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Un paio di settimane fa finalmente sono riuscita, grazie ad un allineamento di pianeti favorevoli, a vedere questo film che mi sfuggiva da anni.
Solo qualche tempo prima fa l'avevo atteso fino alle tre e mezza del mattino per poi scoprire che mandavano in onda un'altra cosa.
Voi direte... "Ma Cinefilante.. come fa una come te a non avere un videoregistratore o un hard-disk recorder? E' uno scandalo...!"
Avete ragione... c'è una lunga storia dietro a questa mia mancanza... Un incendio quasi 4 anni fa ha distrutto la casa e ovviamente anche televisore e altri ammenicoli. Per due anni, dopo un faticoso e lungo lavoro di ristrutturazione abbiamo fatto senza. In quel periodo leggevo almeno un paio di libri a settimana e anche più, pregustando il momento del ritorno a casa, in cu imi sarei potuta dedicare alla lettura. Poi abbiamo ceduto e la televisione è riapparsa in casa cinefilante, con un lettore DVD... ma senza la possibilità di registrare cosa alcuna.
Qualche giorno fa provo a colmare la lacuna ma il signore di Euronics mi dice che è meglio aspettare l'uscita di un modello che abbia il decoder per digitale terrestre integrato.
E che palle! L'acquisto è ancora rimandato...
Dunque (e comunque) nonostante tutti questi ostacoli oggi posso finalmente parlare a vanvera delll'incredibile uomo restringibile (The incredible shrinking man), tradotto col solito stupido titolo che fa pensare a pistole laser che emettono raggi rimpicciolenti.
Si tratta di un film del 1957, un bianco e nero di annata, capace oltre mezzo secolo dopo di stupire per la capacità di rapire lo spettatore e proiettarlo in una dimensione epica.
La storia è un classico della fantascienza ma se vogliamo anche della letteratura, ad iniziare dai Viaggi di Gulliver... un uomo esposto ad una nube radioattiva inizia a rimpicciolirsi ma non istantaneamente come in "Aiuto mi si sono ristretti i ragazzi" bensì a poco a poco.
La consapevolezza di cosa sta accadendo produce tutta una serie di considerazioni, paure, tormenti, insicurezze senza che niente produca il minimo sollievo.
All'inizio prova disagio... percepisce che qualcosa sta cambiando, il cambiamento è ancora lieve ma giorno dopo giorno la realtà della sua condizione lo getta in un incubo senza fine.
Al di là degli espedienti tecnici che non si possono certo definire effetti speciali ma sono gustosi e pieni di inventiva, quello che affascina di più sono le dinamiche psicologiche...
Il disagio iniziale si tramuta in rabbia e orrore... la speranza non porta conforto e la nuova condizione di "diversità" spinge l'uomo a cercare qualcuno che possa comprendere.
L'incontro casuale con persone che lavorano nel circo gli offre una momentanea sensazione di normalità ma il suo stato non è destinato ad essere definitivo e quindi presto si trova ad essere ancora più diverso dei diversi.
Presto la vita diventa impossibile negli ambienti che prima gli erano familiari e ridotto alle dimensioni di un Big Jim si trasferisce a vivere in una casa delle bambole.
Io che, lo ammetto..., sono un po' pragmatica... mi sono chiesta come risolvesse il problema delle sue necessità fisiologiche. Posso anche immaginare che la deliziosa doll's house abbia un bagno ma di certo lo scarico non è collegato a mini fognature...
Che cosa seccante...
Il gatto di casa lo bracca, emette versi agghiaccianti e gli da la caccia. ...Si sa.. i gatti so' stronzi...
Lui per scappare resta intrappolato nella cantina e la moglie lo crede morto... pensando giustamente: "Si sa.. i gatti so' stronzi.. avrà fatto la fine del topo..."
Inizia dunque per il nostro protagonista una sfida con l'ambiente circostante... travi di legno al pari di montagne inespugnabili, fessure che diventano baratri invalicabili e lui nel frattempo da Big Jim è diventato basso come una sigaretta e usa una spillo come uno spadino.
La solitudine, la disperata ricerca di cibo, la tenace volontà di non arrendersi cambiano quest'uomo radicalmente... la lotta per la sopravvivenza diventa epica e simbolica di un'umanità che deve fare i conti con l'ignoto. Le avversità sono oggetti comuni... gocce d'acqua che diventano torrenti in piena e un ragno diventa peggio di Alien... e c'è ancora chi pensa che le dimensioni non contino...
Splendido finale dove la progressiva miniaturizzazione lascia immaginare che il nostro eroe sarà protagonista di chissà quali altre avventure, probabilmente simili a quelle di Viaggio Allucinante (uno dei capisaldi della mia infanzia da un racconto di Asimov) e ancora più probabilmente senza fine... l'infinitamente piccolo uguale all'infinitamente grande...
Da vedere sicuramente e da ripensarci nel tempo per riflessioni sui temi fondamentali della vita... chi siamo, dove andiamo... ma che ci stiamo a fare qui e perché? Ma soprattutto... perché a Roma non riescono a fare la pizza come a Napoli?
Abbinamento con un negozio che mi affascina da anni "Polvere di Tempo" a Trastevere in via del Moro, 59 tel. 065880704. Potrete trovare meridiane, clessidre, bussole, mappamondi... oggetti bellissimi che omaggiano il tempo e lo spazio... Regali perfetti per persone particolari a cui non sapete mai cosa regalare e che magari hanno già tutto...
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3 commenti:
grazie per il consiglio sul negozio abbinato. ci farò un salto!
oh affezionato anonimo... fammi sapere se ti piace e se acquisti qualcosa, sono curiosa....
non mancherò
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