lunedì 28 settembre 2009

I love you, man

Filmettino ino ino che ti strappa un paio di risate e si lascia vedere senza infamia e senza lode.
Paul Rudd si ritaglia un ruolo da ragazzo della porta accanto che tutto sommato non convince affatto e si fa rubare la scena dalla sua "spalla".
Visto l'antefatto quasi si sperava in un finale alla "In & Out", soprattutto visti i due o tre chili di omosessualità latente ed esplicità che fanno capolino qua e là...
E va bene... reprimiamo! Ma che almeno si renda conto che non può sposare la fidanzata che non gradisce fare pompini, che con lei non c'è futuro.... niente... nemmeno quello...
Continuiamo così... sposiamoci senza un perché....
Isomma ci si rassegna che il film resti nella più totale convenzione, dove gli uomini necessitano di un luogo virile dove poter suonare la batteria e ascoltare musica hard rock mentre donne starnazzanti si riuniscono tutte insieme a ciagolare.
Mi ricordo... Via col Vento: Rossella Hoara che irrompe nella sala dove gli uomini fumano il sigaro e parlano di politica abbandonando la stanza con sole donne che ricamano... solo entrando in quella stanza provoca scompiglio, rompe un tabù, prende in mano una situazione...
Via col Vento... 1939... I love you man 2009... 70 anni per tornare indietro e riproporre degli stereotipi agghiaccianti...
Ma lasciamo perdere l'analisi sociale che meriterebbe ben altri approfondimenti...
Paul Rudd e la sua scialba fidanzata sono insopportabili nella loro totale freddezza e nel non avere nemmeno un guizzo nel loro rapporto... rappresentano il simbolo del matrimonio per convenzione per eccellenza... e al di là di questa rappresentazione orrorifica, che può anche essere una scelta registica, sono banali a livello attoriale, di nessun interesse per la pellicola...
Ha un buon da fare Paul Rudd a scatenarsi in assoli di basso immaginari... resta sempre al palo.
Ma allora com'è che alla fine un paio di risate sto I love you, man te le fa fare?
Ecco.. passiamo all'unico motivo di interesse... Sidney alias Jason Segel... gigantesco, prorompente, tra il candido, malinconico e sprizzante, una spalla con una filosofia tutta sua, sempre in bilico tra angelo custode, genio della lampada e simpatica canaglia... Si teme possa essere un personaggio da "Cattive compagnie" invece poi esce fuori in tutta la sua sincerità e umanità. E' lui che salva il film e che lo fa giungere alla sufficienza... E' lui che illumina un Paul Rudd che brilla di luce riflessa.
Il personaggio di Sidney è fichissimo, non ai livelli di Rys Ifans in Notthing Hill ma ci si avvicina... il ragazzo è giovane e se non fa la fine di un John Candy potrebbe riservare delle belle sorprese...
Per il resto sicuramente un film per cui non vale la pena perdere una serata al cinema ma che se si è di bocca buona può andare bene per un DVD affittato al volo da blockbuster...

Abbinamento cinematografico a "Un biglietto in due" con Steve Martin e il compianto John Candy...

giovedì 24 settembre 2009

L'era glaciale 3

  • Visto al cinema Barberini nell'omonima piazza... non c'è la scansione del biglietto perché ultimamente mi perdo tutto e pure i biglietti... ci sarà un perché....

