lunedì 18 aprile 2011

Habemus papam

  • Cinema Eurcine di Via Listz
  • Entrati sul filo del rasoio... cinema semipieno

Nanni Moretti dirige il suo primo film di fantascienza. Cosa accade all’interno del buco nero del conclave? Nemmeno Stephen Hawking è arrivato a spingersi così lontano… Alti prelati scelti in base a caratteristiche lombrosiane  che sembrano più i contraltari maschili di Sister Act. Non si pretendeva il rigore degli Uomini di Dio ma la scelta di rappresentare il gotha della chiesa come un manipolo di cardinali dipendenti dagli psicofarmaci pronti ad eccitarsi per un torneo di pallavolo è una visione macchiettistica che quasi risulta simpatica. Volutamente saltato a piè pari l’aspetto politico di un Vaticano come realtà profondamente legata ad interessi ben più terreni rispetto alla salvezza dell’anima. E passiamo al grande vecchio… Michel Piccoli che sembra nato per fare il papa a questo punto della sua vita. Che gli puoi dire a Michel se non che sia “immenso”? Non si discute… però questo ruolo ritagliato intorno ad una non meglio identificata crisi è un tantino ripetitivo e lascia poco spazio al tormento esistenziale.
Appesantito da una seconda parte che abusa del ralenti e con un finale forse inaspettato ma che poteva racchiudere ben altro svolgimento, Habemus Papam ha i suoi momenti migliori negli intermezzi morettiani che conosciamo bene. Quel contrapporsi al cardinale che chiede di cambiare la formazione della squadra è identico all’Ecce Bombo “Ma come chi sono? L’ho preparato io!”.
Ed è lì che ritrovo quel Nanni con cui sono cresciuta che ora sembra però voler toccare temi assoluti quando invece potrebbe regalare al vituperato cinema italiano una di quelle commedie amare che nessuno riesce più a raccontare. Mi chiedo di cosa parlerà il prossimo film…. Dopo il Caimano in cui va a sfrugugliare il capo dello stato, dopo essersi rivolto al capo della chiesa forse deciderà di girare il prequel di Matrix.
Habemus papam ha pretese quasi gattopardiane nel mettere in scena ambientazioni e costumi che creano una cornice reverenziale ma di fatto nel suo irrealismo lascia un po’ il tempo che trova.
Asserito che se al Vaticano non gli piace un papa dura solo 33 giorni e che se c’è un omicidio tra le guardie svizzere Bruno Vespa non può nemmeno fare un plastico… questa boutade papale della fuga, del teatro, del mangiare il cornetto caldo di notte ha pretese che vanno un po’ oltre una realtà trasfigurata, fellinianamente parlando, ma che rinunciano spudoratamente a spingersi la dove nessun uomo si è ma spinto prima. E forsi da Nanni io mi aspettavo qualcosa di più.
Detto ciò… le risatine te le strappa, non dispiace in assoluto ma se decidi di esporti con la chiesa per me non puoi rimanere mezzo mezzo.

Consigliatissima la riflessologia plantare... una meraviglia!

7 commenti:

Kris Kelvin ha detto...

Io non credo che Moretti abbia voluto 'esporsi' a metà con la Chiesa... credo invece che sia la Chiesa ad avere la coda di paglia e considerare offensivo un film il cui argomento NON è assolutamente il rapporto tra laicità e religione. Secondo me sono così prevenuti (come tanti, del resto) nei confronti di Moretti da considerarlo 'blasfemo' a prescindere, forse senza nemmeno averlo visto. Per quale motivo non si può scherzare sul Papa, così come su chiunque altro? Mah...

Per me 'Habemus Papam' è un grandissimo film, sfiora il capolavoro. E' un film sull'inadeguatezza, sul coraggio di avere paura, argomento quasi 'rivoluzionario' nella società odierna, dominata dal rampantismo e la voglia di primeggiare a tutti i costi. Il Papa morettiano non è un codardo, ma semplicemente una persona umile che capisce di non essere la persona 'giusta' per compiere una tale missione. E' un uomo semplice che ha il coraggio di rifiutare il Potere, ed è un GRANDE coraggio.

Anonimo ha detto...

...un film di grandi pretese con piccoli risultati...ma l'incipit della tue rece "Moretti realizza il suo primo film di fantascienza" è fenomenale...degno dei Monty Python...

nickoftime

Il cinefilante ha detto...

Kelvin
la rinuncia non è mai "coraggio"... il coraggio si esprime affrontando la paura e percorrendo la strada.
altrimenti bisognerebbe dare del coraggioso anche all'uomo che abbandona la fidanzata incinta perché incapace di assumersi le proprie responsabilità...
sicuramente interessante la parabola dell'"uomo" di fronte a qualcosa che sembra essere più grande di lui ma del tutto inappropriato nel contesto "romanzato" delle alte sfere ecclesiastiche...

Kris Kelvin ha detto...

Beh, c'è rinuncia e rinuncia... secondo me rendersi conto dei propri limiti e rinunciare a un ruolo per il quale ci si sente inadeguati, e quindi non adatti, è un gesto di GRANDE responsabilità. Nel mio lavoro, tanto per fare un esempio (faccio il bancario) ho sempre visto solo e sempre l'effetto contrario: gente inetta promossa a ruoli di prestigio, che combina disastri inenarrabili e che si guarda bene dal passare la mano :-)

Per il resto: ma siamo poi sicuri che il gotha della Chiesa, come dici tu, sia composto da personaggi tutti d'un pezzo, 'alti e nobili' ? Io non ci metterei la mano sul fuoco... buonanotte!

Il cinefilante ha detto...

Dubito che il gotha sia espressione di altezza e nobiltà, più che altro la quasi certezza che si tratti di squali dai denti molto affilati...
Dubito che in realtà qualcuno di loro potrebbe essere disposto a cedere lo scettro del potere (come in banca)... ;-)
Ipotesi per ipotesi... forse un film che auspichi la fine della chiesa e la cesura tra essa e il divino? con il papa che cessa di essere emanazione di dio in terra e quindi resta solo un uomo con i suoi dubbi e le sue paure? Mah....
Imperdonabili, comunque, i ralenti.... :-)

Anonimo ha detto...

non dici più come il finisce il film?

Unknown ha detto...

Bella recensione. Adesso attendo di vederlo io e presto pubblicherò il commento sul mio blog!