lunedì 26 ottobre 2015

The lobster

  • Domenica 25 ottobre 2015
  • Cinema Quattro Fontane nell'omonima via, ore 20.00
  • Prima cibo indiano in Via Mamiami


Ultimamente vado poco al cinema ma per l'aragosta decido di fare un'eccezione e organizzo al Quattro Fontane.
Vi dico solo che il Ballestrero un altro po' mi toglie il saluto per quanto gli ha fatto schifo il film.
A me invece è piaciuto e pure parecchio.
Diffcile parlare di un'opera così complessa che, tra atmosfere surreali e registri grotteschi, codifica e proclama l'impossibililità dell'amore.
In un ipotetico futuro è possibile vivere solo in coppia, chi non riuscirà a trovare un compagno o una compagna nel giro di 30 giorni verrà trasformato in un animale.
Esiste un hotel in cui uomini e donne hanno la possibilità di frequentarsi, conoscersi ed eventualmente scegliersi ed esistono i ribelli che vivono nel bosco. per affermare il loro diritto a restare da soli.
Entrambi i gruppi hanno regolee ferree e sopravvivono socialmente solo per mezzo di regimi coercitivi in cui ogni deviazione è punita severamente.
Salta all'occchio la spietata analisi del modello sociale attuale costruito sull'ipocrisia, il mutuo soccorso e la rinuncia alla propria individualità. L'invito ad indossare la maschera della menzogna più bieca, quella che nega il sé per ritrovare inesistenti similitudini nell'altro/a.
E a poco a poco l'ambientazione e il linguaggio surreale non riescono più a celare il vero obiettivo, si spara a bruciapelo sull'impostazione/imposizione di stampo cattolico in primis...  se ci sono problemi nella coppia "regolare"vengono inviati dei figli ad armonizzare la situazione.
I ribelli per contro non sono troppo diversi e vivono nell'annullamento di qualsiasi sentimento.
Saranno Colin Farrell, imbolsito e aspirante aragosta, e Rachel Weisz a sfidare le regole. Ma....
The lobster non si discosta molto dal linguaggio destabilizzante del precedente Kinodontas, ne ripete schemi e strutture stranianti e anche lo stesso finale sospeso che mio giudizio tanto sospeso non è.
Un film che decisamente non è una passeggiata sul lungomare in un pomeriggio di settembre, col gelato in mano ma che bensì continua a tornarti in mente per tutta la serie di aberrazioni dell'essere umano e per l'orrida sensazione che lascia addosso che non esista via di fuga dalla prigione che alimentiamo noi stessi. Da vedere e aspettare il prossimo lavoro del regista greco.
Ballestrero perdonami se puoi... e sappi che Kinodontas era ancora più ostico!

Segnalo una nuova apertura in zona Via Veneto: Misticanza, in via Sicilia 46, un locale aperto dalla mattina per le colazioni e che prosegue fino alla cena. I particolari guardateli qui!

1 commento:

Annachiara ha detto...

Io non ho visto niente del regista, ma queste analisi delle dinamiche umane in una situazione di pericolo mi piacciono. Cercherò! :-)