Non faccio parte di quella tipologia femminile che quando esce il cartone animato sbatte le ciglia e costringe il fidanzato a portarla al cinema, la Disney non mi ha mai eccitato più tanto e la grafica digitale non mi titilla la papilla.... Fatto sta che anche io vado soggetta a botte di rincoglionimento e non riesco a resistere al 3D... il 3D mi piace assai...
Presa quindi da un entusiasmo fanciullesco mi reco al Barberini a prendere i biglietti per tutti...
Chiamo il cinema e un disco informa che il cinema è aperto tutti i giorni dalle 10 del mattino... sono circa le 2 e sono proprio da quelle parti, penso "che culo!"... invece no il Barberini è chiuso sbarrato.
Ci torno la sera... col traffico del sabato sera... roba da far bestemmiare un santo ma come dio vuole finalmente arrivo:... 8 biglietti 80 euri sull'unghia.
C'è il sovrapprezzo per il noleggio degli occhialetti...
- Ah scusate... dovreste cambiare il messaggio che dice che siete aperti dalle 10...
- e vabbè tanto prima o poi dovremmo riaprire....
Finalmente giunge il momento agognato... Ci sediamo e il destino crudele si accanisce su di noi... un bimbo proprio di fronte a noi decide di allietarci la visione:
"Mamma dov'è andato? dov'è andato mamma?"
"Mamma chi è quello? chi èèèè?
"Mamma che successo?"
Dopo la ripetizione meccanica delle stesse domande (peraltro tutte rimaste senza risposta) per circa una mezz'ora, uno del nostro gruppo decide di informarsi:
"Signora..? ...non è che per caso riesce a farlo stare zitto?"
La donna con fare scocciato e arrogante risponde: "Ha 3 anni!".
"Ho capito.. ma io ho pagato un biglietto per vedere questo film.. non per sentire suo figlio!".
E che ci vogliamo fare... ce ne facciamo una ragione... se un bambino cià 3 anni bisogna sorbettarselo e zitti... Stupidi noi ad andare a vedere un cartone animato alle 9 di sera, credendo che quell'ora i bambini se ne stiano a nanna...
Sì abbiamo capito ma il film?
Non è che c'è da dire molto... Il film è caruccio, ti fai quelle risatine del caso, ti appassioni allo scoiattolo che insegue la ghianda (perché il mammut francamente è uno dei personaggi più insulsi che siano stati partoriti per deliziare la fantasia dei frugoletti).... però nessuna grande invenzione e il 3d non era nemmeno sto gran che.. non una zanna che ti arrivasse in faccia.
Direi deludente rispetto a Coraline.
Insomma si è visto, si è lasciato vedere ma dire che ce lo ricorderemo nei tempi dei tempi sarebbe una gran fregnaccia...
Eppure grande successo di pubblico, campione di incassi... non che io pretenda di trovarmi sempre di fornte alla rivelazioni o alla fantasia onirica di un Miyazaki... però insomma sti film ormai li fanno con lo stampino... fanno l'occhiolino ai genitori con le battutine argute e sedano la creatività con lo schema della ripetitività tanto caro agli infanti.
Ne faranno un quarto? Quasi sicuramente e altrettanto sicuramente io me lo risparmierò..

Sulla Disney che mi è sempre stata un po' antipatica vi lascio questo filmato...

Per quanto riguarda l'abbinamento suggerisco la visione de Il castello errante di Howl di Miyazaki... quello sì che è un bel film!

mercoledì 23 settembre 2009

District 9

  • Cosa non si fa per il cinema... nonostante raffreddore, mal di gola, ben 38 di febbre e pure un diluvio settembrino mi sono diretta a Parco Leonardo per l'anteprima di District 9 organizzata da Radio Rock...

Parco Leonardo...
bisognerebbe parlare di questo posto concettualmente simile a District 9 ma una volta tanto preferisco concentrarmi su un film che secondo me è da non perdere...uno dei film dell'anno...
Finalmente un film di idee, un fare cinema come raramente se ne vede in giro...
La fantascienza è un espediente... la ghettizzazione, il razzismo, il totale scollamente tra esseri viventi in realtà li vediamo tutti i giorni... ma che espediente di gran classe, ribaltarla nella sua iconografia di superfici liscie e riflettenti, di strumenti curvilinei, suoni celestiali e derive new-age... qui veniamo messi di fronte alla sporcizia, all'emergenza della sovrappopolazione, a creature che potremmo definire "brutte" e che vengono chiamate "gamberoni"...
L'altra faccia di un ipotetico epilogo di incontri ravvicinati del terzo tipo... dove l'ambientazione sudafricana, praticamente una discarica a cielo aperto, aggiunge una connotazione inquietante all'atmosfera di intolleranza nei confronti degli alieni...
Nel film c'è un po' di tutto dal runaway movie, alla guerra, alla metamorfosi cronenberghiana, tutto frullato ad arte e corredato da inganno, superficialità, disperazione, vigliaccheria, redenzione, speranza...
L'essere umano con il suo percorso evolutivo fatto di strombazzate conquiste socialie progresso è rappresentato come un essere ben lontano dalle vere conquiste per cui dovrebbe combattere... il nostro protagonista infatti forse riesce a cedere al suo malcelato egoismo solo quando il "contagio" alieno comincia ad essere preponderante.
District 9 è un bel film di azione che si lascia vedere non senza una certa angoscia e che ha il pregio di portarci la fantascienza in casa, elimando gli orpelli classici e mostrandoci una realtà quasi agghiacciante nella sua possibilità d'essere.
Difficilmente potrà deludere gli appassionati e anche gli avventori casuali ma attenzione agli stomaci deboli (abbiamo avuto una defezione a metà film..)... sebbene non si possa definire uno splatter nel senso stretto del termine, District 9 non lesina su braccia squartate e carne da macello... ma forse più di tutto indugia su un'umanità allo sbaraglio, priva di valori e di futuro e questo è l'aspetto più raccapricciante...
Non si tratta di un film perfetto, molti interrogativi restano senza risposta, ma finalmente ci troviamo in presenza di un prodotto talmente riuscito da far passare in secondo piano le domande e i misteri.
Mi chiedo infine come sarebbe potuto essere un film del genere se avessero deciso di rappresentare le creature aliene esattamente uguali a noi... sarebbe stato interessante... ma forse troppo troppo realistico....

