Recensione in due tempi.
Il primo tempo l'ho scritto appena visto il film (luglio 2017).
Il secondo tempo l'ho scritto in questo momento, nel 2018.
Visto al Forum di Cultura Austriaco in Viale Bruno Buozzi che di per sé è già un bel vedere.
Incontro con il regista e la sceneggiatrice prima della proiezione.
Fila lunghissima per entrare e controllo con il metal detector.
Per accedere al giardino passaggio per la splendida biblioteca, con mobili e lampade d'epoca.
Primo tempo
Parliamoci chiaro, se vi andate a vedere le foto del vero Egon Schiele vi ricorderà una specie di Mr. Bean d'epoca, se invece guardate il film scoprirete che l'interprete, Noah Saavedra, è decisamente interessante, tanto che per tutto il tempo mi sono chiesta perché avessero invitato il regista e la sceneggiatrice quando potevano farci trovare l'attore, che magari aveva un debole per le donne mature e procaci e non si sa mai, a Roma, in una sera d'estate.
Diciamo che è sempre interessante gettare uno sguardo sulla possibile vita privata di un'artista, anzi di due artisti, perché qui c'è anche un po' di Klimt oltre che Schiele.
Il problema nasce quando al di là dell'immensa produzione artistica ti trovi di fronte un personaggio discutibile sul piano umano. Ci si interroga su come sia possibile che la modernità dell'opera e l'espressione spregiudicata del tratto scavato e spigoloso non corrispondano ad un vivere altrettanto spavaldo. Si scopre che Egon fa delle scelte personali dettate da puro interesse economico, ha tendenze incestuose e probabilmente anche derive pedofile ma cosa più teribile mette in secondo piano i sentimenti e la sua amante/modella Wally Neuzil. per un volgare matrimonietto di interesse.
Insomma va a finire che Schiele ti sta un po' sul cazzo e anche Klimt non ne esce bene del tutto.
Per il resto forse è poco credibile l'atmosfera alla Tutti insieme appassionatamente in un'Austria prebellica che sembra godere del clima della costiera amalfitana.
Secondo tempo
Penso al povero Kevin Spacey, che per aver approcciato in maniera un po' decisa un ragazzo, di cui non si ricorda nemmeno più, l'hanno addirittura tolto di peso da Tuttii soldi del mondo, in cui interpretava il tirchio Paul Getty, colui che non volle scucire un dollaro per il riscatto del nipote.
E a quel nipote gli tagliarono un orecchio, un atto atroce che resta uno degli incubi della mia infanzia.
Ebbene, dicevo, hanno preso tutte le scene in cui c'era Kevin Spacey e le hanno fatte rigirare a Christopher Plummer (che molti anni prima aveva interpretato Tutti insieme appassionatamente).
E non solo, vogliono pure continuare House of Cards senza di lui (senza nemmeno sostituirlo con Christopher Plummer).
Quanta ipocrisia, povero Kevin, mentre le vicende private di Schiele sono dimenticate e i suoi quadri sono in tutti i musei.
Digressione sull'arte ai tempi di Facebook
I quadri di Schiele... Schiele piace a tutti.
Sputtanati i girasoli di Van Gogh, che li abbiamo visti ovunque, dai calendari ai tappetini per il mouse e alle piastrelle della cucina, avendone piene le tasche dei baci e degli alberi della vita di Klimt con la foglia d'oro a fare da sfondo, per qualche strano motivo Schiele piace a tutti.
Non le ninfee di Monet o la non pipa di Magritte ma i nudi di Schiele trovano spazio nella rosa degli artisti preferiti del radical chic d'ordinanza.
Diciamo la verità, dichiarare di adorare Schiele ha la doppia valenza di farci sentire un po' tutti degli intenditori di arte sopraffini e anche di provare quel brivido di riconoscersi nel tormento del sublime.
E invece tiè! Schiele è un borghese egocentrico.
Detto ciò il film è uscito di straforo in qualche cineclub. Tutti, su Facebook, a condividere l'evento ma alla fine credo non ci sia andato nessuno a vederlo.
Viviamo davvero in un'epoca particolare.
Considerazione su Kevin Spacey
Secondo me Kevin Spacey se lo ricorda benissimo il tizio che ha sbattuto sul letto in maniera un po' diretta ma di fronte a questa denuncia tardiva si è tolto lo sfizio di farlo sentire una nullità, dichiarando di non ricordare nemmeno chi fosse.
Sì, denunciami pure, toglietemi Tutti i soldi del mondo, toglietemi pure House of Cards, but I'm sorry babe, I dont even know who you are.
Un grande.
Abbinamento floreale e decisamente stagionale con il parco Tulipark, in Via della Giustiniana, alle porte di Roma, che nei prossimi giorni fiorirà con ben duecntomila tulipani. Io ci andrò sicuramente!
