mercoledì 26 novembre 2008

Gli amori di Astrea e Celadon

  • Visto su Sky

  • Dio santo non finiva mai.. una tortura...

Sono passati parecchi giorni dalla visione su Sky di questo film, speravo che dormendoci sopra, facendo passare del tempo qualcosa sarebbe cambiato…. No, niente da fare, oggi come una settimana fa questo film non è niente di diverso di una stronzata galattica.
Mi ci ero avvicinata con tutta la buona volontà pensando di trovare echi di uno dei miei film culto che però a quanto pare conosco solo io, ovvero “L’amore e il diavolo” di Marcel Carnè.
Vidi l’amore e il diavolo che ero proprio piccola, una delle prime volte che i miei genitori ci lasciarono a casa da soli senza l’ausilio di una nonna o di un altro occhio vigile. Era un venerdì sera e avevamo solo la televisione in bianco e nero, di sicuro andavo alle elementari.
Rimasi conquistata, affascinata, completamente sedotta da questa storia fantastica, romantica di un amore eterno destinato a sconfiggere il male… per anni e anni ho consultato i palinsesti di ogni rivista ma nulla… credo che da quella volta non l’abbiano mai più rifatto.
Qualche anno fa ebbi un’illuminazione e misi un annuncio sul mercatino di FilmTV “cerco “L’amore e il diavolo” di M. Carnè. Poche settimane dopo fui contattata da un collezionista che per una ventina di mila lire me ne mandò una copia in videocassetta.
Che emozione! Non so spiegare cosa significava per me finalmente vedere quel film che da quasi trent’anni cercavo di rividere senza successo. Non ne ricordavo praticamente più nulla a parte la mia emozione ed l’immagine fugace di una donna, tramutata in statua.
Ero piena di dubbi… il film mi avrebbe stregato ancora una volta oppure la vita passata tra le due visioni non mi avrebbe permesso di abbandonarmi di nuovo al sogno di una storia così bella?
Decisi di vederlo in solitudine, senza che nessuno potesse rovinarmi il momento o anche, in un futuro, il ricordo del riappropriarsi di un qualcosa che credevo perduto.
Mi ritrovai a guardare Les visititeurs du soir con gli occhi di adesso e con quelli di quando ero piccola ritrovando le stesse emozioni. Un film bellissimo, tra l’altro scritto da Jacques Prévert, che conservo con cura e che spero prima o poi un’anima pia mi trasferisca su DVD (vero Roberto?).
Insomma speravo che i rhomeriani amori di Astrea e Celadon potessero anche solo evocare tale bellezza e invece… una stronzata megagalattica ad iniziare dai costumi orribili, dalle scenografie che non sono altro che un bosco… per non parlare dei dialoghi che tratti da una novella cinquecentesca avrebbero meritato una riscrittura meno ridicola. Ma al d là di tutto ciò è la storia che è un po’ stupida.. con questo pastorello che ha un fraintendimento con la pastorella e quindi non trova niente di meglio che travestirsi da donna per poterle stare vicino. Finirà tutto bene… ma cavolo due ore di daloghi scemi e di false derive lesbo (visto che in definitiva non si tratta di due donne ma di una donna e di un travestito un po’ scemo).
Posso affermare con una certa sicurezza che Celadon, che come potete vedere ha una somiglianza inquietante con Hilary Swank, è uno dei personaggi più irritanti della letteratura e della cinematografia francese. Rhomer dal canto suo evidentemente accusa una botta di rincoglionimento oppure forse potrei essere io che passo una fase della mia vita in cui non sono in linea col messaggio del film… Ma non lo so eh?!..
Perché datemi Les visiteurs du soir e l’effetto è completamente diverso….

Oggi inauguro un altro tipo di abbinamento... quello letterario. Una volta ogni tanto invece del prosaico abbinamento mangereccio il nutrimento riguarderà l'anima...
Se avete avuto la sfortunata sorte di imbattervi in quei due deficienti d Astrea e Celadon cercate di porre rimedio leggendo "le confessioni di Max Tivoli" di Andrew Sean Greer edito dall'Adelphi al costo di 18 euri. Una storia struggente e bellissima dalla quale qualcuno magari, prima o poi, tirerà fuori un gran film...

domenica 23 novembre 2008

Grand Hotel

  • Sabato 22 novembre 2008

  • Serata Cineclub con il Ballestrero, recensita con estremo ritardo!