Abbinamento con la Pasticceria siciliana Nobel che si è trasferita in Via Appia Nuova, 457. Adesso corredata anche da un banco bar e da una bella sfilza di tavolini a cui è possibile sedersi per fantastici aperitivi a base di frittini siciliani (deliziose le minibriochine con le panelle)...
Invariata la qualità e la goduriosità di dolce e salato con la novità del banco rosticceria! Andate... da non perdere... come il film!

giovedì 17 settembre 2009

Drag me to hell



Se si apprezza l'horror c'è anche qualche scena interessante ma la sceneggiatura è scarsa assai, il finale è da "corto" e i personaggi sono scialbi. Poco credibile la psicologia della protagonista che dopo una furiosa aggressione da parte della vecchia zingara nel parcheggio sembra non avere nessun tipo di problema. Un film freddo che non fa sobbalzare nemmeno per sbaglio e che presuppone, per essere apprezzato, la conoscenza di illustri precedenti. Drag me to hell sembra il compitino ben fatto di un alunno secchione ma privo di creatività... una compilazione accurata di tutto ciò che potrebbe servire ma che alla fine è superfluo... scontato nello svolgimento, prevedibile senza alcuna sorpresa...
Faccio bene io ad aver abbandonato il cinema horror che da qualche anno ormai mi ha veramente fatto due scatole immani... sempre le stesse cose, sempre la stessa maniacale ripetitività delle stesse situazioni. Del film non posso dire altro... è quello che è... manderà in visibilio che si eccita sessualmente con l'emissione di vomito verdastro e con bulbi oculari che schizzano fuori dalle orbite. Tutti gli altri possono tranquillamente astenersi.
I protagonisti: Alison Lohman con un'inespressività inconsueta... un personaggio che avrebbe potuto essere scavato nel torbido e che invece viene abbandonato e improntato solo sulla fisicità dei corpo a corpo col maligno.. Il suo fidanzato che ha la sfortuna di somigliare a Ross di Friends in maniera imbarazzante (e sembra altrettanto fesso).
Potrei dire che si salva la vecchia zingara che ha un gran da fare con la dentiera ma insomma... sarebbe una forzatura. Quindi di questo film non si salva nulla... se ne facciano una ragione gli adoratori di Sam Raimi... qui l'unico orrore sta nell'aver passato una serata a vedere sta stronzata...

Ovviamente un abbinamento cinematografico ad uno dei miei horror preferiti... Si tratta de "Gli invasati" (The Haunting - Gran Bretagna, 1963) di Robert Wise. Ne fecero un orrido remake con Katherine Zeta-Jones... Ebbene l'originale per me è un gran film, poco conosciuto e da rivedere. Oggi sono generosa e cito un altra chicca praticamente sconosciuta che ogni cultore dovrebbe conoscere: "Il demonio con la faccia d'angelo", (Full Circle - Francia/Canada, 1977) di Richard Loncraine, con una giovane ed inquietante Mia Farrow. Tanto per dire... ce ne sono di cose da vedere.. lasciate perdere Drag me to hell...


martedì 15 settembre 2009

Videocracy

  • N.B. Recensione senza aver visto il film...


