domenica 18 gennaio 2009

Tony Manero

  • Domenica 18 gennaio 2009, Cinema Mignon in Via Viterbo, 11

E ora da dove inizio?
Ci rechiamo al Mignon pieni di belle speranze, la sala è quasi piena e per essere lo spettacolo delle otto e trenta, di una domenica sera piovosa, questo sembra un buon segno…














E invece no. Mettetevi l'anima in pace, Tony Manero è un brutto film e questo sarebbe il male minore, purtroppo siamo abituati a brutti film, è la presa per il culo che ci fa imbestialire, i premi vinti a Torino, la pretestuosità di immagini sfocate e pellicola sgranata ad hoc.
Lo capiamo già dai primi 5 minuti che abbiamo preso una fregatura ma la speranza è sempre l’ultima a morire dice un proverbio, solo che io ne conosco un altro "chi di speranza vive, di speranza muore" e mi sembra molto più calzante.
Questo film è pensato e realizzato per piacere ad un pubblico ben preciso, di cui evidentemente io non faccio parte.
Tony Manero, che in realtà si chiama Roul, è un uomo di merda che trascina la sua squallida esistenza con persone più squallide di lui. E credetemi… ce ne vuole.
L’unica cosa che gli interessa, ma nemmeno con troppa passione, è ballare una sequenza della frebbre del sabato sera nei panni di John Travolta per il resto non esita a trucidare chiunque si metta sul suo cammino. In questo film si possono annoverare alcune delle scene più disgustose della storia del cinema. La prima è quella in cui la pseudo fidanzata di Roul, identica a Wladimir Luxuria, cerca di fargli un pompino.
Il regista nel tentativo di restituire un realismo nudo e crudo, inquadra questo funghetto moscio e un po’ chino,  poi però non resiste al richiamo di un didascalismo prosaico e fa dichiarare alla donna: “Nemmeno ti si alza”. Emh ce ne eravamo accorti.
Bruttino forte…
La seconda scena è quando Roul pensa di bene di cagare sul vestito bianco di un suo ipotetico sfidante.
Non pago di quest’atto ci delizia spalmando e spargendo con cura la sua cacca sul completo bianco, giacca e pantaloni.
Ora un po’ mi preme rassicurarvi sul fatto che io non sia una bacchettona, mi è anche piaciuto Visitor Q e non mi scandalizzo certo per un cazzo sullo schermo o per lo scherzetto del vestito, e men che meno mi indigno per l’uccisione immotivata di tante persone, che, voglio dire, negli utlimi vent’anni ci siamo sorbetatti i serial killer più allucinanti che si siano mai visti sulla faccia della terra e mai che ci avessero dato una spiegazione del perché lo facessero. Figuriamoci se neghiamo l’uccisione immotivata a Tony Manero,  di fargli sterminare chiunque gli stia anche solo leggermente sulle palle.
Il film partendo da un presupposto debolissimo si snoda senza una cazzo di sceneggiatura.
Personaggi zombeschi, senza né arte né parte, psicologia vacante, e la figura più brutta ce la fanno le donne, tre generazioni a pendere dalle labbra di questo individuo, vuoto, squallido, infingardo, per di più impotente e con le mutande più brutte che sia siano mai viste nella storia della biancheria intima maschile.
Una rappresentazione di una femminilità totalmente vile e asservita, che fa imbestialire anche me, che nonostante l’apparenza battagliera sono una geisha.
Insomma queste tre le avrei prese e attaccate un muro, la madre che arriva a denunciare la figlia alla polizia per le sue blande attività rivoluzionarie, solo per vendicarsi del fatto che ha passato la notte con Roul.
Va bè comunque la storia è quella di Roul che gli piace ballare come John Travolta, parla poco, non cambia mai espressione (miglior attore al Festival di Torino…. malimortacci…), deve partecipare ad un equivalente de “La Corrida” cilena, nel mentre ammazza un po’ qua e un po’ là, finisce il film.
Eh sì, il film finisce veramente a cazzo, di botto.
Il Ballestrero sussurra: ma mica sarà ancora il primo tempo?
Mentre ancora si interroga dalla fila dietro la nostra scatta un sonoro “mavvaffanculo…!”
Il mio cuore si riempie di gioia, mi giro e vedo facce incredule e incazzate, fioccano altri commenti “Fa bene Nanni Moretti a dimettersi…” e un altro: “Sai che ti dico? Che questi se lo sono meritato tutto Pinochet!”,  poco più in là:“’na merda sto film…” e a seguire una serie interminabile di tutte le variazioni sul tema dei “mortacci tuoi”.
Guadagniamo l’uscita di sicurezza che sbuca in Via velletri, restiamo qualche minuto in silenzio senza sapere cosa dire, cosa fare, io mi accorgo che il muro è tutto pieno di scritte, con una percentuale di bestemmie di circa l’80%.
E allora mi chiedo “Ma com’è che ci sono tutte queste bestemmie?”, uno sconosciuto che esce in quel momento mi guarda sconsolato e fa: “le devono avere scritte quelli che sono usciti dallo spettacolo delle sei…”.
Decidiamo di andare ad un pub lì vicino, tutte le nostre velleità di andare chissà dove sono state stroncate da sto film di merda.
Ne nasce un dibattito che chi ci sente pensa che siamo persone colte, a modo, “impegnate”.
Io affermo che è un film furbo e falso, costruito per piacere ad un certo tipo di pubblico internazionale.
Il Ballestrero è incazzato nero e Fulvio dice che tutto sommato non gli ha fatto proprio schifo ma che comunque è immotivato tutto il ben parlare che se n’è fatto sui giornali.
Io trovo piuttosto ruffiano parlare del Cile di Pinochet senza parlare veramente del Cile di Pinochet, sono basita dal contesto politico e sociale NON del film ma del nostro paese, che acclama simili schifezze e che ci vuole convincere che un film così brutto sia bello.
Che cosa triste e drammatica, quasi peggio di Pinochet.
Inserico Tony Manera nella categoria "Da evitare", non trovo nessun motivo per consigliarlo a chicchessia, è un film vuoto, inutile ma soprattutto non è sincero.