Il sabato sera non si fa un soldo di danno a starsene a casa e dopo una lunga assenza torna a grande richiesta il cineclub!
Questa volta tocca a "Grand Hotel" grande classico della MGM (prestigioso acquisto del raffinatissimo Ballestrero) assolutamente imperdibile per un cinefilo degno di questo nome.
Parliamo di un film del 1932 che, per la prima volta nella storia del cinema, mette insieme un cast di all star dando il via a quella che diventerà una consuetudine da La ronde di Max Ophüls fino ai nostri cinepanettoni natalizi... come dire.. la cacca e la cioccolata (in ordine inverso ovviamente)...
Un film corale dove le storie si sfiorano, si intrecciano, scontrano in un epilogo che racchiude tra una morte e una nascita tanta inutilità dell'esistenza terrena... "Grand Hotel... gente che viene, gente che va... non accade mai nulla...".
Un dramma che con nonchalance indossa l'abito della commedia senza mai scadere nel grottesco, che con classe mette alla berlina egoismi e debolezze del genere umano.
Il Grand Hotel infatti è palcoscenico per una girandola di personaggi alle prese con il dramma della condizione umana, incapace di svincolarsi dai ruoli assegnati nel gioco della vita.
Tutto si svolge all'interno di un albergo di gran lusso a Berlino, totalmente ricostruito in studio nella grande tradizione di un cinema artigiano che sapeva reinventare luoghi e paesi, senza l'ausilio della computer graphic.
La macchina è perfetta, le centinaia di comparse si muovono in un meccanismo fluido e ben oliato, la machina da presa si ferma pochi secondi sui personaggi, adeguandosi al ritmo di un frenetico e impersonale via vai, dove il dio denaro èimpietoso protagonista al pari dei personaggi in carne e ossa...
Il colpaccio poi è riunire due attrici del calibro di Greta Garbo e Joan Crawoford, entrambe classe 1905 e col carattere da diva.
La Garbo già celeberrima, reduce dal successo mondiale di Mata Hari e la Crawoford in piena ascesa ma non ancora icona struggente di opere quali Volto di donna o Il Romanzo di Mildred, e poi i fratelli Barrymore (prozii della bella Drew, bimba di ET e scalmanata Charlie's Angel) e il cinghialesco Wallace Beery... Un cast coi controcoglioni e una regia che scandisce il movimento come un orologio svizzero.
Grand Hotel, oltre che a vincere l'oscar come miglior film, fu uno dei primi grandi eventi cinematografici dell'epoca con un lancio pubblicitario precursore dell'odierno marketing (molto spesso tristemente fine a se stesso) che creò un interesse pazzesco nel pubblico dell'epoca.
Insomma va visto, possibilmente con tutti i contenuti extra del DVD che contribuiscono a riportarci indietro nel tempo e far rivivere quello che fu un fenonemeno di un'epoca per noi veramente lontana.

Abbinamento con un anteprima romana! Sta per aprire in Via Andrea Doria una nuova pasticceria sicula! Al momento la vendita de "I cannoli di Salvatore" avviene su ordinazione (Via P.M. Paciaudi, 24 tel. 3383419432) così come quella di vero pistacchio di Bronte in tutte le sue declinazioni!