Alcuni anni fa all'ora di pranzo andavo dal panettiere sotto l'ufficio e mi facevo fare dei panini strepitosi. Fu lì che un giorno, dopo aver chiesto un bel panino integrale con le zucchine grigliate e la mozzarella, venni a sapere, non volendo, chi era Costantino.
Dato che io sono una gran simpaticona e tutti quelli che incontro provano l'irresistibile voglia di conversare con me, la commessa, con aria complice e sognante ossimoricamente mormorò ad alta voce: "Quant'è bbbono Costantino....".
Io, sempre pronta ad informarmi su un bel fico, domandai: "Ma chi è Costantino...?", sperando per lei che fosse il suo fidanzato...
Invece no, mi sbagliavo. Costantino, che Barbara mi mostrò su "Chi" di quella settimana, era l'essere più boro che avessi mai visto....
Ma il danno ormai era fatto. Ormai sapevo chi era Costantino e da quel momento ogni volta che sentivo pronunciare il suo nome potevo associarlo ad una faccia (da culo) e ad uno stile televisivo (defilippiano).
Che brutta cosa... invasiva, fastidiosa, non richiesta...
E come far capire a Barbara il danno che mi aveva fatto?
Lì per lì chiesi uno sconto sul panino alle zucchine... e da quel momento pretesi di pagare sempre una tariffa forfettaria per quel che mangiavo, eccheccazzo.
Ragazzi ma di che stiamo parlando?
Ah sì di Videocracy....
Bè ma ce voleva un film per capire che la televisione non andrebbe mai accesa?
Che la scusa di coloro che "guardano il telegiornale" è vecchia come il cucco?
Che il teletubbies sono l'anticamera di bambini allucinati e allucinanti?
Che brutta cosa la televisione, che ti abitua a restare seduto a casa tua quando potresti uscire di casa...
Che non ti fa pensare a niente dopo una giornata di ufficio...
Che ti insegna a cucinare senza gustare i sapori...
Che ti convince che quello che vedi ti piace ed è molto fico...
Ma soprattutto che cosa oscena avere il salotto di casa costruito intorno al televisore, come se fosse un caminetto attorno al quale raccogliersi per un po' di tepore.
E poi pensare che sia impossibile vivere senza il televisore, essere fieri di questa affermazione, esserne profondamente convinti tanto da non pensare mai nemmeno per un secondo di farne a meno.
La teledipendenza quando fa rinunciare alla vita, all'agire, quando ti fa interessare più ai cazzi di Mara Venier che a quelli di tuo figlio o di tuo marito è di uno squallore allucinante e molto più deleteria di qualsiasi droga per la quale ci si indigna al solo pensiero...
Detto ciò, abbiamo veramente bisogno di guardare questo videocracy, sapientemente lanciato da un trailer censurato?
Io dico che Videocracy lo vediamo tutti i giorni, che lo alimentiamo e sostentiamo con i nostri desideri appannati di velinaggio convulso, rispondendo al quiz prima ancora del concorrente di Canicattì che ha appena salutato la mamma, il cugino Astrubale e tutta la squadra di palla prigioniera della parrocchia del paese.
Videocracy siamo noi ogni volta che ci viene la curiosità di sapere gli affari di qualcuno che non conosciamo.
Sapete che c'è? io Videocracy non ci perdo tempo nemmeno a scaricarlo da Internet.
Per quanto mi riguarda se ne può andare a fanculo, insieme a tanto altro "cinema" che non ha più nulla di questa nome.

Abbinamento a uno dei miei film cult Farenheit 451... Ray Bradbury incontra Truffaut e ne esce un capolavoro con la faccia dolente di Oscar Werner. Purtroppo è in arrivo un remake... ma voi... guardate l'originale....


