Philip K. Dick nella sua lunga carriera di scrittore ha pubblicato veramente una miriade di romanzi e racconti tanto che il mio progetto di abbracciarne l’opera completa langue o piuttosto procede con la fatica (o la semplicità) di lasciare le cose al caso. Un’edizione originale del 1962 su una bancarella, una vecchia antologia di Urania in cui trovo la spelndida“la pulce d’acqua”, che meriterebbe un film tutto per sé, o la sbrilluccicante copertina di una delle ultime riedizioni che attira il mio sguardo da Feltrinelli.
E poi ci sono i film che con cadenza regolare si nutrono delle sue storie, capaci di ispirare registi o semplicemente di metterli in condizioni di sfornare l’agognato film di genere per coloro che come me salutano la fantascienza in sala con un sospiro di sollievo, una sorsata di acqua fresca nella calura, un felice ritorno.
I guardiani del destino si concentra su una delle “paranoie” dickiane per eccellenza, quella della nostra vita governata a nostra insaputa da leggi (e legislatori) al di fuori della nostra volontà.
Noi proseguiamo beati nelle nostre attività più disparate mentre entità altre muovono i fili per oscuri motivi. Fin qui nulla di nuovo... e sebbene Matrix abbia chiuso un po’ il cerchio su certe situazioni è sempre estremamente affascinante avvicinarsi alle possibili verità che giacciono sotto la superficie.
Protagonisti l’insipido Matt Damon sempre più con l’aspetto da adolescente attempato e non finito e l’eterna “spalla” Emily Blunt ancora in cerca di una vera occasione.
I guardiani del destino non vogliono che questi due coronino il loro sogno d’amore e insomma secondo me se ci avessero messo uno un tantino più affascinante di Matt Damon avrei fatto il tifo pure io. Invece per tutto il tempo ti chiedi se in effetti forse non fosse meglio che ognuno continui a vivere la propria vita e che a “vincere” siano i guardiani.
Come andrà a finire? Grazie al cielo non come i Ponti di Madison County…
I guardiani hanno il potere di muoversi attraverso delle semplici porte che però nelle loro mani diventano scorciatoie spaziali a mo’ di Monters e co. o proprio come i russi che arrivano a Parigi passando da una finestra in Insalata Russa.
La porta quindi prima ancora di essere quella della percezione di Huxleyana/doorsiana memoria annulla i confini consueti e diventa accesso tramite il quale ci si può muovere molto velocemente, saltando letteralmente di palo in frasca. La destabilizzazione spaziale garantisce quindi l’aspetto spettacolare pur non servendosi di grossi effetti speciali.
Si aggiunga una buona dose di azione e di pathos ma soprattutto un messaggio irresistibile, quello di continuare a lottare per ciò che si vuole veramente… E cosa possiamo volere di più a parte un attore meno insignificante di Matt Damon?
Non deluderà gli appassionati del genere in attesa di "6 giorni sulla terra" e del nuovo X-men.
Viste le accorate richieste in privato riprendo la consuetudine di raccontare il finale nel seguente testo da selezionare da qui: Nonostante i guardiani del destino tentino in tutti modi di allontanare i due protagonisti i due coroneranno il loro sogno d'amore... a qui...
Viste le accorate richieste in privato riprendo la consuetudine di raccontare il finale nel seguente testo da selezionare da qui: Nonostante i guardiani del destino tentino in tutti modi di allontanare i due protagonisti i due coroneranno il loro sogno d'amore... a qui...
Sebbene sia aperto dal 2009 ho scoperto questo posticino delizioso solo pochi giorni fa. .. Si chiama Dolce, in via Savoia, 52 tel. 068416279. Cosa dire? Un'isola felice di leccornie dolci senza dimenticare il salato. Dimenticate la pasticceria classica del 99% delle pasticcerie a Roma e recatevi senza indugio a provare la produzione di Dolce. Poi, fatemi sapere....
1 commento:
In effetti non ho mai capito come possano aver spacciato Matt Damon per sex symbol, è un vero mistero, è sexy quanto un bidone della spazzatura vuoto, che poi, almeno ai tempi di Will Hunting aveva un fisicaccio niente male ( anche se un pochetto fuori parte dato il personaggio di nerd) , ora che si è imbolsito somiglia sempre più a Philip Seymour Hoffman senza averne il fascino e la bravura...
Detto questo, io sono in attesa del nuovo X-Men, ho visto ben pochi film quest'anno causa portafoglio perennemente vuoto, inoltre questo film, come molti altri, fa capire tutto fin dal trailer come mi conferma la tua recensione molto gustosa!
Saluti ;)
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