- Martedì 19 novembre 2008, Cinema King in Via Fogliano, 37
Ci ho provato a proporre Quantum of Solace ma anche questa volta mi è andata male… Ma tu, James, aspettami che prima o poi arrivo!
Prima del film, durante i trailers, ci becchiamo la presentazione di “Solo un padre”… dio santissimo è proprio lui.. Luca Argentero uno dei partecipanti de Il grande fratello…
Insomma come dire ormai che partecipare ad un reality ti vale come stage all’Actor’s Studio…
Il trailer è lento, smielato, un fotoromanzetto da sue soldi studiato ad hoc sulla scia delle brutture che da un po’ di anni a questa parte infestano le sale, tipo Roul Bova che glie piace la ragazzina o le varie cazzatine di Moccia.
Il mio vicino sussurra sconsolato“Deve essere proprio una cazzata madornale..”.
“Magari!” penso io… la cazzata madornale in definitiva non ti tradisce mai, non promette niente di diverso da quello che è... Se vai a vedere Boldi ti aspetti di trovarci Christian non Vittorio..
Ma andiamo al film... Devo dire ne avevo letto bene, di quel bene che capisci che parte da uno slancio e non dalla solita marchetta o dalla necessità di osannare per partito preso il nostro vituperato cinema nazionale…
Giulio Manfredonia è il regista… colui che qualche anno fa ha avuto l’ardire di fare un remake di “Ricomincio da capo”, uno dei miei film cult che, oltre a non aver nessun bisogno di essere rieditato, non meritava la sostituzione di Bill Murray con Albanese.
Come fin troppo spesso faccio notare la mia diffidenza per il cinema italiano ormai è cronica ma ogni tanto faccio delle eccezioni e ancora più raramente rimango contenta. “Si può fare” è uno di questi casi più unici che rari in cui sono completamente soddisfatta e felice della visione.
Finalmente un bel film che diverte, commuove e fa riflettere ma soprattutto che restituisce l’immagine di una condizione, senza dubbio pesante, senza indugiare sul dramma ma cogliendone gli aspetti più lievi.
Ecco… una volta tanto un film italiano che mi sento di consigliare senza se e senza ma per tutta una serie di motivi.
"Si può fare" senza troppi preamboli entra nel vivo raccontando una storia di malati mente alla riscossa che, tra mille difficoltà, cercano di vivere con barlumi di “normalità”. A capitanare il tutto un Claudio Bisio, ispirato e bene in parte, che costituisce il “legante” della variopinta brigata. La totale assenza di volgarità, una regia dalla mano delicata ma ferma e decisa, una storia che pesca ciò di cui ha bisogno in una realtà con cui bisogna fare i conti con le conseguenze della legge Basaglia (anche “La meglio gioventù” ne affrontava le drammatiche problematiche).
Insomma ero un po’ perplessa al pensiero di dover passare la serata ne “Il corridoio della paura” o peggio ancora ne “La fossa dei serpenti” invece tra un sorriso, una lacrima e un brivido al primo de “L’isola che non c’è” di Bennato, che mi ha riportato indietro di quasi trent’anni, “Si può fare” si è dipanato senza intoppi, come si vorrebbe sempre vederne di film così…
Mi sento di consigliarlo senza indugio, difficilmente potrà non piacere e ognuno trovarci quello che desidera, la commedia, il dramma, il divertimento, la malinconia o qualsiasi altra cosa abbia dentro in quel momento…
Tornando a casa mi rendo conto che è prestissimo... e sono giusto in tempo per vedere "Gli amori di Astrea e Celadon" che fanno su Sky... appena trovo le parole imbastisco la prossima recensione... sperando che Rohmer non mi citi per danni...
Abbinamento doveroso con quello che considero il foyer del Cinema King ovvero la Gelateria dei Fratelli De Angelis in Via di Priscilla, 18/20, tel. 0686200724 (chiuso il martedì), che a mio non modesto avviso fa il miglior cremolato di frutta della città con una panna che è ancora montata con le fruste invece che col montapanna elettrico. Eccezionali i gusti alla fragola e al melone (solo d’estate) ma anche fico, lampone oltre che il classico caffè e limone. Una garanzia!
1 commento:
Grazie per i complimenti. La verità è che ho avuto due ottimi maestri: il Pana nella vita, la Jena nella fantasia.
Ciao.
GM
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