venerdì 3 ottobre 2008

Burn after reading

  • 2 ottobre 2008, Cinema Savoy di Via Bergamo, 17 (un tempo si chiamava Savoia).
  • Di fronte Il Fassino, dove si può prendere un caffè con "sottofondo" di pianoforte...


Uno dei film più inutili degli ultimi cinque anni.
Eppure osannato dalla critica e da tante persone che l'hanno definito "capolavoro".
Altro che saggio antropologico... qui ci vorrebbe direttamente l'elettroshock!
Burn after reading che nel nostro ridente paese è stato distribuito con l'ameno "A prova di spia" in realtà aveva come sottotitolo "Intelligence is relative".
Ebbene su questo non ci piove.
Allora.... siamo al Savoy in Sala 1... cinema semivuoto, saremmo stati al massimo una trentina di persone ma fidiamoci sulla parola che questo film è primo al botteghino, come se ormai i Coen fossero dei novelli Vanzina col cinepanettone natalizio.. praticamente un richiamo irresistibile al quale anche chi non mette piede in sala da dieci anni non può resistere vabbè.
I Coen... vabbè.
Prima del film un supplizio inaccettabile.... il trailer del nuovo film di Vincenzo Salemme. Credetemi poche volte nella vita mi è capitato di assistere a uno spettacolo così imbarazzante. In confronto i già citati figli degeneri di Steno sono rispettivamente incarnazioni di Bergman e Truffaut.
Del cast fanno parte anche Panariello e Sergio Rubini, con un parruccone di capelli fonati, che si prestano all'ignobile pantomima. Raffinata comicità del tipo che uno dice "Signor Calazzo..." e il maggiordomo extracomunitario ripete "Signor Cacacazzo". E ugualmente Sergio Rubini, costretto ad una parte in cui tutto ciò che dice è storpiato ad hoc per poter arrivare alla parolaccia. Una tristezza infinita... imbarazzo... Un film urlato, ripetuto (perfino il trailer è ripetitivo), volgare, di bassa lega, uno schifo insomma. Si chiama No problem. Se lo dice Salemme....
Insomma inizia il film e dopo circa 40 minuti le scenette tutte molto slegate non hanno ancora trovato il modo di farci entarre nel vivo. Commento: bah?!
Io nonostante i fratelli Coen siano abilissimi nell'avere successo con sceneggiature peggio di uno scolapasta mi faccio forza e coraggio e penso che magari qualcosa accadrà e che il film possa riprenderesi. Niente... appare chiaro come la mia speranza sia vana.
Torno al sottotitolo originale... l'intelligenza è relativa... questo è un film su dei deficenti. Deficiente Brad Pitt, di cui vi mostro una delle espressioni più gettonate..Deficiente George Clooney che fa la parodia di se stesso nel Nespresso, tutto tic e mossettine. Deficiente John Malcovich e deficiente Frances Mc Dormand che per pagarsi gli nterventi di chirurgia plastica da il "LA" a tutto il casino. E dire che, ironia della sorte, in effetti non è che non ne avrebbe bisogno di quegli interventi.
Insomma l'intelligenza è relativa, va bene ma qui troviamo riuniti dei campioni di imbecillità che nemmeno nei film dei fratelli Marx ce ne erano così tanti.
Capolavoro? Perché c'è di mezzo la CIA e il Dipartimento di Stato e ci fanno vedere che sono deficienti pure loro? Un modo di mettere alla berlina il potere occulto che tanto la fa da padrone nelle vicende americane? Un po' come per dire "E te credo che hanno buttato giù le torri gemelle se alla CIA sono così cretini...".
E la sapete la cosa più bella? Dopo aver detto peste e corna sulla comicità greve di Salemme?
La Frances Mc Dormand storpia il nome del russo che si chiama Kulpof (o qualcosa di simile) e lo chiama per tutto il tempo "culof". Che ridere............ e che analogia con Salemme.
Non so... verrebbe da cimentarsi in un nuovo capitolo delle "Vite parallele" di Plutarco...
Vabbè lasciamo perdere... mi soffermo invece sul fatto che stilisticamente questo film è un vero e proprio collage dei Coen precedenti. Abbiamo il tema del divorzio e della misera condizione della coppia che recita sprizzando cuoricini e meditando la pugnalata alle spalle come in "Prima ti sposo e poi ti rovino", abbiamo scenografie con le finestre tonde e inquadrature molto simili a "Mr. Hula-hop", abbiamo i dialoghi che non portano da nessuna parte come ne "Il grande Lebowsky" ma soprattutto abbiamo un'inconcludenza che troviamo nel 70% della produzione dei due fratelli. E pensare che un po' me la sono cercata perché l'alternativa era "Il matrimonio di Lorna" dei fratelli Dardenne...
C - chi? Quelli di Rosetta?
F - Sì..
C - Per carità di dio... una tristezza... con quei colori sbiaditi.. quei cieli grigi...
F - Eh.. ma girano in Belgio... è chiaro che il cielo lì può essere solo grigio
C - No no allora preferisco i Coen.. almeno magari un sorriso me lo strappano anche se poi alla fine il film farà schifo...
F - Ma io ne ho sentito critiche entusiastiche...
E con questo chiudo il cerchio... torno all'elettroshock!

Meno male che prima del cinema ero andata a mangiare una bella pizza al Carroccio.. una pizza talmente buona e delle crocchette di patate superlative che mi hanno permesso di affrontare la doppia visione del trailer salemmiano e della fregnaccia coheniana. Il Carroccio si trova in Via del Carroccio 9 tel 06 44237018 e fanno pizza napoletana, su richiesta anche in versine "bassa", comunque ottima. Il lunedì (purtroppo) è chiuso ma i restanti giorni della settimana vi delizierà anche con una bella selezione di dolci. Megli o andarci presto ma soprattutto prenotare se non c'è la baraonda!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ehm. si ma coheniano??? Btw... il mondo è bello perchè vario

Il cinefilante ha detto...

ma che palle...! guarda.. nemmeno lo correggo...! e.. sì.. il mondo è bello perché è vario!