mercoledì 19 novembre 2008

Si può fare

  • Martedì 19 novembre 2008, Cinema King in Via Fogliano, 37
Ieri sera eccezionalmente allo spettacolo delle otto e dieci, al cinema King (uno dei miei preferiti) a vedere “Si può fare”…
Ci ho provato a proporre Quantum of Solace ma anche questa volta mi è andata male… Ma tu, James, aspettami che prima o poi arrivo!
Prima del film, durante i trailers, ci becchiamo la presentazione di “Solo un padre”… dio santissimo è proprio lui.. Luca Argentero uno dei partecipanti de Il grande fratello…
Insomma come dire ormai che partecipare ad un reality ti vale come stage all’Actor’s Studio…
Il trailer è lento, smielato, un fotoromanzetto da sue soldi studiato ad hoc sulla scia delle brutture che da un po’ di anni a questa parte infestano le sale, tipo Roul Bova che glie piace la ragazzina o le varie cazzatine di Moccia.
Il mio vicino sussurra sconsolato“Deve essere proprio una cazzata madornale..”.
“Magari!” penso io… la cazzata madornale in definitiva non ti tradisce mai, non promette niente di diverso da quello che è... Se vai a vedere Boldi ti aspetti di trovarci Christian non Vittorio..
Ma andiamo al film... Devo dire ne avevo letto bene, di quel bene che capisci che parte da uno slancio e non dalla solita marchetta o dalla necessità di osannare per partito preso il nostro vituperato cinema nazionale…
Giulio Manfredonia è il regista… colui che qualche anno fa ha avuto l’ardire di fare un remake di “Ricomincio da capo”, uno dei miei film cult che, oltre a non aver nessun bisogno di essere rieditato, non meritava la sostituzione di Bill Murray con Albanese.
Come fin troppo spesso faccio notare la mia diffidenza per il cinema italiano ormai è cronica ma ogni tanto faccio delle eccezioni e ancora più raramente rimango contenta. “Si può fare” è uno di questi casi più unici che rari in cui sono completamente soddisfatta e felice della visione.
Finalmente un bel film che diverte, commuove e fa riflettere ma soprattutto che restituisce l’immagine di una condizione, senza dubbio pesante, senza indugiare sul dramma ma cogliendone gli aspetti più lievi.
Ecco… una volta tanto un film italiano che mi sento di consigliare senza se e senza ma per tutta una serie di motivi.
"Si può fare" senza troppi preamboli entra nel vivo raccontando una storia di malati mente alla riscossa che, tra mille difficoltà, cercano di vivere con barlumi di “normalità”. A capitanare il tutto un Claudio Bisio, ispirato e bene in parte, che costituisce il “legante” della variopinta brigata. La totale assenza di volgarità, una regia dalla mano delicata ma ferma e decisa, una storia che pesca ciò di cui ha bisogno in una realtà con cui bisogna fare i conti con le conseguenze della legge Basaglia (anche “La meglio gioventù” ne affrontava le drammatiche problematiche).
Insomma ero un po’ perplessa al pensiero di dover passare la serata ne “Il corridoio della paura” o peggio ancora ne “La fossa dei serpenti” invece tra un sorriso, una lacrima e un brivido al primo de “L’isola che non c’è” di Bennato, che mi ha riportato indietro di quasi trent’anni, “Si può fare” si è dipanato senza intoppi, come si vorrebbe sempre vederne di film così…
Mi sento di consigliarlo senza indugio, difficilmente potrà non piacere e ognuno trovarci quello che desidera, la commedia, il dramma, il divertimento, la malinconia o qualsiasi altra cosa abbia dentro in quel momento…

Tornando a casa mi rendo conto che è prestissimo... e sono giusto in tempo per vedere "Gli amori di Astrea e Celadon" che fanno su Sky... appena trovo le parole imbastisco la prossima recensione... sperando che Rohmer non mi citi per danni...

Abbinamento doveroso con quello che considero il foyer del Cinema King ovvero la Gelateria dei Fratelli De Angelis in Via di Priscilla, 18/20, tel. 0686200724 (chiuso il martedì), che a mio non modesto avviso fa il miglior cremolato di frutta della città con una panna che è ancora montata con le fruste invece che col montapanna elettrico. Eccezionali i gusti alla fragola e al melone (solo d’estate) ma anche fico, lampone oltre che il classico caffè e limone. Una garanzia!