Il primo tempo l'ho scritto appena visto il film (luglio 2017).
Il secondo tempo l'ho scritto in questo momento, nel 2018.
Visto al Forum di Cultura Austriaco in Viale Bruno Buozzi che di per sé è già un bel vedere.
Incontro con il regista e la sceneggiatrice prima della proiezione.
Fila lunghissima per entrare e controllo con il metal detector.
Per accedere al giardino passaggio per la splendida biblioteca, con mobili e lampade d'epoca.
Primo tempo
Parliamoci chiaro, se vi andate a vedere le foto del vero Egon Schiele vi ricorderà una specie di Mr. Bean d'epoca, se invece guardate il film scoprirete che l'interprete, Noah Saavedra, è decisamente interessante, tanto che per tutto il tempo mi sono chiesta perché avessero invitato il regista e la sceneggiatrice quando potevano farci trovare l'attore, che magari aveva un debole per le donne mature e procaci e non si sa mai, a Roma, in una sera d'estate.
Diciamo che è sempre interessante gettare uno sguardo sulla possibile vita privata di un'artista, anzi di due artisti, perché qui c'è anche un po' di Klimt oltre che Schiele.
Il problema nasce quando al di là dell'immensa produzione artistica ti trovi di fronte un personaggio discutibile sul piano umano. Ci si interroga su come sia possibile che la modernità dell'opera e l'espressione spregiudicata del tratto scavato e spigoloso non corrispondano ad un vivere altrettanto spavaldo. Si scopre che Egon fa delle scelte personali dettate da puro interesse economico, ha tendenze incestuose e probabilmente anche derive pedofile ma cosa più teribile mette in secondo piano i sentimenti e la sua amante/modella Wally Neuzil. per un volgare matrimonietto di interesse.
Insomma va a finire che Schiele ti sta un po' sul cazzo e anche Klimt non ne esce bene del tutto.
Per il resto forse è poco credibile l'atmosfera alla Tutti insieme appassionatamente in un'Austria prebellica che sembra godere del clima della costiera amalfitana.
Secondo tempo
Penso al povero Kevin Spacey, che per aver approcciato in maniera un po' decisa un ragazzo, di cui non si ricorda nemmeno più, l'hanno addirittura tolto di peso da Tuttii soldi del mondo, in cui interpretava il tirchio Paul Getty, colui che non volle scucire un dollaro per il riscatto del nipote.
E a quel nipote gli tagliarono un orecchio, un atto atroce che resta uno degli incubi della mia infanzia.
Ebbene, dicevo, hanno preso tutte le scene in cui c'era Kevin Spacey e le hanno fatte rigirare a Christopher Plummer (che molti anni prima aveva interpretato Tutti insieme appassionatamente).
E non solo, vogliono pure continuare House of Cards senza di lui (senza nemmeno sostituirlo con Christopher Plummer).
Quanta ipocrisia, povero Kevin, mentre le vicende private di Schiele sono dimenticate e i suoi quadri sono in tutti i musei.
Digressione sull'arte ai tempi di Facebook
I quadri di Schiele... Schiele piace a tutti.
Sputtanati i girasoli di Van Gogh, che li abbiamo visti ovunque, dai calendari ai tappetini per il mouse e alle piastrelle della cucina, avendone piene le tasche dei baci e degli alberi della vita di Klimt con la foglia d'oro a fare da sfondo, per qualche strano motivo Schiele piace a tutti.
Non le ninfee di Monet o la non pipa di Magritte ma i nudi di Schiele trovano spazio nella rosa degli artisti preferiti del radical chic d'ordinanza.
Diciamo la verità, dichiarare di adorare Schiele ha la doppia valenza di farci sentire un po' tutti degli intenditori di arte sopraffini e anche di provare quel brivido di riconoscersi nel tormento del sublime.
E invece tiè! Schiele è un borghese egocentrico.
Detto ciò il film è uscito di straforo in qualche cineclub. Tutti, su Facebook, a condividere l'evento ma alla fine credo non ci sia andato nessuno a vederlo.
Viviamo davvero in un'epoca particolare.
Secondo me Kevin Spacey se lo ricorda benissimo il tizio che ha sbattuto sul letto in maniera un po' diretta ma di fronte a questa denuncia tardiva si è tolto lo sfizio di farlo sentire una nullità, dichiarando di non ricordare nemmeno chi fosse.
Sì, denunciami pure, toglietemi Tutti i soldi del mondo, toglietemi pure House of Cards, but I'm sorry babe, I dont even know who you are.
Un grande.
Abbinamento floreale e decisamente stagionale con il parco Tulipark, in Via della Giustiniana, alle porte di Roma, che nei prossimi giorni fiorirà con ben duecntomila tulipani. Io ci andrò sicuramente!
2 commenti:
Kevin rimarrà sempre The big Kahuna.
Alla faccia di chi gli vuol male.
Thank u
Kevin
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