domenica 27 ottobre 2024

Megalopolis

Venerdì 25 ottobre 2024, Cinema Barberini ore 19.00   

 
Mi sono presa un paio di giorni prima di dire la mia su Megalopolis, perché il primo pensiero. appena uscita dal cinema. è stato: ammazza che boiata.

Il termine "boiata" era molto usato da mio padre per definire ciò che per lui era una boiata e in questo caso ci sta tutto.

Per puro caso becchiamo la versione in lingua originale. 
Nella mia folle ingenuità penso che ciò mi eviterà il consueto milkshake a base di cojoni per il pessimo doppiaggio.
Sono felice! Almeno questa volta Emilio Cigoli non si rivolterà nella tomba.
E invece no, appare subito evidente che le voci originali sono pompose e suonano false, quindi il frullatore impietosamente si aziona automaticamente sul programma "Milkshake".
Scopro con orrore come il problema infatti sia la sceneggiatura, una fastidiosa accozzaglia di citazioni "colte".
Citazioni colte, ahimè.
Le stesse frasette che girano su Facebook, attribuite di volta in volta a Oscar Wild, anzi no a Jim Morriso, anzi no a Orazio, anzi no a Stocazzio.
Nel conformarmi alla ridondanza megalopolisiana sottolineao che "stocazzio" non è il solito refuso bensì una licenza poetica per rimeggiar con Orazio.
Nel lontano futuro non vi è stato alcun progresso, né materiale né spirituale.
Nonostante la vicenda si svolga tra più di mille anni, i titoli dei giornali citano Hitchcock e ci sono emuli di Elvis.
La moda è ancora saldamente legata ad un'estetica che più pacchiana non si può, Versace.
New York ora si chiama New Rome ma i poveracci restano sempre gli stessi, pure tra un millennio, sono un esercito di marionette che si fanno trascinare da chi urla più forte false promesse.
Improvvisamente il milkshake di cojoni evapora in una miriade di lucine paillettose e, per tutte le due ore e mezza di durata, c'è sempre questa luce che veleggia, senza decidersi, in una dimensione tra l'onirico, la psichedelia, il me so' rincojonito e l'energia che è vibrazione e sostanza di tutte le cose.
Quel che è...
Curiosamente dopo che il milkshake di cojoni si è vaporizzato in queste golden bubbles che restano sospese nell'aria, il tempo si ferma.
Penso che Megalopolis non finirà mai.
Megalopolis diventa il mio inferno personale, in cui qualcosa che mi piace, il cinema e la fantascienza, mi si rivoltano contro in un infinito e inutile fastidio visivo e auditivo, nonchè svaporamento luccicante di un milkshakecojoni.
Il problema è "Megalon", una sostanza che si potrebbe definire "vivente", con cui Adam Driver vorrebbe costruire la città del futuro, in un' ottica "Se il popolo non ha il pane, che mangi brioche!".
Megalon sì megalon no, corruzione, prevaricazione, accuse, filmati contraffatti, comizi a base di Shakeaspeare, lotte per eredità miliardarie (e le banche pure loro ci sono ancora)...
Nonostante il tempo sia tornato a scorrere, ci si trova in questa strana situazione in cui i cojoni esistono in uno stato quantistico, sia come milkshake che come  una miriade di LED natalizi che si riflettono su ogni fotogramma della pellicola.
Tutto collassa quando vedo Lawrence Fishburne, indimenticabile Morpheus, in una micro particina del cazzo, l'autista di Adam Driver.
E passi pure la micro particina, ma perché gli hanno fatto le sopracciglia ad ali di gabbiano come un coatto di periferia?
Dunque è questa la visione coppoliana?
Tra mille anni ci saranno ancora le sopracciglia ad ali di gabbiano?
Che altro vi devo dire?
Che ogni scena è didascalicamente introdotta da un'introduzione esplicativa incisa su una targa di marmo?
Che ora hanno tutti nomi latini?
Che comunque finisce tutto a tarallucci e vino?
O forse dovrei parlare dell'inutile perfermance di Dustin Hoffman o John Voight?
Una parata di personaggi che sembrano gettati lì a caso.
Aggiungerei anche una menzione negativa per la visione della città del futuro... Roba già vista e rivista in qualsiasi episodio di Star Trek quando sbarcano nel solito pianeta alieno, così come le strade che scorrono come scale mobili, prese pari pari dal ciclo della Fondaione di Asimov.
La fantascienza non è da queste parti, è solo un presupposto usato a scopo ingannevole nei confronti di chi aspettava un nuovo grande film dopo Matrix.
Sì, dopo Matrix c'è stato Interstellar, per carità, bello ma il solito tecnicismo di Nolan che non ti fa sognare e io direi che sarebbe pure arrivato il momento di un nuovo capolavoro.
Ora a me dispiace molto bocciare Magalopolis, vorrei salvare qualcosa di questo calderone luccicoso ma proprio non ci riesco, forse mi sono piaciute solo le statue che si muovono di vita propria (anche questo preso da un racconto cyberpunk).
Mi dispiace molto per Francis Ford Coppola che pare si sia ridotto sul lastrico pe' sto baraccone, ma almeno posso dire di essere andata al cinema e aver pagato il biglietto.
Anzi nemmeno quello, perché il biglietto me l'ha pagato Alessandro (me lo appunto così magri la prossima volta faccio io).
Comunque il mio consiglio è di andare a vederlo questo Megalopolis, almeno per aiutare Francis a rientrare dell'investimento, tipo il carrello della spesa sospesa al supermercato, dove lasciano i pacchi di pasta e i barattoli di passata di pomodoro.
Concludo dicendo che oggi, al telefono con mio fratello, gli dicevo:
- ... Che poi a me Adam Driver proprio non mi piace, lo trovo proprio brutto... Solo che non lo posso dire perché ormai è body shaming...
- Ma che te frega scusa... Tu mica scrivi per prendere i like!
- No certo e poi Adam Driver piace tantissimo, solo che a me no!
- Ma scrivi! Lo devi scrivere!
- Va bene! Scriverò!

Abbinamento con una serie che mi ha conquistato, come non capitava da tempo. The devil's hour, di cui sono uscite due stagioni e né uscirà una terza.
Non si tratta di un horror ma di una splendida e interessante visione sulla natura dello spazio, del tempo e della realtà. Pure Francis dovrebbe farcisi un giro...

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