martedì 8 settembre 2009

Un amore di testimone


Qualche sera fa su Sky (che ancora non sono riuscita a disdire ma ce la farò... oh se ce la farò...) passavano questo film... E io mi sono detta perché no? (tutto sommato in fondo un animo romantico ce l'ho pure io)...
Ma a volte l'animo romantico ti fa commettere dei passi falsi clamorosi perché un amore di testimone in realtà è una cazzata di film.
Praticamente hanno preso il pregevole "Il matromonio del mio migliore amico".. un film adorabile, senza una sbavatura, che quasi potrebbe competere con gli anni d'oro della commedia hollywodiana, hanno invertito le parti e ci hanno piazzato un lieto fine.
A dire così sembra niente eppure... eppure siamo veramente dalle parti della fregnaccia peggiore dell'anno.
Ma ora voglio parlare un po' di Patrick Dempsey che è la star di Grey's Anatomy, ennesimo telefilm di medici che sta spopolando da un quattro/cinque anni a questa parte.
Patrick ha una di quelle facce ambivalenti che a secondo di come viene inquadrata passa dal sembrare un bel fico ad avere una delle espressioni più ottuse che si siano viste nella storia del cinema. Fatto sta che dopo anni e anni di gavetta il ruolo del tormentato dottore in Gray's Anatomy l'ha lanciato nell'olimpo degli uomini più desiderati dalle casalinghe disperate.
Per tutte le fans del toy boy sappiate che a 21 anni si è sposato con una donna di 48 anni per poi divorziare, ovviamente, qualche anno più tardi.
La star femminile invece è Michelle Monaghan che con la mia consueta abilità di talent scout tenevo d'occhio dai tempi di Kiss kiss bang bang.
Insomma il film è il nulla totale, privo di un qualsiasi spessore e con con punte quasi irritanti.
Come spesso accade nei film americani uno dei protagonisti è ricchissimo grazie ad un'idea di quelle che sembrano non valere nulla e invece rendono miliardi. In questo caso Tom/Patrick ha ideato l'anello di cartone da mettere intorno al bicchiere di carta del caffè Starbucks.
La celebrazione del consumismo spurio... milioni di persone che ogni giorni bevono un indegno bibitone ch poco ha a che vedere con il caffè ma che ormai nell'immaginario del mondo occidentale ha sostituito il prodotto originario. Il tutto con un consumo di carta veramente indegno (compreso l'anello di cartone che rende miliardario il protagonista).
Ora la cosa che mi sorprende di più è come i tipi di Starbucks propongono le quantità:
Tall, Grande e Venti
dove tall è il più piccolo e corrisponde forse ad un quarto di litro e gli altri a seguire, sempre più grandi, solo che Venti è più grande di grande (che però si pronuncia grandi).
Io alla fine in Inghilterra sto starbucks me lo sono bevuto ma prendevo sempre il tall. Una volta avevano finito gli anelli di cartone e per portarlo via mi sono ustionata una mano.
Devo dire che Patrick Dempsey ha avuto proprio una bella idea, anche se il caffè fa schifo...
Il film però lasciatelo perdere....

Abbinamento cinematografico con il piccolo masterpiece: Il matrimonio del mio migliore amico. Una Julia Robert strepitosa, un rupert Everett in stato di grazia e la colonna sonora di Burth Bacharach... un copione che centra ogni singola battuta per una storia dolce/amara che è un gioiello...

lunedì 7 settembre 2009

Sacro e Profano

Una girandola di personaggi che gravitano ai limiti della sopravvivenza fisica ed emotiva in una Londra che assiste senza emozioni allo svolgersi di vite che si intrecciano in nodi che vengono al pettine. Il filo si regge su Eugene Hutz, già irresistibile interprete di “Ogni cosa è illuminata", una faccia e un fascino sincero e sfacciato, un’artista che al di fuori di ogni morale conduce un’esistenza brada destreggiandosi tra le sessualità complicate di personaggi che hanno bisogno di pagare per trovare la loro soddisfazione. Ma il suo essere in un certo modo “prostituto” è scanzonato al pari di un’Irma la dolce… si dedica al mestiere perché così può masterizzare cd con la sua musica, da distribuire a tutti quelli che incontra (effettivamente Eugene Hutz è il leader dei Gogol Bordello… insomma il programma era già nel nome!).
In effetti appare evidente che i "problemi" sono tutti a carico di coloro che conducono la cosi detta "vita normale" di facciata e che i protagonisti non fanno altro che concedere loro momenti di liberazione.
Lungi dal consumarsi tra sensi di colpa e morali da quattro soldi, Eugene intrattiene una serie di rapporti umani dal respiro corto, che anelano ad una realizzazione… l’amicizia con il vicino di casa, un poeta cieco interpretato dal sempre ottimo Richard E. Grant e l’amore per la coinquilina che vive in un mondo tutto suo…
I personaggi sono ritratti di varia umanità dietro i quali non è difficile ravvisare alcuni spunti autobiografici di Madonna, della cui gavetta in certi ambienti non ha mai fatto mistero.
E infatti forse questa psicologie di anime perse che vagano senza incontrarsi pur stando costantemente l’una di fornte all’altra è più una condizione tipica di certe atmosfere degli anni Settanta che dell’epoca presente…
Tutto sommato un film che ha la sua forza negli interpreti e nell’intreccio caciarone delle storie a base multietnica, godibile nel finale liberatorio dove ognuno sembra trovare la sua strada attraverso una formula che più semplice non si può.., seguire le proprie inclinazioni, i propri sogni, i propri desideri, aprirsi agli altri e vivere finalmente la propria vita.
C’è da dire che la regia di Madonna è invisibile, non è caratterizzata da particolare personalità ed è un vero peccato perché questo film con tutti attori sconosciuti (se si eccettua Richard E. Grant) ha un suo perché e sarebbe potuto diventare uno di quei serpeggianti successi basati sul passaparola… invece il fatto che dietro a tutto ci sia l’icona del pop in tutta la sua magnificenza (e purtroppo pure con la sua poco credibile capacità cinematografica), rende tutta l’operazione un po’ tronca… come se dire che questo film sia decente sia quasi un andare contro corrente… a me comunque è piaciuto e Sacro e Profano… Madonna o non Madonna…. l’avrei visto comunque perché Eugene Hutz lo trovo fichissimo!
Abbinamento con un'erboristeria fornitissima che si trova in zona tuscolano. Herbios in Via Paolo Albera, 51/53 tel 067823578. Tanti prodotti selezionati per ogni esigenza, personale competente e disponibile. Che sia ora di iniziare una cura disintossicante dopo l'estate?

