- Cinema Eurcine di Via Listz
- Entrati sul filo del rasoio... cinema semipieno

Appesantito da una seconda parte che abusa del ralenti e con un finale forse inaspettato ma che poteva racchiudere ben altro svolgimento, Habemus Papam ha i suoi momenti migliori negli intermezzi morettiani che conosciamo bene. Quel contrapporsi al cardinale che chiede di cambiare la formazione della squadra è identico all’Ecce Bombo “Ma come chi sono? L’ho preparato io!”.
Ed è lì che ritrovo quel Nanni con cui sono cresciuta che ora sembra però voler toccare temi assoluti quando invece potrebbe regalare al vituperato cinema italiano una di quelle commedie amare che nessuno riesce più a raccontare. Mi chiedo di cosa parlerà il prossimo film…. Dopo il Caimano in cui va a sfrugugliare il capo dello stato, dopo essersi rivolto al capo della chiesa forse deciderà di girare il prequel di Matrix.
Habemus papam ha pretese quasi gattopardiane nel mettere in scena ambientazioni e costumi che creano una cornice reverenziale ma di fatto nel suo irrealismo lascia un po’ il tempo che trova.
Asserito che se al Vaticano non gli piace un papa dura solo 33 giorni e che se c’è un omicidio tra le guardie svizzere Bruno Vespa non può nemmeno fare un plastico… questa boutade papale della fuga, del teatro, del mangiare il cornetto caldo di notte ha pretese che vanno un po’ oltre una realtà trasfigurata, fellinianamente parlando, ma che rinunciano spudoratamente a spingersi la dove nessun uomo si è ma spinto prima. E forsi da Nanni io mi aspettavo qualcosa di più.
Detto ciò… le risatine te le strappa, non dispiace in assoluto ma se decidi di esporti con la chiesa per me non puoi rimanere mezzo mezzo.