Per l’abbinamento perdonatemi ma non mi ci spreco un gran che… Segnalo a pochi metri dal cinema Mignon “La Rinascente” ora tutta bella rinnovata in stile milanese e in questo periodo con sconti del 50% che sono sempre un piacere. Quello che però per me è interessante, tutto l’anno, è l’orario di apertura dalle 9 del mattino allle 10 di sera, che consente acquisti di ogni genere all’ultimo momento!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

mah, a me è piaciuto davvero tanto. il film è una metafora del cile. è un film politico. poi vabbè, la storia dei protagonisti è davvero squallida

Il cinefilante ha detto...

Se è così... ha ragione chi ha commentato che Pinochet se lo sono meritato tutto...!
Certe volte dimentichiamo che la "politica" è solo il riflesso di un popolo e infatti qui abbiamo persone che si crogiolano nello squallore e che, se fa loro comodo, utilizzano gli stessi sistemi disumani e ricattatori dello stato/polizia (mi riferisco alla madre che denuncia la figlia).

Un film politico... mi sarebbe piaciuto vedere come stanno oggi in Cile e non trent'anni fa che lo sappiamo tutti chi era Pinochet... ma evidentemente era più "vendibile" una storia in cui il famigerato dittatore non è nemmeno chiamato in causa direttamente ma è solo un'ombra che aleggia.

Poi vabbè... è la politica stessa che è ipocrita e falsa e quindi forse è vero.. è un film politico. ma non credo che lo intendiamo nella stessa maniera...

per il resto penso sempre che se qualcuno è riuscito a farsi piacere un film che a me non è piaciuto vuol dire che o ha colto qualcosa che mi è sfuggito o.. che si è fatto fregare...!
Vai a sapere...

Anonimo ha detto...

ciao cinefilante! spezzo una lancia a favore del pubblico che non ha amato il film: un film deve essere compreso senza troppe spiegazioni. se me lo devono spiegare il film ha in parte fallito. a parte questo a volte le spiegazioni salvano quello che di davvero buono è portato dall'opera. anche a me è servito leggere le dichiarazioni del regista e analizzare meglio il tutto per poter comprendere il film.
il protagonista incarna un cile moderno, dopo pinochet, che cerca di riscattarsi da un fallimento ma che non trova salvezza. è un paese disilluso che rincorre idoli, simboli di benessere e di realizzazione personale non propri: tony manero è adorato in sud america, ma rappresenta un simbolo degli states, che non ha nulla del sud america.

Il cinefilante ha detto...

Un Cile moderno post Pinochet? Temo che le dichiarazioni che hai letto siano fuorvianti.. il film si svolge nel 1978 in pieno Pinochet... è evidente sia dal "cambio" in sala tra la febbre del sabato sera e grease ma soprattutto dal regime di polizia che vediamo chiaramente nel film...
Per non parlare poi del protagonista "che cerca di riscattarsi da un fallimento ma che non trova salvezza"...
riscattarsi da un fallimento??? per quanto ne sappiamo Roul è sempre stato così... quale fallimento? ma soprattutto quale riscatto? non sembra avere interesse né nell'uno né nell'altro...
Se poi dobbiamo accettare che questo sia un film "concettuale" è ciò che mostra (la bruttezza) sia solo il simbolo di qualcos'altro... allora mi convinco ancora più della ruffianeria del regista...
e come ho detto su filmTV è molto più facile fare un film brutto che uno bello.
sul fatto che tony manero sia un idolo... all'epoca quando uscì in italia... john travolta divenne un idolo anche qui... ancora ricordo la folla per entrare al cinema a vedere grease.. tutte le copertine dei giornali. e all'epoca semnbrava pure bello (a me non è mai piaciuto però eh?!...

Unknown ha detto...

Recensione stupenda, ancora più divertente perchè include i commenti del pubblico in sala e fuori! Comunque se la memoria non mi tradisce, quelli che hanno detto che le bestemmie sul muro erano state scritte da quelli dello spettacolo delle sei, sono gli stessi che alla fine del film hanno chiosato a buio in sala un sonoro "Ma li mortacci loro!"