- 8 maggio 2012 Anteprima Sala Anica
Che bella cosa il pregiudizio! Ti permette di andare al cinema con le aspettative più funeste per poi dileguarsi con le prime immagini che appaiono sullo schermo.
Il pescatore di sogni ha una trama così strampalata che ci avrei messo la mano sul fuoco sul fatto che fosse inguardabile. E ora mi sarei trovata come Muzio Scevola.
Prodotto dalla sacrosanta BBC, che raramente sbaglia un colpo, racconta una storia che non teme di essere riassunta sinteticamente nel titolo "Salmon Fishing in the Yemen", la pesca del salmone nello Yemen. Poteva essere un improbabile manuale mentre è una storia ai limiti del surreale condita da un contenuto british humour.
Interpreti in parte con un Ewan McGregor senza paura di ingrigirsi e a sembrare un po' imbalsamato, un'Emily Blunt ancora alla ricerca della definitiva consacrazione e una fantastica Kristine Scott-Thomas, cattiva come non mai.
Tra relazioni politiche, amicizia, amore e un pizzico di avventura la pesca del salmone scorre per un paio d'ore senza intoppi.
Dialoghi arguti che in più di un caso strappano risate intelligenti e immagini esotiche.
Il regista Lasse Hallström questa volta ha trattenuto la sua mano spesso troppo smielata e ha saputo tratteggiare con maestria i personaggi che nel libro erano descritti solo i loro rapporti epistolari; merito anche, o forse soprattutto, dello sceneggiatore Simon Beaufoy che nel suo curriculum ha Full Monty e The Millionair.
In sala un celebre critico ha dormito tutto il tempo e verso la fine ha detto al tipo accanto: "Mi sono svegliato solo adesso.... mi sono perso qualcosa?", l'altro "No non ti sei perso niente...".
Mentre attendo di leggere con curiosità la critica del critico dormiente io, che il film l'ho visto, dico che è veramente molto carino e che difficilmente potrà deludere chi ha voglia di sorridere, di sognare e di immedesimarsi in una bella storia.
5 commenti:
Non metti più il finale nascosto?
Pasticceria siciliana, d'accordo, però di ispirazione catanese. Quindi, rispetto al capoluogo, paragone possibile soltanto per i frutti di martorana e le granite. E la granita andrebbe sempre accompagnata da una "broscina". Freschissima. Troppa Sicilia ormai a Roma, sia ristoranti che pasticcerie. Secondo me, con distanze quasi sempre notevoli, dall'Isola.
ma la briochina c'era eccome!!!! comunque nonostante i punti vendita a catania rivendicano l'origine palermitana della pasticceria.... oh, Tazio, mi sa che sei pegio di me eh?! ;-)
devo smettere di leggerti, perchè dopo aver letto un tuo post ho regolrmente due grossi problemi:
sono interesato ad un film che molto probabilmente non vedrò (ad oggi da inizio anno sono risucito ad andare al cinema 3-4 volte)
sono costretto a rimuovere gli indirizzi culinari che citi, e dai quali per vari motivi è bene che stia lontano!
Il regista non mi ispira, ma la tua recensione e il cast sì. Quindi mi sa che non me lo perdo.
Ale55andra
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