martedì 21 febbraio 2012

ATM - trappola mortale


  • Sabato 18 febbraio 2012
  • Cinema UCI Porta di Roma, dio perdonami perché ho peccato,



Il 2012 è iniziato da poco ma ATM ha ottime possibilità di conquistarsi un posto nella top ten dei 10 film più irritanti dell'anno.
Se per il presupposto di pochi personaggi bloccati irrimediabilmente in luogo dobbiamo ringraziare Sir Alfred Hitchcok, il primo che io sapppia ad avere concepito una storia in cui i protagonisti sono costretti in uno spazio ristretto (Prigionieri dell'oceano, 1944) è pure vero che negli ultimi tempi gli sceneggiatori si sono industriati ad ideare trame da realizzare con diecimila lire. Tra bare e ascensori, con pochi attori si risparmia sui costumi, sul set, su tutto praticamente... e purtroppo pure sulla storia.
Ed è la storia infatti a essere assente, in ATM ci sono un susseguirsi di momenti in cui la tensione cresce per poi cadere senza nessuna vera sorpresa, senza nessuna costruzione, pura superficie.
I dialoghi poi sono aberranti, quasi peggio di quelli di "Una mamma per amica", e sono solo il preambolo di una sceneggiatura che fa acqua da tutte le parti.
I tre protagonisti, tre attori pseudotelevisivi di cui uno sembra il fratello minore del Dott. Shepard di Grey's Anatomy) sono messi sotto assedio in una postazione bancomat dell'ATM da un tizio che ammazza ferocemente chiunque gli capiti a tiro, tutti tranne loro, che loro si limita a guardarli e terrorizzarli sono con la sua inquietante presenza sul piazzale.


Comprendo che forse sia fuori luogo chiedersi "perché", visto che la tendenza degli ultimi 20 anni è quella di presentare la follia come priva di alcuna radice, come un male che nasce, cresce e si nutre di sé stesso, forse sbaglio ma io pretenderei ancora un qualche senso.
Cioè questi non si sprecano nemmeno più a giustificare i serial killer con un'infanzia di abusi o la possessione demoniaca della casa con la profanazione del cimitero indiano, hanno svincolato la causa e l'effetto lasciando spazio solo all'emozione spicciola di quando l'amico bontempone ti fa BOOM da dietro la porta per farti prendere un colpo.
Indubbiamente si va al cinema anche per provare delle emozioni ma così, slegate da ogni logica ma anche da ogni fantasia, c'è solo il nulla...
Un ulteriore abbassamento dello standard che a lungo andare genera nel pubblico una totale incapacità critica e una totale accettazione di qualunque fregnaccia proiettata sullo schermo. Emozioni fast-food da video-game in cui il quadro successivo può vedere alzato solo il livello della violenza e dell'efferatezza.
Tanti giovani in sala e per fortuna ho sentito anche il seguente questo commento: "ahò... sto film me doveva fa' paura invece m'ha fatto solo du' cojoni!". Come dargli torto... Chissà, forse c'è ancora speranza.

Come finisce ATM - trappola mortale?
Vuoi saperlo? Seleziona il seguente testo da qui I tre giovani, totalmente incapaci di pensare a qualcosa di sensato per tentare di salvarsi ne combinano una dopo l'altra fino a che l'assassino che li bracca decide di affogarli dentro la postazione bancomat. Fortuitamente trova una pompa anche sufficientemente lunga da arrivare alla postazione, altrettanto fortuitamente trova un buco che comunichi con l'interno e in pochi minuti è tutto allagato. La ragazza bionda cade, sbatte la testa e muore. Il tizio che somiglia a Grey's anatomy è già bello che andato che era stato pugnalato. L'unico superstite si capisce che verrà considerato l'unico responsabile. E l'assassino? Si reca in una specie di box in un garage dove in tutta calma prende degli appunti su distanze e portata delle telecamere, come se stesse progettando qualcosaltro... Sì finisce così. Nient'altro.... mavvaff..... a qui!

Abbinamenti cinematografici come se piovessero. Inizierei con Duel (1071), uno dei pochi film decenti di Spielberg, in cui furbamente si da il via alla personificazione del male sotto forma di automobile nera, senza che sia dato sapere il perché e il per come. All'epoca fu una gran novità ma per quanto ce la vogliono menare ancora?

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