sabato 7 aprile 2012

Romanzo di una strage





Si parlava stamattina del fatto che Isabella Ferrari a 13 anni era la compagna di Boncompagni e all'epoca c'erano fior di articoli su Novella 2000 manco fosse il matrimonio di Lady Diana Spencer. Era lecito allora mentre oggi sarebbe stata pedofilia.
Vabbè siamo in Italia. Qui è tutto lecito. E' lecito il terrorismo, è lecito che tutti rubino, è lecito tutto e pure il contrario di tutto.
Però cazzo per me non è lecita una cosa: fare un film per raccontare un fatto della nostra storia e non dire nulla. Ma che lo fai a fare? Per rimarcare l'indole vacante di questo paese?
Non so... non  sarebbe più coraggioso fare un film sul caso Marrazzo che dopo tanto clamore hanno fatto secco il trans e il pappone e hanno messo tutto  a tacere?
Se c'è una cosa che mi sta pesantemente sui coglioni è l'ipocrisia della frase "per non dimenticare".
Qui dimentichiamo tutto in fretta, gli unici che ricordano sono quelli coinvolti nei fatti, familiari e amici. Gli altri non solo dimenticano ma non gliene fotte veramente niente.
Quindi per carità... Bravo Mastandrea come sempre, bravo quello e bravo quell'altro ma smettiamo di fare finto cinema di denuncia che non è l'arte nostra....

Cosa abbinare... Non so... nella speranza che qualche giovanetto legga queste parole lo indirezzerei a vedere un film che magari non ha visto ma con il quale si soffre, ci si indigna, si partecipa e si esce soddisfatti. Nel nome del padre.

7 commenti:

bradipo ha detto...

Nel nome del padre lo vidi al cinema e mi sconvolse..questo ancora lo devo vedere ma sto leggendo veramente di tutto e la curiosità aumenta...se vuoi qualcosa sulla storia di Marrazzo ti segnalo un brano dei Prophilax che ne parla vagamente: si chiama M'arrazzo col trans! :-)

Kris Kelvin ha detto...

Qui non sono affatto d'accordo Marzia... mi sembra davvero ingeneroso accusare Giordana di non dire nulla. Sono passati oltre quarant'anni dalla strage e nonostante decine di processi, indagini, perizie e controperizie ancora non c'è nessun colpevole. E dovrebbe essere un film a far luce su tutto?
Secondo me il merito di 'Romanzo di una strage' è di riportare alla memoria e far riflettere su una pagina nerissima della nostra storia. Il film espone i fatti, suggerisce ipotesi, ma poi ognuno è libero di farsi la propria opinione.
E' un film importante proprio perchè ci invita a NON dimenticare. E di questi tempi ce n'è davvero tanto bisogno...

Fabrizio ha detto...

Non sono assolutamente d'accordo quando dici "ma smettiamo di fare finto cinema di denuncia che non è l'arte nostra...."
Anche perchè il cinema italiano è il capofila del cimena politico di denuncia, basti ricordare capolavori come Le mani sulla città (F. Rosi 1963), Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (E. Petri 1970) e La classe operaia va in paradiso (E. Petri 1971) Cadaveri Eccellenti ( F. Rosi 1975)solo per citarne alcuni.
Poi vorrei sottolineare come condurre,(ruffianamente), lo spettatore verso la facile indignazione, sia da sempre il punto debole del cinema politico.
L'escamotage della facile indignazione veniva usato nelle produzioni minori o nel cinema di genere. E poi, per indignarsi non basta sapere quello che è successo?
un saluto

Alessandra ha detto...

E' la seconda recensione negativa che leggo su sto film. Però non so, il trailer m'aveva un po' fomentata...

Old man ha detto...

non so, è un periodo che non mi va proprio di andare al cinema, e non so quanto un film possa servire. Direi che mi astengo

Il cinefilante ha detto...

per Kelvin: sì... trovo inutile fareun film per rimarcare i soliti intrighi uguali a mille altri dove non c'è un colpevole... è un mio limite... perdonami!
per fabrizio: stai parlando di autori e film di almeno quarant'anni fa. i tempi cambiano... il cinema di denuncia oggi non esiste proprio più, men che mai quando affronta direttamente un fatto come la strage di piazza fontana. Il film poi è noioso e farraginoso. Non ho capito la facile indignazione di cui parli a cosa si riferisce....
per Alessandra: questo film ha avuto osannatori e stroncatori... ma gli osannatori hanno puntato tutto sulle prove attoriali...
per old man: ma che bello spunto.... a cosa serve un film?

Fabrizio ha detto...

I film di Giordana su Pasolini e Impastato sono esempi piuttosto recenti. ho citato i film più noti perchè il tuo "non è l'arte nostra" mi ha fatto pensare alla storia del cinema politico italiano.
Per quanto riguarda la facile indignazione mi riferisco ai vari escamotage che i registi utilizzano per accentuare la tragicità di storie reali. per esempio nel caso di Piazza Fontana per acutizzare l'indignazione si sarebbe potuto ricorrere a corpi straziati, madri disperate ecc.
Un esempio recente di facile (e falsa indignazione)è 3 mesi 9 settimane 2 giorni, dove il regista fa passare il ricorso all'aborto clandestino (l'aborto in Romania all'epoca non era legale) come un atto di ribellione al dittatore Ceaucescu, con tanto di lacrime versate per le giovani madri vittime di chirurghi improvvisati e tanta bella indignazione del pubblico. Il regista però ometteva di dire che dopo la fine della dittatura e la legalizzazione dell'aborto le morti di giovani donne che ricorrono all'aborto clandestino non sono per niente diminuite.
In un cinema politico serio e non di genere questo è un errore che non va commesso. mai.