venerdì 24 giugno 2011

The conspirator


  • Qualche giorno fa al cinema Roxy Parioli nell'omonimo quartiere in Via Luciani.
  • Tante belle case e ci fosse un ristorante decente...

Un film di barbe, ecco in due parole il sunto di the conspirator. Più che altro senza nerbo e poco interessante quest’ultima inutile regia di Robert Redford tutta virata al seppia tipo quelle foto che il fotografo del matrimonio, senza che gli sia stato richiesto, ti fotoscioppa a tradimento.
Pathos assente, passaggi un po’ a casaccio.. mah… oserei dire che si può evitare tranquillamente. Non perché faccia proprio schifo ma per la sua totale piattezza.
E la sottile metafora sugli Stati Uniti attuali? Ah bè…. Talmente sottile che praticamente è l’unica cosa di cui si possa parlare se si vuole dire qualcosa di questo film.
E poi che palle co ste metafore… cioè… se vuoi dire qualcosa dilla e lascia perdere le metafore che la gente è di coccio e nemmeno le capisce…

Abbinamento cinematografico... Volendo parlare di eventi realmente accaduti rispolvererei lo stupendo In nome del padre... è chiedere troppo ad un film? che almeno emozioni?

mercoledì 22 giugno 2011

The hunter

Maledetto sia il cinema americano, che ormai fa talmente schifo da costringere il cinefilo a rivolgersi altrove per una boccata di aria fresca. Poi però si incappa in questo the hunter che le voci di corridoio dicono sia tanto bello e che senza pensarci due volte ti ruba un paio d’ore di vita in cui si sarebbe potuto fare tutt’altro.
Fondamentalmente una rottura di coioni che perdura dall’inizio alla fine, senza che ci sia un solo momento che abbia senso. E se nella prima parte per continuare la visione si cerca di inventare un senso recondito, invece del tutto assente, nella seconda si perde totalmente la bussola e i fatti si susseguono senza che lo spettatore ne sia messo a conoscenza.
Si può intuire una vendetta, l’uomo ridotto a macchina di morte perché gli è stato tolto il bene più caro, una famiglia che rappresenta la redenzione. Sì, si può intuire…. Ma sarebbe bello che il cinema, anche quando proviene da zone disagiate, riuscisse a raccontare delle storie invece che presentare una galleria di personaggi monocorde.
E il finale è quanto di più brutto si sia mai visto, quindi qualcuno griderà al capolavoro.
Insomma state lontani da the Hunter a meno che non siate insoddisfatti del diametro dei vostri testicoli e non vogliate aumentarli in maniera esponenziale!
Di certo cinema non si sente proprio la mancanza.

Sto film mi ha fatto talmente schifo che per protesta manco faccio l'abbinamento. E manco ci metto la locandina.

domenica 19 giugno 2011

X-Men: L'Inizio

  • Domenica 19 giugno 2011, Cinema Europa di Corso d'Italia. Alla cassiera rodeva il chiccherone.

Un prequel che fa impallidire la consueta trilogia oltre che l'orrido spin-off di Wolverine.
Cast in stato di grazia, approfondimento psicologico degno di questo nome, costumi da urlo e una storia che si segue tutta di un fiato. Si esce dal cinema con soddisfazione e maledicendo qualsiasi altro film fatto prima su qualsivoglia supereoe... L'inizio degli X-men li sbaraglia tutti a mani basse.
Fassbender oltre ad essere sofferto e intenso è un fico della madonna, McAvoy, di cui sto seguendo le gesta dai tempi di Espiazione è un perfetto giovane Xavier. Camei d'eccezione quello di Hugh Jackman nei panni di un già burbero Wolverine e dell'immancabile Michael Ironside che tante gioie ha dato agli appassionati negli Ottanta/Novanta.
Tutto qui? Nient'altro da dire?
Macché.... stasera vado a dormire felice!
Finalmente, veramente, un bel film!

La serata si è conclusa con uno splendido gelato della Gelateria artigianale Gori, in Piazza Menenio Agrippa, 8 (a un passo da Piazza Sempione) tel. 068272092. Se volete provare uno dei migliori gelati a Roma nonché una pregevole granita di mandorle correte senza indugio!


sabato 18 giugno 2011

Sei giorni sulla terra

  • Venerdì 18 giugno 2011, Cinema The Space Parco dei Medici (prima si chiamava Warner Village ma ha cambiato nome chissà perché...)