venerdì 4 settembre 2009

Espiazione

  • Qualche sera fa...
Questo film per qualche motivo sconosciuto ma sicuramente valido mi era sfuggito fino a ieri sera...
In una sera d'agosto a Roma da sola ho deciso di sottopormi ad Espiazione nonostante non ne avessi nessuna esigenza. Ma perché mi chiedo? col senno di poi...
Ma che tristezza... che ingiustizie... ma soprattutto che mattonata ai limiti del sopportabile...
L'inizio mi incanta... ma vabbè... quasi tutti quelli che mi conoscono sanno il fascino che esercita su di me la classica dimora inglese traboccante di porcellane, tappezzerie e parati fiorati... Una casa che sembra uscita fuori da un arredatore non esente da eccessi che sfocia in un barocchismo esotico e avvolegente.
La storia è piuttosto interessante e non potrebbe essere diversamente vista la provenienza da un romanzo di Ian McEwan... un autore che ha sempre la capacità di rimestare nel torbido, di scavare nelle pieghe di una realtà al di fuori di schemi "normali"... protagonisti con psicologie esuberanti che diventano catalizzatori impietosi dei destini altrui...
In questo caso il perno attorno al quale si consumano le sfortunate vicende di due amanti dal destino infelice è una giovane sorella gelosa. Il suo atto di egoismo sarà causa di sventura e infelicità e la nostra necessità di rivalsa sullo schermo, di un lieto fine, sarà duramente lacerata da una realtà triste e dolorosa.
A sta stronzetta l'avrei voluta riempire di sberle.... sono molto sensibile al tema degli amanti divisi dal destino avverso... dai tempi di Candy Candy e Terence o di Lady Oscar... Interi pomeriggi che devono aver forgiato la mia mente, evidentemente predisposta....
Comunque sia Espiazione non è un brutto film ma provvedete in anticipo a procurarvi una copia di un qualche film tipo "Il letto racconta", "Non mandarmi fiori" o meglio ancora "Amore ritorna".. tutti e tre della regevole coppia Doris Day/Rock Hudson...
Si tratta di tre film troppo carini capaci di rimettere in sesto un'anima trista dopo la visione di Espiazione....
Detto ciò... Keira Knightley ha una mascella pari solo a quella di Ridge di Beautiful e credo di capire che debba mantenersi sotto peso per paura che anche un singolo grammo le si possa piazzare sulla mandibola...
James McAvoy non è male e secondo me farà strada....
Gli inglesi invece dovrebbero un po' rallentare con questa mania di fare tutti sti film in costume... cominciano a scarseggiare i film che ci raccontano l'Inghilterra di oggi....

Sì sì lo sappiamo.... l'acqua di Roma è tanto buona... ma ciò non toglie che se la filtriamo con una brocca Brita dotata di filtro Mantrax è meglio! Inoltre è possibile anche gassare l'acqua, cosa che devo dire da una grande soddisfazione! I costi sono veramente ridotti e oltre a non comprare più acqua minerale, riducendo l'ingombro dei rifiuti... si può usare per fare il tè che viene decisamente molto molto meglio... Perfetto degustarne una bella tazza mentre si guarda questo film...

