mercoledì 26 novembre 2008

Gli amori di Astrea e Celadon

  • Visto su Sky

  • Dio santo non finiva mai.. una tortura...

Sono passati parecchi giorni dalla visione su Sky di questo film, speravo che dormendoci sopra, facendo passare del tempo qualcosa sarebbe cambiato…. No, niente da fare, oggi come una settimana fa questo film non è niente di diverso di una stronzata galattica.
Mi ci ero avvicinata con tutta la buona volontà pensando di trovare echi di uno dei miei film culto che però a quanto pare conosco solo io, ovvero “L’amore e il diavolo” di Marcel Carnè.
Vidi l’amore e il diavolo che ero proprio piccola, una delle prime volte che i miei genitori ci lasciarono a casa da soli senza l’ausilio di una nonna o di un altro occhio vigile. Era un venerdì sera e avevamo solo la televisione in bianco e nero, di sicuro andavo alle elementari.
Rimasi conquistata, affascinata, completamente sedotta da questa storia fantastica, romantica di un amore eterno destinato a sconfiggere il male… per anni e anni ho consultato i palinsesti di ogni rivista ma nulla… credo che da quella volta non l’abbiano mai più rifatto.
Qualche anno fa ebbi un’illuminazione e misi un annuncio sul mercatino di FilmTV “cerco “L’amore e il diavolo” di M. Carnè. Poche settimane dopo fui contattata da un collezionista che per una ventina di mila lire me ne mandò una copia in videocassetta.
Che emozione! Non so spiegare cosa significava per me finalmente vedere quel film che da quasi trent’anni cercavo di rividere senza successo. Non ne ricordavo praticamente più nulla a parte la mia emozione ed l’immagine fugace di una donna, tramutata in statua.
Ero piena di dubbi… il film mi avrebbe stregato ancora una volta oppure la vita passata tra le due visioni non mi avrebbe permesso di abbandonarmi di nuovo al sogno di una storia così bella?
Decisi di vederlo in solitudine, senza che nessuno potesse rovinarmi il momento o anche, in un futuro, il ricordo del riappropriarsi di un qualcosa che credevo perduto.
Mi ritrovai a guardare Les visititeurs du soir con gli occhi di adesso e con quelli di quando ero piccola ritrovando le stesse emozioni. Un film bellissimo, tra l’altro scritto da Jacques Prévert, che conservo con cura e che spero prima o poi un’anima pia mi trasferisca su DVD (vero Roberto?).
Insomma speravo che i rhomeriani amori di Astrea e Celadon potessero anche solo evocare tale bellezza e invece… una stronzata megagalattica ad iniziare dai costumi orribili, dalle scenografie che non sono altro che un bosco… per non parlare dei dialoghi che tratti da una novella cinquecentesca avrebbero meritato una riscrittura meno ridicola. Ma al d là di tutto ciò è la storia che è un po’ stupida.. con questo pastorello che ha un fraintendimento con la pastorella e quindi non trova niente di meglio che travestirsi da donna per poterle stare vicino. Finirà tutto bene… ma cavolo due ore di daloghi scemi e di false derive lesbo (visto che in definitiva non si tratta di due donne ma di una donna e di un travestito un po’ scemo).
Posso affermare con una certa sicurezza che Celadon, che come potete vedere ha una somiglianza inquietante con Hilary Swank, è uno dei personaggi più irritanti della letteratura e della cinematografia francese. Rhomer dal canto suo evidentemente accusa una botta di rincoglionimento oppure forse potrei essere io che passo una fase della mia vita in cui non sono in linea col messaggio del film… Ma non lo so eh?!..
Perché datemi Les visiteurs du soir e l’effetto è completamente diverso….

Oggi inauguro un altro tipo di abbinamento... quello letterario. Una volta ogni tanto invece del prosaico abbinamento mangereccio il nutrimento riguarderà l'anima...
Se avete avuto la sfortunata sorte di imbattervi in quei due deficienti d Astrea e Celadon cercate di porre rimedio leggendo "le confessioni di Max Tivoli" di Andrew Sean Greer edito dall'Adelphi al costo di 18 euri. Una storia struggente e bellissima dalla quale qualcuno magari, prima o poi, tirerà fuori un gran film...

1 commento:

Pierino e la Jena ha detto...

Penso che al mondo Marcel Carnè lo conosciamo solo io e te. Nel 1995 vidi all'ambasciata di Francia il classicissimo Teresa Raquin. Poi fui ricoverato allo Spallanzani...