lunedì 28 settembre 2009

I love you, man

Filmettino ino ino che ti strappa un paio di risate e si lascia vedere senza infamia e senza lode.
Paul Rudd si ritaglia un ruolo da ragazzo della porta accanto che tutto sommato non convince affatto e si fa rubare la scena dalla sua "spalla".
Visto l'antefatto quasi si sperava in un finale alla "In & Out", soprattutto visti i due o tre chili di omosessualità latente ed esplicità che fanno capolino qua e là...
E va bene... reprimiamo! Ma che almeno si renda conto che non può sposare la fidanzata che non gradisce fare pompini, che con lei non c'è futuro.... niente... nemmeno quello...
Continuiamo così... sposiamoci senza un perché....
Isomma ci si rassegna che il film resti nella più totale convenzione, dove gli uomini necessitano di un luogo virile dove poter suonare la batteria e ascoltare musica hard rock mentre donne starnazzanti si riuniscono tutte insieme a ciagolare.
Mi ricordo... Via col Vento: Rossella Hoara che irrompe nella sala dove gli uomini fumano il sigaro e parlano di politica abbandonando la stanza con sole donne che ricamano... solo entrando in quella stanza provoca scompiglio, rompe un tabù, prende in mano una situazione...
Via col Vento... 1939... I love you man 2009... 70 anni per tornare indietro e riproporre degli stereotipi agghiaccianti...
Ma lasciamo perdere l'analisi sociale che meriterebbe ben altri approfondimenti...
Paul Rudd e la sua scialba fidanzata sono insopportabili nella loro totale freddezza e nel non avere nemmeno un guizzo nel loro rapporto... rappresentano il simbolo del matrimonio per convenzione per eccellenza... e al di là di questa rappresentazione orrorifica, che può anche essere una scelta registica, sono banali a livello attoriale, di nessun interesse per la pellicola...
Ha un buon da fare Paul Rudd a scatenarsi in assoli di basso immaginari... resta sempre al palo.
Ma allora com'è che alla fine un paio di risate sto I love you, man te le fa fare?
Ecco.. passiamo all'unico motivo di interesse... Sidney alias Jason Segel... gigantesco, prorompente, tra il candido, malinconico e sprizzante, una spalla con una filosofia tutta sua, sempre in bilico tra angelo custode, genio della lampada e simpatica canaglia... Si teme possa essere un personaggio da "Cattive compagnie" invece poi esce fuori in tutta la sua sincerità e umanità. E' lui che salva il film e che lo fa giungere alla sufficienza... E' lui che illumina un Paul Rudd che brilla di luce riflessa.
Il personaggio di Sidney è fichissimo, non ai livelli di Rys Ifans in Notthing Hill ma ci si avvicina... il ragazzo è giovane e se non fa la fine di un John Candy potrebbe riservare delle belle sorprese...
Per il resto sicuramente un film per cui non vale la pena perdere una serata al cinema ma che se si è di bocca buona può andare bene per un DVD affittato al volo da blockbuster...

Abbinamento cinematografico a "Un biglietto in due" con Steve Martin e il compianto John Candy...

1 commento:

Anonimo ha detto...

Magnifica recensione Cinefil! Mica per altro, ma perchè sei riuscita a trasmettere esattamente il vuoto con cui è confezionato questo film. Ti ringrazio per averlo segnalato "tra le righe" come "da non vedere". Risparmio finalmente un pò di tempo :-)