mercoledì 2 settembre 2009

Baby mama


Ci sono film chen on dovrebbero uscire dal territorio statunitense, quelli sul baseball per esempio…
E poi quelli sulle donne in carriera che sacrificano tutto per il lavoro…
Molti anni fa avevamo visto Baby Boom ora c’è Baby mama… la differenza sta nel fatto che a Diane Keaton un figlio le arrivava per caso tra capo e collo (e nemmeno l’aveva dovuto partorire), Tina Fey invece (giustamente sconosciuta qui da noi) lo desidera ardentemente e alla fine il bambino arriverà anche per lei.
Poteva essere un gioiello se solo il gioco delle parti tra la donna col desiderio di maternità represso e la “ragazza” che concede il suo utero in affitto si fosse svolto sul terreno del cinismo e delle meccaniche perverse delle differenza sociali, invece qui è tutto all’acqua di rose…
L’inutilità fatta film come spesso capita negli ultimi tempi e ancor più inutile importarlo e distribuirlo qui in Italia. Certi film andrebbero disertati in massa, andare a vederli contribuisce ad alimentare il menefreghismo di chi acquista i film all’estero per il mercato italiano che alla fine (c’è la crisi… c’è la crisi…) si beve qualunque cosa, manda giù tutto e magari trova il modo pure di farsi piacere certi film. Non basta il cinema italiano a abbassare lo standard qualitativo?
Abbiamo veramente bisogno di film come baby mama?
Voi direte…”ma non fa del tutto schifo… è una commedia che si lascia vedere…”…
E per me forse questa è la sua colpa peggiore, questo subdolo lasciarsi vedere, quelle tre o quattro battute che magari ti increspano le labbra con la speranza che ne esca un sorriso…
Il piattume che ci insegna a non aspettarci niente di più da un film, da una serata al cinema.
Sono finiti i tempi in cui scorrevi le colonne dei cinema cercando di scovare quel film particolare… ora un pugno di film monopolizza le sale e se si vuole andare al cinema alla fine vai a vedere qualsiasi cosa propongono perché “c’è solo quello da vedere”…
E quando il lavaggio del cervello sarà definitivamente concluso cosa rimarrà del cinema?
Non so… sarà come leggere l’ultimo libro di Bruno Vespa o scendere al ristorante sotto casa sapendo che mangerai peggio di come si cucinerebbe a casa ma almeno non devi lavare le pentole dopo… o andare al mare in vacanza pur sapendo che c’è il divieto di balneazione…. E andar fieri di preferire la piscina all’acqua salata… o tenersi un partner di cui si è stufi da anni…
Sarò pessimista… ma questi sono i rischi che si corrono andando a vedere film come baby mama…
Che dire... un'estate che cinematograficamente parlando è un insulto al cinefilo ma anche all'utente medio, quello che al cinema si vuole solo diverti'... nannì, nannì...
Da evitare… naturalmente…

Abbinamento cinematografico con un film sul tema della maternità che sicuramente non è leggerino ma resta pur sempre un film notevole “La scelta di Sophie”…

martedì 1 settembre 2009

Flash of genius

  • In una sera imprecisata di agosto che si è già persa nella memoria... (esattamente come il film)

Momento d'oro per Greg Kinnear che praticamente è in sala con tre film (Flash of genius, Ghost town e Baby mama, di cui parlerò, male, presto)...
Flash of genius ci è stato spacciato da critici frettolosi come un coppoliano Tucker... ma per carità... lasciamo perdere i paragoni (che lasciano sempre il tempo che trovano) e parliamo di Flash of genius...
La storia di un uomo che inventa il tergicristallo ad intermittenza e al quale la Ford (quella della Fiesta) ruba il brevetto. Seguiranno anni di lotte legali per il riconoscimento della patria potestà del tergicristallo, anni nei quali Greg Kinnear si alienerà l'affetto della moglie (la sempre simpatica e carina "Una mamma per amica" Lauren Graham) con la quale invece prima andava piuttosto d'accordo, visto che ci aveva fatto tipo sei figli.
Ebbene il film scorre piatto come una fiction americana di quelle che viene suddivisa in 2 o 3 parti e che te la vedi 10 anni dopo che è stata prodotta su canali tipo AXN o Fantasy...
Altro che Flash of genius... il titolo poteva essere qualcosa del tipo "la vera storia di Bob Kearns, l'uomo che osò sfidare la Ford".
Insomma tanto rumore per nulla, un film di una piattezza sconcertante che non trova una strada su cui puntare e resta sempre molto in superficie senza mai entrare nei personaggi, che restano fotografie senza anima.
Comprendo che con le schifezze uscite quest'estate almeno Flash of genius ha il pregio di una storia con un suo inizio, uno svolgimento e una conclusione... cosa che sembra scontata ma che è ormai è merce rara... ma ciò non basta a farne un buon film.
Siamo dalle parti del sufficiente stiracchiato, dell'inutilità spinta...
Con una simile storia si dovrebbe uscire dal cinema con l'animo rinforzato di speranza, con la voglia di lottare, di far valere ogni singolo diritto... e invece l'unico pensiero è cheppalle, ammazza quanto è durato sto film...
E va bene.. alla fine di cosa ho parlato? di tutto ciò che sarebbe stato meglio che fosse Flash of genius... e ho detto molto poco del film... ma credetemi... c'è veramente poco da dire....