lunedì 17 novembre 2008

Changeling

  • Sabato 15 novembre 2008, Cinema Barberini nell'omonima piazza
Sabato io e il Ballestrero decidiamo di recarci all’Odeon, nostro cinema di riferimento, per vedere l’ultimo film di Clint Eastwood “Changeling”.
Arrivati al cinema ci dicono: “Fate un po voi…la sala è priva di riscaldamento…”.
Mi pongo il problema visto che sono vestita come se fosse settembre… indaghiamo e scopriamo con orrore, grazie a chi era entrato prima di noi, che non solo fa freddo ma c’è anche la puzza di muffa.
La puzza di muffa no….
Memore della serata Tropic Thunder grazie ad un veloce consulto con l’89 24 24 delle pagine gialle decidiamo di correre al Barberini per non rinunciare alla visione.
Arrivati a Via Veneto.. il panico.. casino per la strada, mignotte a destra e a manca, macchinoni in doppia fila… “Che è sta caciara?” si interroga il Ballestrero…
- Ma è sabato dico io… cerca di capire… tutti gli imbecilli sentono l’esigenza di venire in centro…
- - Considera che siamo qui anche noi…
- Sì… ma noi avevamo pianificato di stare lontani dal centro… poi a mali estremi estremi rimedi…
Come dio vuole troviamo anche il parcheggio e abbiamo anche il tempo per un caffè.
La sala 1 è praticamente piena e stranamente non è presa d’assalto dai soliti pischelli “aho’, namo, famo, dimo” in libera uscita.
Inizia il film e già le prime scene riconducono a quel rigore eastwodiano al quale siamo abituati. Una perfezione stilistica fatta di sintesi, di sostanza… niente voli pindarici che si avviatno su se stessi, niente colpi di scena ruffiani, nessuna necessità di indugiare su particolari cruenti o scabrosi.
What a man! Mi ricordo tanti anni fa a spasso per Carmel (di cui per qualche anno fu sindaco) passavo e ripassavo davanti al suo ristorante The Hog Breath e pensavo: “ma pensa che ficata se lo incontro…”. Purtroppo non lo incontrai ma mi mostrarono da lontano la sua casa con tantissime vetrate a strapiombo sul mare.
Clint in questo film prende Angelina Jolie, una delle fiche più pazzesche che abbia mai calcato il suolo di questa terra, e finalmente la sdogana dagli inutili ruoli precedenti.
Le da la possibilità di essere un’attrice e non solo una bocca (nonostante la bocca ci sia e anche eccessivamente appesantita da un rossetto rosso cupo).
Devo dire che Angelina l’avevo talentscoutata all’epoca di Hacker, uno dei suoi primi film… dissi: “Ma questa è veramente stupenda… di certo farà strada…”. Poi scomparve nel nulla fino a che non rividi il suo nome sui cartelloni de “Il collezionista di ossa”.
Mi ricordai immediatamente di lei e mi compiacqui per la mia lungimiranza! Son soddisfazioni eh?!
Ma torno al film che, al di là dell’esplicita presa di coscienza sugli ingranaggi e i meccanismi di una società corrotta e becera, è un impietoso scandaglio nei meandri dell’essere umano ed è per questo che l’unico attimo di “luce” è quando veniamo a sapere dell’atto di coraggio del bambino che aiuta il suo compagno di prigionia. In quel gesto c’è tutta l’anima che manca a tutti coloro che sono invischiatio nella storia… Personaggi che agiscono ognuno in nome di un tornaconto personale.. dalla sete di denuncia di un John Malcovich dal capello frisè a quella di potere del tentacolare ”organismo polizia”, per arrivare all’egoismo di un bambino impostore che vuole salire sul cavallo di Tom Mix.
La fotografia della vicenda (sapere che si tratta di una storia vera rende ancora più agghiacciante ogni singola scena) è lucida, ci mostra un paese che già nel 1928 è afflitto da aberrazioni sociali e calpestamento dei diritti umani oltre che da un efferato serial killer ante litteram che agisce indisturbato e che quasi si sente leggittimato ad agire visto che nessuno lo cerca. E poi c’è la pena di morte… che lungi dall’essere consolatoria sembra essere solo l’espediente finale di una società incapace di affrontare la realtà di individui che per i motivi più disparati scelgono di fare del male agli altri. Gli stessi individui che mette al mondo, alleva e rende tali.
Insomma si esce dalla sala soddisfatti, abbiamo visto un “filmone”.. Clint ancora una volta non si smentisce! Again… What a man!


Abbinamento mangereccio e disimpegnato, per bialnciare una serata cinematograficamente impegnativa, con il Bistrot/Bottiglieria "il Tiepolo" in Via Giovanni Battista Tiepolo, 3/5 tel 063227449 (consiglio sempre di prenotare perché è sempre pieno di gente).
Colori caldi, servizio informale ma sempre attento, piatti sempre gustosi (vari dolci niente male oltre alle celebri jacked potatoes) ne fanno un posto dove si torna sempre volentieri.

