Cinema Mignon di via Viterbo
Spettacolo delle 21.16 che però inizierà mezz'ora più tardi poiché lo spettacolo precedente è stato introdotto da Andrea Occhipinti, produttore e boss della Fandango.
Fandango.
Era una vita che non pensavo a Fandango, un film che quando uscì fece epoca.
Non mi ricordo praticamente nulla di Fandango, solo alcune immagini, delle riprese ardite e forse anche delle risalite ma ricordo che mi piacque moltissimo. Consacrò definitivamente Kevin Kostner, all'epoca di una bellezza imbarazzante, e dette una chance anche al mio adorato Judd Nelson che però non riusci' mai a spiccare il volo e restò sempre un po' di seconda categoria, nonostante l'esordio con l'indimenticabile Breakfast club. Ad oggi credo che in pochi ricordino questo road movie ma anche un coming of age della folgorante e folgorata generazione degli anni 80 pure parlando degli anni 70.
Non mi ricordo praticamente nulla di Fandango, solo alcune immagini, delle riprese ardite e forse anche delle risalite ma ricordo che mi piacque moltissimo. Consacrò definitivamente Kevin Kostner, all'epoca di una bellezza imbarazzante, e dette una chance anche al mio adorato Judd Nelson che però non riusci' mai a spiccare il volo e restò sempre un po' di seconda categoria, nonostante l'esordio con l'indimenticabile Breakfast club. Ad oggi credo che in pochi ricordino questo road movie ma anche un coming of age della folgorante e folgorata generazione degli anni 80 pure parlando degli anni 70.
Vabbè sicuramente me lo vado a recuperare e altrettanto sicuramente ne resterò delusa perché lo troverò datato e noioso.
Torno a un film fatto per Bene che tanto per Bene non è. Ci troviamo di fronte ad un'agiografia rivolta da Maresco a sé stesso.
Inizialmente può ricordare l'operazione del Don Quichotte di Terry Gilliam che mai vide il buio in sala, disastrato come fu da problemi finanziari, alluvioni, ernie e prostatiti di Jean Rochefort, che dovette abbandonare le riprese.
Insomma Un film fatto per Bene, in realtà è un Maresco Lost in la Mancha, girato in Sicilia invece che in Spagna.
Ma che gli vuoi dire a Maresco? Niente, è immenso come Terry Gilliam che, per chi non lo sapesse, era pure uno dei Monty Python, mica cazzi. Maresco però è più cupo e non ha nemmeno voluto fare la conferenza stampa a Venezia per presentare il film, praticamente vive il paradosso per il quale sebbene senta la necessità di esprimere il suo essere geniale attraverso una macchina da presa, non ne vuole sapere niente di tutto quello ci ruota attorno.
Veramente, io non ci riesco proprio a immaginare la dimensione epica dei cojoni raggiunta da Occhipinti. Robba che potrebbe cessare l'attività seppur fiorente di produttore per fare miliardi girando le fiere di paese d'estate, mostrando il curioso fenomeno per il quale ogni volta che parla al telefono con Maresco, la circonferenza aumenta in modo esponenziale.
Maresco infatti fa film per sé stesso, è un po' pipparolo megalomane ma, sia chiaro, non lo dico assolutamente in maniera dispregiativa.
Non posso dire di essere cresciuta, con Maresco perché negli anni 90 ero già nei miei twenty's ma non potrò mai ringraziarlo abbastanza per la potenza esplosiva di CinicoTV, concepita insieme a Ciprì.
A tal proposito, io da molti anni non ho la televisione e quando lo dico, la gente mi scassa la minchia con considerazioni tipo "Ehh ma guarda che in televisione fanno anche delle cose bellissime, fanno dei meravigliosi documentari!", in quei momenti vorrei rispondere "Sì, effettivamente un tempo, quando c'era Cinico TV valeva la pena pagare il canone...".
Su Cinico TV ebbi l'immensa fortuna di imbattermi anche in un altro grande Maestro: Antonio Rezza, che iniziai subito a seguire a teatro e che da sempre mi da delle grandissime soddisfazioni.
Io non ho troppe risposte al chi siamo, da dove veniamo e dove andiamo ma sapere che sullo stesso pianeta dove vivo io, calca la terrra Antonio Rezza, che si sacrifica per noi, mi fa essere un po' più contenta.
Ebbene qui Rezza, in una partita a scacchi che cita il Settimo sigillo, è la Morte.
E che bello vedere Rezza al cinema!
Per il resto c'è la solita carrellata di desolazione, di personaggi disagiati che sembrano agognare un miracolo che non arriverà mai. Maresco scava e si avviluppa nelle spire e le radici di una terra che è lo specchio deformato e deformante di un'umanità abbandonata da Dio, intrisa di mafia e corruzione.
Eppure lui non molla e il suo gusto per la messa in scena grottesca, quasi orrorifica non fa sconti nemmeno a sé stesso. Si autodenuncia come ossessivo compulsivo, maniaco dell'accumulo, intrattabile e gran cacacazzi.
Io comunque e senza dubbio lo candiderei patrimonio mondiale se non dell'umanità, almeno della sua amata/odiata Sicilia.
Che Dio lo benedica, che sia benedetto il Signore.
E un caro saluto al signor Giordano!
E pure a Carmelo Bene, che sicuramente avrebbe apprezzato, del resto il film è stato fatto per lui!
E pure a Carmelo Bene, che sicuramente avrebbe apprezzato, del resto il film è stato fatto per lui!
Recensione scritta in treno.
Abbinamento ovviamente con Cinico TV che si trova su youtube.
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