lunedì 1 giugno 2009

Vincere

  • Visto anche questo a Tarquinia... al multisala Etrusco... Biglietto scomparso...! ma pagati solo 2,5 euri per non so quale iniziativa della regione!

Faccio parte di quella categoria di persone che si è un po’ rotta le palle a sentir sempre parlare del fascismo e di Berlusconi e lo scoprire che alcuni critici parlano di Vincere come del film definitivo su Berlusconi mi rompe le palle doppiamente oltre che a farmi rizzare i capelli sulla testa.
Vincere è il prodotto di un regista inequivocabilmente di gran talento ma che a mio parere sceglie delle storie che non ci dicono granché di nuovo.
Bravo Filippo Timi ancor più nella parte del figlio che imita il padre/duce piuttosto che nella parte del duce stesso....
Brava la Mezzogiorno che dopo una prima parte del film in cui è solo sbattiti di ciglia, sospire e sguardi languidi tira fuori un carattere insospettato.
Insomma tutti bravi… però dire che Vincere rimarrà nel mio cuore o nella mia testa come un film da non dimenticare…. Bè questo proprio no.
Vincere non aggiunge nulla (e nemmeno toglie) alla controversa figura di Benito Mussolini.
La sua psicologia resta in superficie e forse questa per me è la pecca principale del film… che poi ci siano immagini bellissime, una fotografia “importante” che caratterizza il film in maniera permeante e il celebre “montaggio futurista” (complimenti a chi ha avuto l’idea di definire così le poche scene leggermente accelerate… in modo da poter assurgere al pregevole binomio cinema & arte) per me non basta a farne né un bel film né tantomeno un capolavoro.
Di fatto un film in cui ognuno potrà vedere quello che vuole allo stesso modo di una macchia d’acqua su una roccia… chi ipotizza che ci sia una sorgente e chi ci vede il volto della madonna…
Un cinema di qualità che si incarta su sé stesso, molta forma e poca sostanza ma principalmente la mancanza di generare un’idea alla base del tutto che non sia l’ormai iper sfruttato fascismo che però va sempre di moda. Un cinema in cui la creatività e la necessità di esprimere un idea abdica al tecnicismo e alla sensibilità per la bella inquadratura… pura maniera.
Va sottolineato il doppiaggio (o presa diretta o quel che sia) piuttosto sconclusionato e l’acustica in generale improvvisata… oltre che il mai troppo consigliato corso di dizione ai nostri attori italiani…
Dunque che dire.. a molti piacerà e ad altrettanti non piacerà… poi vi dico che a me non ha fatto né caldo né freddo e che è stato come bere un bicchiere d’acqua a temperatura ambiente in un giorno in cui non fa caldo. Ne consegue un “fate un po’ voi…”.

Abbinamento mangereccio con la pizza di Mastro Titta a Civitavecchia... tanti gusti a scelta che vi vengono serviti su un tagliere di legno già tagiati a pezzetti... nella doppia sede di Via Duca d'Aosta, 2 tel 0766 581826 e in Via Tarquinia 1 tel 0766 35334. Aperto fino a tardi, perfetto per uno spuntino dopo il cinema a Tarquinia!

5 commenti:

nickoftime ha detto...

Sono d'accordo sul fatto che il film non aggiunga niente dal punto di vista storico ma penso che non fosse questo l'intento del regista: credo che l'interesse sia nato soprattutto per una vicenda in cui la follia è ancora una volta metro di giudizio ed ago della bilancia che distingue le persone. Sotto il profilo visuale mi sembra che le immagini abblano la forza del cinema muto e sintetizzino nella forma la propagandistica (della carta stampata e dei cinegiornali) di quel tempo.I paragoni con Berlusconi ed anche la trovata del montaggio futuristico anche a me sembrano una boiata.
Inoltre dal punto di vista produttivo Bellocchio ha fatto un film che è figlio dei suoi tempi...ha realizzato un kolossal che ha i costi di un film d'essai senza rinunciare alla meraviglia ed all'epicità propria del genere.

un saluto

Il cinefilante ha detto...

nickoftime... sei troppo colto... però mi viene da chiedere quale follia? la follia di ida dasler è imposta da un dittatore... e non reale (dal punto di vista di bellocchio)...
e inoltre "la follia è ancora una volta metro di giudizio"...ecco è quell'ancora una volta... praticamente il cinema degli ultimi vent'anni ha scandagliato ogni angolo della follia fino a renderla soggetto protagonista senza più nemmeno spiegarla...
Infine in effetti anche per me è difficili stroncare il film tout-court... non gli si può negare un certo fascino a dispetto anche della vena melò che forse è la parte più debole dell'operazione ma anche quella che gli da un minimo d'anima....

nickoftime ha detto...

ed infatti è proprio quel tipo di follia..imposta da qualcun'altro, mai oggettiva ma frutto delle convenzioni che interessa Bellocchio..e poi Bellocchio è un esperto in materia..quasi tutti isuoi film sono legati a questo tema, vero o pesunto che sia ed inoltre con MATTI DA SLEGARE ha leggittimato dal punto di vista cinematografico l'inutilità dei manicomi...

Per me Bellocchio in ogni suo film va oltre la spiegazione ma entra nella follia con immagini che oserei definire "psichiche"...

Il cinefilante ha detto...

la follia imposta dalle convenzioni potrebbe essere anche quella generata/imposta dai media... in un'escalation grottesco che appare anche nei filmati d'epoca...

nickoftime ha detto...

difatti basta vedere l'espressione del Duce negli inserti in bianco e nero: la telecamera gli si mette davanti e si concentra sul suo sguardo ... le immagini sono quelle che abbiamo sempre visto però sarà la grandezza dello schermo ed il contesto in cui Bellocchio li inserisce...bè ti accorgi che quella follia è connaturata nel sistema e quindi normalizzata...e quei comportamenti che si distanziano da quella normalità diventano, solo per il fatto di essere diversi, una nuova forma di follia.

Se ci pensi è incredibili non essere riusciti ad interpretare quello sguardo ma poi mi accorgo che anche oggi noi abbiamo la stessa CECITA'...

PS
La parola di verifica per poter inserire il post è STASI...visto il contesto mi viene proprio da dire...che suprema ironia!!