Sei giorni sulla terra non è un film di fantascienza… sembrerebbe un’affermazione magrittiana di primo acchitto e invece è proprio il regista Varo Venturi che vuole togliere questa etichetta, capace di attrarre un folto pubblico di aficionados ma anche di stravolgere il senso di un progetto fortemente voluto per risvegliare le coscienze.
La conferenza stampa è gremita, a parlare è il Prof. Corrado Malanga studioso di interferenze aliene e le cui conclusioni sono sconcertanti.
Alla base della trama il succo di centinaia di sedute di ipnosi regressiva che svelano una realtà agghiacciante. L’umanità come esperimento genetico per ospitare una serie di entità aliene che alla stregua di parassiti ne sfruttano l’energia cercando di catturarne l’anima immortale.
Si dimentichi il tenero E.T., si può smettere di rivolgere l’occhio al cielo per cominciare a fare i conti con una realtà ben più amara… l’essere umano come “contenitore” all’interno del quale, la maggior parte del tempo inconsapevolmente, si agitano forze e volontà altre.
E quando queste forze si scatenano lo sa bene Linda Blair cosa succede… Se l’alieno che usurpa il nostro contenitore viene sfrugugliato a dovere manifesta tutta la sua intransigenza e arroganza. Dunque la (fanta)scienza incontra la religione e c’è da giurare che se in parecchi hanno il dubbio che esistano forme di vita extraterrestre sono molto meno quelli che metterebbero la mano sul fuoco sul fatto che il demonio non esista.
A livello filosofico si tratta di un’intuizione mica da poco, a livello cinematografico ne esce fuori un cross-over coi fiocchi, altro che licantropi e vampiri...
E vengo al film, preceduto da critiche scalcagnate è invece una bella sorpresa. Una produzione tutta italiana che con investimenti contenuti è riuscita a mettere su un’opera con un’identità stilistica notevole partendo da una regia niente affatto scontata, una fotografia impressionista che usa la luce come fosse un elemento di scena vero e proprio. Effetti speciali pochi ma dignitosi e sufficientemente evocativi per una storia che tiene col fiato sospeso, a tratti disturbante. Non privo di una certa ironia e con la capacità di fotografare mondi solitamente nascosti ai più, Sei giorni sulla terra si lascia vedere senza lasciare indifferenti.
Interpreti giusti, dal regista che si ritaglia la parte del prete gesuita depositario di verità nascoste passando per l’interprete principale che è una versione un po’ più fashion di Malanga, fino alla giovane Laura Glavan che si destreggia abilmente tra la parte umana e quella aliena con un’immedesimazione che difficilmente non si imprimerà nella memoria dello spettatore.

Per un approfondimento, ça va sans dire, in libreria, Alieni o demoni di Corrado Malanga...

lunedì 13 giugno 2011

Bronson


Che essere strano è l'uomo... la seconda cosa che gli piace di più dopo l'idea di guardare due donne che fanno sesso e vedere un film dove altri uomini si massacrano di botte. Raggiungeranno quindi non la vetta ma vertici altissimi di piacere con questo Bronson di Nicolas Winding Refn.
Un film simmetrico dove ogni immagine è costruita (troppo) sulla sua centralità spesso definita dall'attore se non quasi unico direi principale. Un bel pelatone coi baffi con tanti muscoli così come a centinaia ne sono sfilati domenica all'Europride, un Ben Turpin cattivo e a briglia sciolta il cui unico interesse è massacrare e farsi massacrare, possibilmente nudo, meglio ancora se unto di un grasso scuro.
Psicologia assente... quant'è comodo scodellare questi ritratti in cui  il punto di vista è esclusivamente estetico e in superficie.. Io però francamente sono proprio annoiata dai ritratti della follia che bisogna accettare pedissequamente. Posso anche comprendere il fascino dell'l'outsider che nel vivere rinchiuso trova la sua libertà nelle regole della carne e del sangue su colui che tutti i giorni timbra il cartellino della propria disperazione... Però dio santo, che so, fate un po' attività fisica e se proprio non vi riesce quella più piacevole iscrivetevi in palestra (dove tra l'altro troverete una concentrazione di Bronson superiore all'Europride ma senza baffi)...
Insomma Winding Refn fotografa la violenza, la "abbellisce" con la consueta estetica della macchina da presa, la condisce con una colonna sonora sulla quale non si può dire nulla di male e ci restituisce un vuoto colmo di aberrazione. Ci fa sorbettare questo Bronson machissimo (anche se nei suoi 34 anni di carcere si può esser certi che gli hanno fatto delle belle feste) di cui non sappiamo nulla.
L'ho trovato noioso e noioso e alla fine due mazzate sui denti gliele avrei date volentieri anche io.

