori che ha parlato di qualcosaltro.
Il regista in questo periodo comunque è a Roma e sta girando Pasolini con un Willem Dafoe mimetico. SI aspetta con curiosità!

Doveroso abbinamento con lo spazio che ha ospitato la serata il Piccolo Apollo, interessantissime le attività e le politiche. Fatevi un giro sul sito per conoscerlo un po' meglio!