In un’afosa giornata di un maggio che sembra agosto (35 gradi limortacci sua), calda e appiccicaticcia, il Cinefilante si reca all’Admiral di piazza Verbano alle 4 del pomeriggio per vedere Antichrist…
In tutta la sala siamo 4… Quelli dietro di noi si lasciano scappare uno “speriamo bene…” e anche io di riflesso non posso fare a meno di sussurrare la stessa cosa, sebbene Lars Von Trier non mi dispiaccia. L’incipit è disastroso… uno spottone pubblicitario degno di Dolce e Gabbana, un bianco e nero patinato in cui Charlotte Gainsbourg e Willem Defoe ci danno dentro che dio la manda mentre il loro figlioletto, incustodito si getta dalla finestra. Tra un amplesso e l’altro, quasi si trattasse di Romance con Rocco Siffredi, buttato lì come per caso appare il cazzo. Ebbene sì… Lars con questo film sdogana il cazzo e ce lo propone un po’ in tutte le salse. Accipicchia… direte voi… e questo è ancora nulla… questo appunto è solo l’incipit… freddo, senza la minima traccia di pathos, tutto al rallentatore… anche troppo al rallentatore. Insomma non promette bene e poi quel cazzo così a sorpresa non è che aggiunga niente di trascendentale, è solo un cazzo e di certo non è quello di Defoe. La cosa agghiacciante è che di fronte ad una tragedia come qellla dell’incidente che vede la morte del figlioletto si rimane completamente privi di partecipazione.
Detto da me… avida consumatrice di TVmovie americani con bambini rapiti, scambiati nelle culle ecc. ecc. in cui ho sempre dato largo sfogo a fiumi di calde lacrime accompagnate da profondo dolore… vi potrà dare la misura di come possa essere poco comunicativa la vicenda. Nessuna immedesimazione e anche la voglia di fare qualche battuta cinica per la situazione che vira al ridicolo. Ritorna il colore e ci troviamo in mezzo al bosco con una casa che sembra proprio La casa, con i due genitori distrutti dal dolore che cercano di ricostruire le loro identità e le loro vite. Scopriamo che la Gainsbourg è assatanata fracica e che l’unico suo sollievo è quello di aggredire sessualmente il marito.
Lui sembra più freddino ma in realtà appare eviente che si tratti di un vero e proprio stallone, sempre pronto all’azione in qualsiasi momento…
Poi la situazione frana e la Gainsbourg impazzisce del tutto fino a dargli una zaccagnata con una tavoletta di legno propriò lì. Un’essere umano qualsiasi se non morirebbe sul colpo poco ci manca, perché sta zaccagnata gliela da bella forte, invece lui sviene ma gli resta bello dritto tanto che lei ne approfitta immediatamente. Poi però prende un trapano e gli trapana una gamba e infine prende una mola di pietra. Io che sono un po’ mascalzoncella ho detto: ma che glielo vuole molare?
Il mio cavaliere non ha risposto perché secondo me era ancora sotto shock dalla scena della zaccagnata… ma poi abbiamo subito scoperto che la mola di pietra verrà inserita attraverso il perno centrale nel buco sulla tibia. Ci mette pure un bullone la pazza e poi nasconde la chiave inglese…
Da qui un crescendo immondo poco veritiero in cui Willem Defoe al pari di Misery non deve morire, si trascina co ste gambe invalidate dalla mola di pietra… poi come Terminator non muore mai nonostante venga preso a palate, mezzo sepolto vivo e pugnalato con una forbici nella schiena (e non dimentichiamo la zaccagnata…).
Infine lei si amputa le labbra (non si parla della bocca) e lui in un impeto la strangola non senza provare un certo piacere. Testimoni dei fatti sono una volpe mezza putrefatta, un cerbiatto il cui feto è rimasto per metà nell’utero e un corvo (che non c’è verso di farlo schiattare nonostante venga preso a pugni peggio di Rocky).
Vabbè lo sapete che a me diverte scrivere un sacco di fregnacce… e che quindi con Antichrist ci vado a nozze perché mi da grandi possibilità di divertimento… però ecco non è che in effetti sia un film troppo riuscito… troppo cerebrale, studiato nelle sue implicazioni simboliche e antropologiche di commistione tra l’essere umano, i suoi legami con una natura ancestrale e una spiritualità pagana che esige tributi di sangue. Di fatto, per quel che mi riguarda, si tratta di una messa in scena (molto teatrale per la verità) di riti incomprensibili per noi esseri “civilizzati” ma che ricordano di The Wicked man senza mantenere quelle atmosfere inquietanti e opprimenti.
Da vedere? Da non vedere? Ma che ne so… Antichrist è un po’ noiosetto alla fine e restano un sacco di domande che necessiterebbero di almeno di un paio di annualità di un qualche oscuro corso di Lettere. Ci sarebbero anche un sacco di altre cose da dire ma tutto sommato io credo non ne valga la pena perché si tratta di analisi concettuali pure interessanti ma che Lars Von Trier non ha saputo tradurre cinematograficamente in maniera commestibile.
Abbinamento con il celebre Bar Benaco che già da quando andavo a scuola ha sempre dispensato cornetti deliziosi... picoli e belli gonfi di crema. Adesso nella nuova sede che comprende i locali che un tempo erano il laboratorio. Bar benaco, Via benaco, 13 tel. 068548636
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2 commenti:
ciao cinefilante, la rece è davvero divertente e dissacrante. da questo punto di vista direi che con questa prova il contributo di trier alla settima arte è piuttosto basso... l'avrei censito nella categoria degli inutili...
Grazie! in realtà gli "inutili" sono riservati a quei film veramente tali... qui con antichrist resta sempre il dubbio che magari avendo una maggiore cultura o dominando alla grande materie a me sconosciute.. ci possa essere qualcosa di interessante.... anche se io credo che fondamentalmente quando per capire ed apprezzare un film ci vuole il master in esoterismo è un'occasione persa!
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