Dopo tanto tempo passato a chiedersi cosa abbinare a quei film brutti e inutili... ho trovato la soluzione! Da ora in avanti ci sarà l'abbinamento cinematografico... ovvero la nemesi del film da evitare... Ebbene il tempo sprecato a vedere l'inutile Flash of genius mi ha fatto pensare ad un film cult "La fonte meravigliosa" 1949, King Vidor, con Gary Cooper, Patricia Neal e Raymond Massey. In questo film c'è già tutto. E quando dico tutto, dico tutto... tutto il resto è noia. Spero prima o poi di avere l'ispirazione per parlarne diffusamente e per condividere la mia azzardata analisi su questo capolavoro. Nel frattempo se non lo conoscete cercate di procurarvelo (tutti hanno uno spacciatore di bianco e nero d'annata e dannato....). Buona visione!

Knowing

  • Sabato 29 agoisto 2009
  • Attenzione si parla di come va a finire il film... se non volete rovinarvi la visione, egegte dopo averlo visto!


Un film che aspettavo da tempo...
Purtroppo il protagonista è Nicholas Cage, un freak al silicone di prima categoria, con i capelli che gli iniziano a metà della testa come una razza aliena di Babylon 5 e il naso che a forza di sfinarlo gli diventerà come quello di Michal Jackson.
Ma la cosa veramente fastidiosa è che invece di parlare biascica, ha un tono monocorde e per di più di è gigione.
Ma che se giggiona dico io....
Ma saltiamo a piè pari st' insulso e poco credibile protagonsta e passiamo al film che si preannunciava inguardabile...
Ebbene non è così... knowing si può guardare e anche con interesse (almeno per me).
Knowing è prima ancora della storia un bel "cinema" come da anni siamo disabituati a vedere.
Ci sono almeno tre scene epocali tra disastri e distruzioni e questo rientra nella roboante regola della Hollywood degli ultimi 10 anni ma, cavolo, che classe!
La tensione non scende mai, una sottile inquietudine pervade l'atmosfera dall'inizio alla fine...
La fine... un bel mix di annientamento e speranza che ognuno si può permettere di vivere a seconda del proprio stato d'animo. Decisamente Proyas ci aveva già abituato a situazioni intriganti e Dark city per me resta la sua opera emblematica, una specie di sotto programma di Matrix cupo e senza uscita... con knowing si dimostra un regista capace di coniugare grande spettacolo, grande regia pur senza rinunciare a un pessimismo serpeggiante che poco piace al grande pubblico.
Knowing sarebbe potuto essere certamente un ottimo "2012" e resta comunque figlio di una corrente cine/televisiva che negli ultimi 10 anni ha partorito una miriade di storie tra incontri ravvicinati del terzo tipo e necessità di spiritualità.
La novità di Knowing non sta nella distruzione.. (avevamo già avuto un Deep Impact che però si accaniva per lo più col continente americano) ma nella totalità della distruzione, eccetto per pochi esseri eletti chiamati a ripopolare un giardino dell'Eden.
In conclusione da vedere, da godere, da riflettere... una volta tanto...

Abbino Knowing ad una mia recente scoperta... Lo splendido negozio "le spezie del Guru" in Via Lamarmora, 15 tel 347 3601355. Cosa dire? A parte l'impatto affascinante con un il bel pavimento, le pareti e le decorazioni c'è da perdere la testa per tutto ciò che è in vendita... da una bella selezione di risi basmati a tutte le spezie necessarie alla cucina indiana... e poi tutta una serie di prodotti ayurvedici per la cura del corpo e della mente. Vale la pena farci un salto anche solo per immergersi in quell'atmosfera... Un punto di riferimento da tenere sempre presente!