mercoledì 12 novembre 2008

Once

  • Affittato da Blockbuster
  • In sintesi... 5 euri buttati
Com'è che diceva Sandra Mondaini?
Che noia... che barba... che noia!
Io che non sono Sandra Mondaini dico cheppalle!
Effettuato il solito giro da Blockba (come lo chiamo affettuosamente) ne esco con questo Once... perché? Direte voi...
Eh... perché... avevo letto tante recensioni positive "film delizioso", "tanta musica, una storia tenera..." e così via. Vai a fidarti...
Un film di una noia mortale, inframezzato da tristi musiche da frequentatore di parrocchia con velleità artistiche. Personaggi tristi, umiliati e offesi da loro stessi. Vite senza speranza che si trascinano senza un barlume di coscienza e di luce.
Ci si poteva anche stare che il film potesse essere inguardabile ma il dramma sono state le canzoncine ripetute ossessivamente.
Quando ho visto la mala parata mi sono detta che forse era meglio mettersi a lavorare che seguire quest'obrobrio e quindi ho lasciato la tele in sottofondo e ho cominciato a fare dell'altro. Ogni tanto buttavo uno sguardo e tendevo un orecchio... niente.. solo e sempre loro due, vestiti tristamente e le orrende musichette.
Insomma alla fine il film è finito e mi è pure sfuggito come. Avrei potuto rimandare indietro di una scena il DVD se non altro per dare un senso a questo post...
Avrei potuto ma non l'ho fatto e mi sono andata a fare un bel té Earl Grey (che è il mio preferito... ho gli stessi gusti del Capitano Jean-Luc Picard) da gustare con una bella fetta di torta al cioccolato che fa tanto inizio autunno.
Il dialogo con mio fratello si è svolto più o meno così:
FdC (ovvero Fratello del Cinefilante) - Com'era il film?
C - Orrendo, non si poteva guardare...
FdC - Ma perché l'hai preso?
C - Ne avevo letto bene...
FdC - Ma ancora credi a quello che leggi? Cioè tutta sta gente che dice "carino.. bello... fantastico.." Tutti sti amichetti tuoi di filmTV che stanno lì a scrivere cazzate?
C - Bè.. ma anche la critica...
FdC - Ah ma perché tu ancora credi alla "critica"... ancora ti fai fregare così...?
No lo giuro... io non mi baso sulla critica istituzionale e pure tra i miei amichetti ci sono quelli con cui non concordo.... però una cosa è vera.. evidentemente ancora mi faccio fregare...
Questo non vuol dire che riusciranno a trascinarmi a vedere Lezione 21 o The Mist però sì.. Che diamine, spesso rimango fregata.
A questo filmettino imputo oltre la noia e le orride canzoni anche la colpa di essere misero, di portare sullo schermo una situazione al limite dell'inutilità. Cavolo ma dov'è finito quel cinema fragoroso, che ti fa indignare oppure godere ma che almeno prova a tirarti fuori sensazioni che nella vita quotidiana nemmeno lontanamente riesci a provare?
Non si sopportano più questi film tristosi, minimali, grigi che invece di ispirare un guizzo mettono in condizione la massa di sentirsi quasi fortunata perché ha appena cambiato il telefonino o pagato l'ultima rata dell'utilitaria superaccessoriata.
Non si sopportano più questi film che ti fanno due palle talmente grosse da giustificare il fatto che si guardi "l'isola dei famosi" quotidianamente...
Però no.. in effetti non esiste giustificazione all'isola dei famosi...
Ne parlavo col Ballestrero, che da sempre ispira conversazioni argute e intelligenti...
Ci chiedevamo come sia possibile che esista gente che guardi l'isola...
Lui diceva: "Il problema è l'isola la mandano in onda a questa cazzo di ora tra le 7 e le 8...!
Sì.. l'ho interrotto io.... quella cazzo di ora in cui la gente, dopo una giornata in ufficio, ha solo due alternative da prendere... o ammazzare il coniuge o guardare l'isola... e alla fine decidono per l'isola..."
Insomma... Cazzo.. certi film andrebbero vietati in nome dell'amor proprio che ogni essere umano dovrebbe provare per sé stesso.
Insomma risparmiatevi Once e dedicatevi a qualcosaltro... non all'isola per favore...

Abbinamento ad un luogo, tanto per rifarsi un po' gli occhi... Lo so che tutti voi che leggete siete colti e raffinati e questa cosa la sapete già... però magari è un buono spunto per farsi una passeggiata in centro, recarvi a Largo Toniolo, visitare la chiesa di San Luigi de' Francesi e godervi uno dei pochi Caravaggio esistenti... e non è poca cosa eh?!...







