

Dialoghi divertenti e con un tocco surreale dato non dall'elemento fantastico, che è trattato in maniera molto poco gotica, ma dalla volontà di restituire conversazioni tra persone che vivono solo apparentemente nella stessa comunità. Il confronto con i medici o anche semplicemente il senso dell'umorismo incompreso lasciano intravedere una visione delle relazioni interpersonali incentrata sull'isolamento e l'egocentrismo. La prima parte del film in cui questi aspetti sono più marcati.. la scoperta di un mondo altro che fino a poco prima si credeva inaccessibile, la persecuzione delle anime nei confronti del vico che le può vedere... è più riuscita e fluttua con classe nella commistione dei generi poi il gioco un po' si fa ripetitivo e prevedibile, togliendo quel po' di mordente iniziale.
Tèa Leoni, interprete femminile, che sembra sempre sull'orlo di un esaurimento nervoso (una sorta di energica Margherita Buy nostrana) forse non è stata la scelta più riuscita e anche Greg Kinnear sembra essere relegato al cliché del play-boy attempato e superficialotto in cui l'abbiamo visto altre volte.
Indubbiamente come pellicola estiva il film si lascia vedere e strappa anche qualche risata...
Ghost Town va ad arricchire comunque quello che sembra essere diventato un vero e proprio genere al quale il pubblico risponde sempre con discreto entusiasmo dai tempi della Signora Muir.
Detto ciò oggi ho starnutito parecchie volte... non è che proprio mi allieti il pensiero di essere stata "attraversata" da qualche fantasma... tant'è... me ne farò una ragione!
Dopo il cinema piacevole serata al Passaguai, un locale in cui mangiare e bere qualcosa al di sopra di ogni aspettattiva! Purtroppo ora chiude per ferie ma a fine agosto riaprirà!
Passaguai vin cafè, Via Pomponio Leto 1 (piazza Risorgimento)