- Mercoledì 2 aprile 2014 al Piccolo Apollo (Centro Aggregativo Apollo 11) in via Bixio 80/b
- Proiezione del film e incontro con Abel Ferrara
Film documentario su Napoli che racconta le testimonianze di donne in carcere, dello sfacelo de Le vele di Scampia e della spirale involutiva di una categoria sociale che non sembra trovare alcun modo di uscire dalla miseria, dalla droga e dal degrado. Messo a confronto con le poche atttività di un paio di centri sociali autogestiti non sembra esserci troppa speranza.
Il risultato è quasi disturbante e non scevro dal coumincare una certa angoscia almeno a me che sono abituata ad andare a Napoli per mangiare pizza e sfogliatelle, non senza un aperitivo al Gambrinus e una puntatina da Gay Odin per comprare dell'ottimo cioccolato.
Sceneggiato interamente da italiani, uno dei quali, Maurizio Braucci, direttamente coinvolto nell'attività del DAMM, centro augoestito dedicato a Diego Maradona, Napoli Napoli Napoli intraprende la strada del documentario sui generis, tra interviste, filmati di repertorio e anche una parte di fiction, il tutto con un risultato di grande fascino. E' innegabile che Abel Ferarra sia un grande uomo di cinema, di quelli che forse non esistono più, nella sua capacità di guardare il mondo attraverso la macchina da presa per risputarlo come qualcosa di altro.
Altrettanto conosciuta la sua necessità di frugare nel degrado, prima ancora che ambientale dell'essere umano. Uno dei pochi registi che va dritto per la sua strada senza pensare minimamente al business, difficilmente infatti quest'opera vedrà la luce al cinema nonostante il valore dell'impresa.
Poi è chiaro, restano tante domande e forse anche molto sconforto perché la situazione sembra essere senza via d'uscita.
Quello che emerge drasticamente è la totale mancanza di assunzione di responsabilità da parte di chiunque abbia a che fare con Napoli, gli abitanti che addossano colpe allo stato e lo stato (nella persona di Rosa Ruso Iervolino) che addita il contesto storico sociale da tempi immemorabili.
Poche le persone che si prendono a cuore in prima persona di fare qualcosa, spesso con esiti fallimentari. Non è un caso secondo me se nel film nemmeno una volta si vede il mare, simbolo di apertura e energia vitale, ci sono solo vicoli degradati, periferie inaccettabili e storie da prendere, partire e non tornare mai più.
In sala dopo il film incontro con il regista che si è prestato a rispondere alle domande di un pubblico di varia umanità. Da quello che ha tirato in ballo il fascismo e il nazismo e si è messo a urlare a chi ha preso la parola per raccontare di sé.
Io ho fatto la seguente domanda "Dopo aver girato il film crede ci sia una speranza per Napoli?".
Abel si è massaggiato il viso segnato, ha abbassato il capo, ha scosso la testa e ha farfugliato qualcosa del tipo bah, boh, non so... e ha passato il microfono ad uno degli sceneggiatori che ha parlato di qualcosaltro.
Il regista in questo periodo comunque è a Roma e sta girando Pasolini con un Willem Dafoe mimetico. SI aspetta con curiosità!
Doveroso abbinamento con lo spazio che ha ospitato la serata il Piccolo Apollo, interessantissime le attività e le politiche. Fatevi un giro sul sito per conoscerlo un po' meglio!
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