domenica 20 luglio 2008

Le morti di Ian Stone

  • Sabato 19 luglio 2008, Cinema Giulio Cesare, Viale Giulio Cesare, 259

L’estate chiama l’horror e noi cinefilanti accorriamo...
Il cinema Giulio Cesare è in caduta libera, già da fuori ti assale un senso di squallore madornale ma è l’entrata in sala che ti fa cadere le braccia mentre ti devi fare largo tra cartacce, bottigliette di plastica e avanzi di cibo. I posti non sono numerati e questo è un bene perché le poltrone sono talmente fatiscenti che almeno si ha la possibilità di provare a selezionarne una dove non ci sia la macchia sospetta… Per trovare tre sedili in fila che fossero almeno esteriormente puliti abbiamo dovuto faticare un bel po’. Capisco la crisi del cinema ma cazzarola cambiatele quelle poltrone, fanno schifo veramente! Mi ripropongo di non metterci più piedi in codesto cinemaccio ma sarà una bella lotta perché chissà per quale motivo è sempre uno dei più gettonati soprattutto da coloro che abitano in zona.

Riponevo enormi aspettative in questo film, speravo che si svolgesse in territori sottili, tra una dimensione e l’altra e invece nel giro di pochi fotogrammi il tutto ha virato verso lo splatter più convenzionale come fosse una consueta maratona estiva di Nightmare su Italia1. Peccato… un’occasione più che sprecata perché l’argomento si prestava a ben altre elucubrazioni. La curiosità su quale sia il nodo della vicenda viene soddisfatta didascalicamente, raccontata al telegiornale... non lascia scampo all’interpretazione, non consente una lettura su più livelli (che avrebbe dato ben altro spessore), poco ci mancava che mettessero delle scritte delle frecce.
Giovane belloccio muore a raffica e ogni volta si risveglia in una nuova vita come se nulla fosse, solo che comincia a ricordare il percorso e il fatto che è perseguitato da esseri mostruosi che lo vogliono morto. Si tratta di creature interdimensionali (i mietitori) che si nutrono delle nostre paure per i quali noi esseri umani siamo molto meglio di una barretta energetica cereali&cioccolato. Lo svolgimento delle morti di Ian e il suo cammino di consapevolezza, in cui si riappropria della sua natura demoniaca, per poi abbandonarla nuovamente è quasi divertente… la versione Ian demone infatti è uguale all’effige presente su tutte le copertine degli Iron Maiden.
Da un momento all’altro ti aspetti che possa intonare “The number of the beast”.
Ma voglio arrivare così, senza preavviso, allo scoop di questa pellicola… Noto infatti che il regista ha un nome italiano… Mi chiedo ma chi è? Non l’ho mai sentito…. Mi faccio un giretto sul web ed è lì che trovo il vero horror… (questo è metacinema se permettete!) Scopro che l’italiano in questione ha girato un solo altro film… “Sotto il vestito niente 2”.
Mettiamoci comodi… Il mio ricordo di “Sotto il vestito niente” risale agli anni ’80… ci andammo con i biglietti omaggio che regalavano nei fustini di detersivo per la lavatrice e fummo grati per non aver esborsato i 4 sacchi che allora costava un biglietto. Il film era una cagata bestiale e scopro con raccapriccio che decisero di farne un “sequel” con la regia di Dario Piana. Ci ha messo vent’anni a riprendersi da sotto il vestito niente due e per proprorre al pubblico Ian Stone. Praticamente un emulo di Terence Malick o forse folgorato sulla via di damasco come Gabriel Axel (che però ha ato vita ad uno dei grandi capolavori della storia del cinema “Il pranzo di Babette”).
Mi aspetto dunque che tra vent’anni Piana faccia un altro film.. Nel tal caso ci rivedremo su queste pagine per parlarne…
In definitiva un film che non arriva alla sufficienza per pura cattiva volontà.. poteva essere un capolavoro invece è da evitare…

L’abbinamento di questo film lo faccio veramente di gusto perché dopo siamo andati al LAPSTUTINNA in Via Giordano Bruno 25-27 tel. 347 7844622 un posto che non vi sorprenderà per l’arredamento o preparazioni esotiche ma che vi soddisferà per la concretezza delle proposte e l’eccezionale qualità delle birre. Ma sopra ogni cosa per le patatine fritte VERE, non quella monnezza surgelata che ormai servono ovunque… Ahhh che buone! Imperdibili! Infine cortesia, disponibilità e tanta simpatia. Avventori eterogenei con una percentuale alta di pischellame in libera uscita ma per le birre e le patatine di Teresa ci possiamo anche stare!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro cinfefil (sembra il nome di una pasta per pulire gli argenti!9, la recensione al film ed al Giulio Cesare è semplicemente divina! Menzione d'onore per aver "scovato" il regista colpevole di misfatti passati alla Storia! Forse dovremmo iniziare una controtendenza: avventurarsi in cinema d'essai a vedere pellicole greco-cipriote seduti su poltrone dove altri si "disatreavno" da ciò che non guardavano.

Il cinefilante ha detto...

ti ringrazio! sei troppo buono!