domenica 9 novembre 2008

Jenifer

  • Visto su Sky
  • Brutto ma veramente brutto...
Premetto che io non sono un fan di Dario Argento.. lo fui alla tenera età di 9 anni, quando uscì Profondo Rosso… ancora ricordo l’inquietudine che provavo ascoltando i Goblin in una stanza completamente al buio, pensando a questo film che si preannunciava come una delle cose più paurose mai viste sullo schermo…. E poi mi piacevano i titoli di Dario Argento… L’uccello dalle piume di cristallo, Quattro mosche di velluto grigio… I film in definitiva oggi come oggi li trovo molto datati e non provo quell’eccitazione tutta tarantiniana nel riguardare occasionalmente una di queste pellicole. Già da allora riscontravo quello che per me era un grande difetto in questi film… ovvero la mancanza di una storia solida, di una sceneggiatura concreta. Col passare degli anni il successo di Dario Argento è cresciuto in maniera inversamente proporzionale alla qualità della sua produzione, arrivando a toccare il fondo con i film in cui, core de papà, ha fatto recitare (se così possiamo dire) la figlia Asia.
Non avete idea di quante persone ho conosciuto che considerano Dario Argento un Maestro per eccellenza, che lo divinano, che tengono esposti i suoi DVD come se fosse un Degas originale ereditato dai nonni, che conoscono a memoria ogni inquadratura ma soprattutto che godono ad ogni sgozzamento e fiotto di sangue…
Questo mi fa ricordare che qualche tempo fa trovai su un giornale l’annuncio di una conferenza il cui argomento era qualcosa del tipo “la psicologia delle persone che amano l’horror”. Peccato non esserci andata, chissà quante cose avrei scoperto su tutta sta gente e un po’ anche su me stessa… In definitiva con l’horror ci ho pasteggiato per anni, probabilmente iniziata da una rassegna che fecero a fine anni 70 su RAI2 in cui mandarono in onda “L’occhio che uccide” di Powell, L’abominevole Dottor Phibes (Vincent Price divenne un mio idolo), L’esperimento del Dottor K (che tra l’altro va in onda questa sera su Canal Jimmy) eccetera eccetera.
Questi film erano introdotti dalla sigla “My Sharona” degli Knack. Da allora penso di essermi vista tutto il vedibile… da “Spider Baby” a “the Society” di Brian Yuzna, da “Splatter” dell’allora misconosciuto Peter Jackson fino al “Codice da Vinci”…
Il codice da vinci… e che c’entra?
Era per fare una battuta e dire che più che un horror è un vero orrore…
Vabbè… ad un certo punto della mia vita…stop… l’horror ha cominciato a non divertirmi più e nemmeno a generare sensazioni di inquietudine o paura bensì solo ad annoiarmmi mortalmente.
Mi guardo dunque Jennifer scettica fino all’osso e posso dire che ne avevo ben donde.
Una cazzata madornale che conferma la totale inutilità di un Dario Argento regista (come autore si era già capito da tempo immemorabile).
Ma dovrei parlare di Jennifer...
Il presupposto è debolissimo e soprattutto prevedibilissimo.
Il plot è presto detto: donna mostruosa e cannibale ma sessualmente irresistibile continua a farla franca.
Meno male che dura solo un’ora almeno il tempo perduto è limitato.
Ecco ne ho parlato... nemmeno la necessità di infierire sulla stupidità dei dialoghi, sulla inattendibilità delle situazioni.. nulla...
Ora… io devo dire che oltre al cinema horror mi sono letta parallelamente, nel corso degli anni, tutta una serie di racconti che veramente scavavano nell’orrore dell’essere umano e devo dire che se la mia mente deve pensare a cose raccapriccianti si ricorda più alcuni passi letterari che queste frescacciate splatter con budella e sangue che schizzano da tutte le parti.
Dunque Dario Argento… ma perché non peschi in qualche raccontino, chessò, di Clive Barker… oppure perché non tenti l’impresa impossibile di rendere visibile l’invisibile lovercraftiano?
Hai una tale schiera di fans invasati che potresti fare qualunque cosa.. perché non ti impegni un po’ e non cerchi di fare qualcosa di decente?
Basta con le giugulari recise e gli squartamenti.. possibile che l’evoluzione a livello artistico e creativo non faccia parte di te in alcun modo?
Credo che piuttosto di affrontare la visione de “La terza madre” preferirei vedere “Cemento armato”, che pare sia uno dei film più brutti dell’ultimo ventennio… ho detto tutto…

Compito ingrato quello di abbinare qualcosa a questo episodio di “Master of horror”…
Allora… se avete avuto la malaugurata idea di vedervi questo orrore televisivo vi suggerisco di riallineare le vostre energie con un esercizio veramente valido. Vi linko questo video dando per scontato che sappiate l’inglese. Se non lo sapete.. fate un corso! Nel 2008 non è lecito non sapere l’inglese… Comunque sia.. provate a ripetere i movimenti così come li vedete compiere alla protagonista… Fatelo tutti i giorni e avrete dei risultati talmente notevoli a livello energetico da rimanere sbalorditi…

