martedì 8 marzo 2011

Non lasciarmi

Le visioni si accumulano e di conseguenza le recensioni... Il cigno nero, 127 ore, Il discorso del re, Unknown e pure quella cazzata di Sanctum.... non riesco a stargli dietro... Ma Non lasciarmi merita una pausa nella baraonda del quotidiano...


Di fronte alla grazia di Non lasciarmi si resta conquistati, di fronte al suo orrore si resta sconcertati. Un film che si snoda lungo vite rubate, indossolubilmente legate allo spettro di una rassegnazione inaccettabile per lo spettatore.
Intere generazioni di bambini create ad uso e consumo degli "originali" che ne useranno i pezzi come se si trattasse di un autoricambi. E nemmeno quando la verità si fa strada in quelle menti, tenute fino a quel momento all'oscuro si assiste ad un impeto di ribellione, ad un tentativo di cambiare le cose.
E' impressionante la solitudine di questi esseri destinati a morire giovani ma che in qualche modo riescono a cogliere il senso della vita e dei sentimenti meglio di chi si garantisce una permanenza ben più lunga su questa terra.
Non lasciarmi è un film che ti entra dentro e che difficilmente può essere dimenticato. Lontano dal clamore degli effetti speciali e dal sensazionalismo di un tema che necessariamente riporta a questioni etiche, si avvale di una fotografia poetica e dolente come i volti dei protagonisti. Una fantascienza à la Farenheit 451, una fantascienza sociale che parla dritto al cuore e che affronta un aspetto deleterio dell'essere umano, ovvero la sua scarsa capacità di accettare la transitorietà del suo passaggio su questo pianeta.
Un film che tra tanti (che bisognerebbe prendere a calci registi, attori e produttori) non va perduto... e non c'è molto altro da dire.... Di fronte ad una storia così intensa gli inutili accessori del virtuosismo di macchina, della citazione, del piano sequenza infinita... abbassano gli occhi e fischiettano in preda ad un sincero imbarazzo...
Questa nuova versione della "strana" coppia di investigatori oltre a giocare non poco sull'ambiguità, si svolge ai giorni nostri e, a parte i due protagonisti decisamente azzecatissimi, ci fa godere una Londra inusuale e vera. Diventerà un cult!

13 commenti:

Graziolina ha detto...

Stavolta tra i famigerati "film da aereo" c'era anche questo e naturalmente non me lo sono perso, anche perché anni fa avevo letto il libro, molto bello e inquietante: devo dire che il film gli rende giustizia, una lacrimuccia ad alta quota c'è scappata!
Piccola curiosità: l'autore del romanzo è lo stesso di "Quel che resta del giorno", chissà se scrive già pensando ad un eventuale film...

nickoftime ha detto...

..il film ci ricorda che le storie sono necessarie al cinema..gli accessori sono utili a completarle..a renderle più belle ma sono le prime a fare la differenza...molti registi ed anche spettatori sembrano esserselo dimenticato...

simo ha detto...

Il libro mi ha trasmesso esattamente quanto tu riporti del film. Un senso di grazie e di orrere al tempo stesso. E la delicatezza e innocenza dei sentimenti dei ragazzi. Stavolta questo non me lo perdo !

Il cinefilante ha detto...

se vuoi organizziamo io lo vado a rivedere volentieri... una volta tanto che capita un film del genere vale pena una seconda visione anche ravvicinata.. considerato anche l'alto tasso di considerazioni che scatena la visione...

echse ha detto...

dopo queta recensione ho comprato il libro e l'ho letto in un pomeriggio...ora aspetto che esca al cinema...

Silvia Azzaroli ha detto...

Non conoscevo questo film, ammetto la mia ignoranza e la tua recensione così appassionata che ne rivela tematiche così crude ed affascinanti mi ha fatto venire voglia di recuperarlo.
Giuro che ho avuto i brividi per questi bimbi nati per morire solo leggendo le tue parole.
Se trovo una sala che lo proietta in zona e se trovo un momento libero, ci vado assolutamente!

echse ha detto...

per silvietta...il film esce in italia il 25/03 prossimo..

Silvia Azzaroli ha detto...

Grazie echse!E' una settimana terrificante questa, spero di trovarlo ancora in sala al mio rientro.

Il cinefilante ha detto...

Allora... mi fate sapere se vi è piaciuto? in rete leggo che a qualcuno proprio non è piaciuto....

Silvia Azzaroli ha detto...

Cara Marlucche... il problema, lo ammetto, oltre alla mancanza di tempo è che temo mi angoscerà da morire. Involontariamente ho già letto troppo in giro e so come finisce(grazie ad uno su Facebook che ha scritto "Non vi dico come finisce ma si vedono due stracci e non si può fare a meno di pensare al monologo di Rutger Hauer"-_-'''), in ogni caso appena posso lo vedrò... ammetto di avere una mia perplessità, che vale anche per un film che adoro come INTELLIGENZA ARTIFICIALE, ma perché hanno tutti la mania di dipingere un'umanità bastarda fino al midollo dove le uniche persone umane sono o i cloni o i robot?Almeno qui i cloni nascono come umani, ma che un robot sia più umano di un umano mi fa un po' ridere.
Va da se che da quello che ho capito le uniche persone con sentimenti verso questi ragazzi sono assai relegati e con tutto, mi è veramente difficile pensare che tutti, tranne le due eccezioni sopra, usino delle persone come bestie da macello. Persone, giovani, sane, sia chiaro non è che sto dicendo che è lecito farlo su persone malate e vecchie, quello che è disturbante è il distruggere volutamente una vita che potrebbe durare per anni ed anni. Che lo possa pensare qualcuno ok, ma che un'intera società lo accetti è quantomeno esagerato e un po' offensivo nei riguardi dell'umanità...
Ma io sto parlando senza averlo visto e sia chiaro, tutte queste osservazioni non cambieranno il mio giudizio sul film: come ho detto adoro INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
Scusa il malloppo e ci terrei che leggessi gli ultimi due post del mio blog;), oltre a questo -> http://enchantedforest81.blogspot.com/2011/02/i-venti-film-del-cuore.html

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo sulle sensazioni che questo film riesce a trasmettere, oltre alle riflessioni etiche e sociali.
Il telefilm Sherlock per me è già cult, miticissimo.

Ale55andra

Kris Kelvin ha detto...

A me è piaciuto molto. Non ho letto il romanzo e quindi non posso paragonarlo, ma direi che è stato girato volutamente con toni impersonali e glaciali (del resto, la freddezza era la caratteristica principale anche di 'Quel che resta del giorno', sempre di Ishiguro). Secondo me questo rigore e questa asciuttezza servono a sottintendere l'orrore di questa storia, a sottolineare come i protagonisti vivono la loro non-vita (scusa il gioco di parole) come una terribile normalità: l'aspetto che sconvolge del film, infatti, non è tanto il destino segnato di questi ragazzi, quanto la loro totale mancanza di ribellione a un futuro di morte. Lo accettano con la stessa 'normalità' con cui è girato il film, ed è questo secondo me ciò che 'destabilizza' lo spettatore... questo film parla di un dolore immenso, a mio avviso nient'affatto sottaciuto. E' un film che difficilmente rivedrò, ma che senz'altro non lascia indifferenti.

Anonimo ha detto...

Non ci ho capito molto ma sicuramente mi hai fatto venire volgia di andarmelo a vedere! Complimenti per il blog! Fortunata di vivere a Roma!

Mone