martedì 4 novembre 2008

Die Hard 4 e Piano, solo


  • In programmazione in questi giorni su Sky
  • A grande richiesta parlo di qualcosa che passa in TV su Sky... In realtà Die Hard 4 si può vedere.. Piano, solo... NOOO!
Ieri sera come al solito accendo la tele senza audio per controllare sulla guida di sky cosa fanno sui canali dal 300 in poi.Scopro così che mentre io vivevo tranquillamente (si fa per dire..) la mia vita.. nel 2007 hanno fatto il quarto episodio di Die Hard.
Mmmh.. mi sa che non l’ho visto…
-E certo che non l’hai visto…!– tuona mio fratello, come per lasciar intendere che io non vado al cinema a vedere certe cazzate…
A dire il vero ne vado a vedere di ben peggio ma effettivamente Die Hard 4 l’ho saltato a piè pari.
Controllo il cast… e vedo che una volta tanto a far da spalla al mitico Bruce non c’è né Samuel L. Jackson né Morgan Freeman. Mi dico.. vabbè… dai… tutto sommato non c’è nient’altro e sono pure reduce da “Piano, solo” di ieri sera, che mi ha ammorbato non poco.
Agguanto il plaid in mohair e mi raggomitolo tutta... e sia!
Le prime considerazioni sono tutte per Bruce… invecchiato una cifra, parecchie rughe, gli anni sono passati pure per lui, però siamo onesti.. non ci sarebbero motivi validi per dirgli di no.
Il film inizia maluccio, con lui che fa il geloso col fidanzatino della figlia un po’ ribelle… solite battute scritte male, solito schema del non prendersi troppo sul serio (perché ormai gli amerrecani hanno capito che è più fico fare dell’ironia… solo che bisogna saperla fare l’ironia…), solita introduzione, dopo qualche scena, del personaggio che farà da spalla al Bruce giustiziere.
Questa volta si tratta di un hacker un po’ nerd, giovane quel tanto che basta per attirare al cinema un pubblico al di sotto dei 30 anni.
Vabbè insomma dai… vediamoci un po’ sto film… tralasciando che il peronaggio di John McClane è più resistente di Arnold Shwarzeneger in Terminator, devo dire che ci scappa qualche momento in cui fai “ooohhhh!” oppure qualche sorriso per i dialoghi botta e risposta in cui si insultano in maniera veramente articolata e creativa.
Il regista Len Wiseman, marito di Kate Beckinsale (insieme si sono fatti i vari Underwold..), è un talentuoso delle scene d’azione e ce ne sono alcune così improbabili da creare un effetto straordinariamente divertente.. tipo Bruce che abbatte un elicottero con una macchina.
Ad un certo punto mio fratello fa: “ma quello lì è l’attore di Clerks…”..
Allora io in tutta la mia saccenza dico: “Veramente l’attore che dici tu è anche il regista… è Kevin Smith.. comunque non è lui… questo peserà 50 chili in più…”.
Alla fine invece leggo nei titoli di coda che è proprio Kevin Smith… ingrassato di almeno 50 chili.
Poco dopo sempre mio fratello fa: “Ma quello è quell’attore che fa le soap opera italiane…”
E io “ma boh… non so come si chiama.. ah sì Edoardo Costa… no ma figurati se è lui..”
Poi nei titoli di coda.. la conferma! È proprio Edoardo Costa… pompato da paura, con dei muscoli che sembrano applicati! Chissà come c’è arrivato a Die Hard 4…
Tra un’esplosione e una mazzata in facccia comunque il film si volge verso la fine… perfetto per una serata sul divano avvolta nel plaid di mohair!
A seguire Nip/Tuck che sempre di più vira nel porno andante… molto divertente comunque.
Ieri invece sorbettamento di "Piano, solo" un film da evitare come la peste per le pretese e la presunzione. Lento come un’agonia, inconcludente come solo certi uomini sanno essere, inutile e fastidioso come la zanzara tigre al mattino quando vuoi dormire ancora un po’. E poi…. Ma dio santo… sti attori italiani la dizione proprio non sanno dove sta di casa… ora io non dico che bisogna fargli l’esame degli scioglilingua come ad Alberto Sordi in “Guglielmo il dentone”…
ma è veramente indecente che non riescano a scandire le parole e ad essere comprensibili.
Se a questo aggiungiamo:
- una sceneggiatura totalmente inesistente in cui ogni approfondimento psicologico sembra evitato accuratamente
- attori fuori parte e poco credibili
- totale estraniamento dalla vicenda
Bè… sì.. potrete anche dire di aver visto “piano, solo” ma anche di esservi fatti due palle così.
Dovrei verificare se il libro di Veltroni da cui è tratto faccia altrettanto schifo ma francamente non desidero immergermi nella lettura di questo autore.
Mi bastarono anni e anni fa le sue recensioni di cinema sul Venerdì di Repubblica (mi pare), che firmava W V… e io mi chiedevo “Ma chi è sto W V????? Mai vista una persona che ci capisce meno di cinema….”.
Insomma il motivo per cui guardando “Piano, solo” non cambi canale dopo mezz’ora è solo per le musiche e perché Kim Rossi Stuart, sebbene affossato dalla regia infelice, è sempre bravo oltre che un bel vedere. Anche Jasmine Trinca è carina ma per carità.. il corso di dizione…

domenica 2 novembre 2008

Tropic Thunder

  • Venerdì 31 ottobre, Cinema Odeon di Piazza Jacini
  • Prendere nota: mai più in sala 4!

In un venerdì sera piovigginoso io e il Ballestreo ci rechiamo a quello che che è il nostro cinema di metà strada per vedere Tropic Thunder.
Io sono in sollucchero vista la mia passione per il trittico di attori protagonisti… Ben Stiller, Jack Black e colui che considero uno degli uomini più attraenti del cinema (con buona pace di George Clooney) ovvero Mister Robert Downey Jr.
Ben Stiller lo seguo dai tempi del suo esordio come regista e interprete di “Giovani, carini e disoccupati”, stupidissimo titolo italiano per “Reality Bites”.
Ben Stiller… colui che ha ideato, diretto e interpretato Zoolander uno de film più perfetti (sì.. lo so che "più perfetto" non si dice… ma a me mi piace tanto… sì lo so che "a me mi" non si dice ma…. Vabbè basta..) della storia del cinema.
Tipo... Zoolander come 2001 Odissea nello spazio (questa invece è una delle mie esagerazioni… lo so che non si possono paragonare… ma quanto adoro l’eccesso verbale!).
A dire il vero comunque un collegamento tra 2001 e Zoolander c’è…
Dicevo degli eccessi verbali… mi piacciono anche quelli fisici… come non adorare Jack Black? Prorompente, strasbordante, invadente, in una parola FANTASTICO.
Assolutamente da non perdere il suo "Tenacious D e il destino del rock"!
Di Robert Downey già accennai in Iron Man, cosa posso aggiungere?
Vabbè… ci sta bene il consueto gossip cinefilantiano…
Quando all’epoca del suo grattare il fondo del barile nessuno più lo voleva, le assicurazioni non lo assicuravano più e quindi non lo facevano lavorare, entrava e usciva dalla galera, donne, uomini, droghe di tutti i generi eccetera eccetera… sapete chi fu a dargli fiducia e ispirargli nuovo vigore? Sir Elton John che gli affidò l’interpretazione del video del suo pezzo “I want love” (tra l'altro un video con dei notevoli pregi prettamente cinematografici).

Qui Robert, leggermente smagrito, con semplicemente un paio di pantaloni e una maglietta grigia (anche un po’ gualcitina) si aggira per una grande casa vuota cantando in play back le parole di Elton. Notevole…
Sì ma Tropic Thunder?
Tropic Thunder… Inizio dalla sala 4 del cinema Odeon da mettere sulla lista nera...
Bisogna scendere 4 rampe di scale, che alla seconda ti cominci a chiedere se non ti sei sbagliata e non stai per finire nell’antro di un serial killer. Macchie di muffa sui muri e conseguente olezzo appestante. Umidità che trasuda ovunque, in sala un freddo bestiale che ti dovrebbero dare la copertina come nei viaggi intercontinentali in aereo.
Inizia il film e il primo quarto d’ora è di vero e proprio godimento… finti trailer sui protagonisti lasciano sperare che la consueta ironia di Ben Stiller sia la vera protagonista. Andando avanti però l’atmosfera si ammoscia e si fa un po’ ripetitiva. Mettiamoci poi che io, anche se qui si tratta di una prese per il culo, amo i film di guerra almeno quanto i western e cioè per NIENTE!
Verso la fine del primo tempo scatta anche un quarto d’ora circa di sonno che non testimonia a favore. Certo ci sono tante piccole chicche sparse qua e là, che però ho l’impressione funzionino più come gag singole che nell'economia del film nella sua interezza. Indubbiamente imperdibile la parte di Tom Cruise (che chissà perché tutti si ostinano a definire “Cameo” quando invece è una vera e propria parte… “Cameo” tuttalpiù è quello di Toby MacGuire…).
Ben Stiller e Tom Cruise nella vita sono amiconi... e a chiunque non l’abbia visto consiglio gli extra del DVD di “Mission Impossible 2” in cui c’è una vera e propria delizia interpretata dai due insieme a John Woo.
Sì ma Tropic Thunder?
Bè ecco.. sicuramente pregevole il tentativo di mettere alla berlina le fissazioni e le superficialità di Hollywood e della sua capacità di tirare fuori un film di successo dal nulla.
Indubbiamente le interpretazioni sono tutte fantastiche ma manca qualcosa… sia chiaro siamo oltre la sufficienza ma siamo dalle parti del classico “è bravo ma si deve impegnare di più”...

Oggi è domenica e fatta questa recensione me ne vado al mercatino di Piazza Conca d’oro a trovare qualche occasione di quelle che solo il Cinefilante a scovare. Un’intera area è dedicata alla gastronomia.. in questa stagione cominciano le arance dalla sicilia, i tartufi da norcia più tutta una serie di banchi di formaggi pazzeschi, olive prelibate e dolci paesani. Si trova proprio all’angolo tra Via Conca d’oro e il ponte delle Valli. Vado!