Ma che ci abbino con questo film? Vabbè.. per stemperare l'inutilità della violenza di Bronson vi suggerisco una visita al Roseto Comunale di Roma, in questo periodo ancora in massimo periodo di fioritura, aperto ancora per pochi giorni fino 19 giugno dalle 08.00 alle 19.30 (compresi sabato e festivi). L'ingresso è gratuito, per informazioni e prenotazioni visite guidate telefonare al numero
065746810 - fax 0657135413


martedì 7 giugno 2011

I guardiani del destino

Philip K. Dick nella sua lunga carriera di scrittore ha pubblicato veramente una miriade di romanzi e racconti tanto che il mio progetto di abbracciarne l’opera completa langue o piuttosto procede con la fatica (o la semplicità) di lasciare le cose al caso. Un’edizione originale del 1962 su una bancarella, una vecchia antologia di Urania in cui trovo la spelndida“la pulce d’acqua”, che meriterebbe un film tutto per sé, o la sbrilluccicante copertina di una delle ultime riedizioni che attira il mio sguardo da Feltrinelli.
E poi ci sono i film che con cadenza regolare si nutrono delle sue storie, capaci di ispirare registi o semplicemente di metterli in condizioni di sfornare l’agognato film di genere per coloro che come me salutano la fantascienza in sala con un sospiro di sollievo, una sorsata di acqua fresca nella calura, un felice ritorno.
I guardiani del destino si concentra su una delle “paranoie” dickiane per eccellenza, quella della nostra vita governata a nostra insaputa da leggi (e legislatori) al di fuori della nostra volontà.
Noi proseguiamo beati nelle nostre attività più disparate mentre entità altre muovono i fili per oscuri motivi. Fin qui nulla di nuovo... e sebbene Matrix abbia chiuso un po’ il cerchio su certe situazioni è sempre estremamente affascinante avvicinarsi alle possibili verità che giacciono sotto la superficie.
Protagonisti l’insipido Matt Damon sempre più con l’aspetto da adolescente attempato e non finito e l’eterna “spalla” Emily Blunt ancora in cerca di una vera occasione.
I guardiani del destino non vogliono che questi due coronino il loro sogno d’amore  e insomma secondo me se ci avessero messo uno un tantino più affascinante di Matt Damon  avrei fatto il tifo pure io. Invece per tutto il tempo ti chiedi se in effetti forse non fosse meglio che ognuno continui a vivere la propria vita e che a “vincere” siano i guardiani.
Come andrà a finire? Grazie al cielo non come i Ponti di Madison County…
I guardiani hanno il potere di muoversi attraverso delle semplici porte che però nelle loro mani diventano scorciatoie spaziali a mo’ di Monters e co. o proprio come i russi che arrivano a Parigi passando da una finestra in Insalata Russa.
La porta quindi prima ancora di essere quella della percezione di Huxleyana/doorsiana memoria annulla i confini consueti e diventa accesso tramite il quale ci si può muovere molto velocemente, saltando letteralmente di palo in frasca. La destabilizzazione spaziale garantisce quindi l’aspetto spettacolare pur non servendosi di grossi effetti speciali.
Si aggiunga una buona dose di azione e di pathos ma soprattutto un messaggio irresistibile, quello di continuare a lottare per ciò che si vuole veramente… E cosa possiamo volere di più a parte un attore meno insignificante di Matt Damon?
Non deluderà gli appassionati del genere in attesa di "6 giorni sulla terra" e del nuovo X-men.

Viste le accorate richieste in privato riprendo la consuetudine di raccontare il finale nel seguente testo da selezionare da qui: Nonostante i guardiani del destino tentino in tutti modi di allontanare i due protagonisti i due coroneranno il loro sogno d'amore... a qui...

Sebbene sia aperto dal 2009 ho scoperto questo posticino delizioso solo pochi giorni fa. .. Si chiama Dolce, in via Savoia, 52 tel. 068416279. Cosa dire? Un'isola felice di leccornie dolci senza dimenticare il salato. Dimenticate la pasticceria classica del 99% delle pasticcerie a Roma e recatevi senza indugio a provare la produzione di Dolce. Poi, fatemi sapere....

mercoledì 1 giugno 2011

Il ragazzo con la biciletta


  • In diretta telefonica con Bologna, recensione per interposta persona.
  • Resoconto passo passo.


Squilla il cellulare...
Rispondo: Ciao….

- Ciao!

- Che film hai visto?

- Il ladro del bambino delle biciclette….

- Ah… il ladro del bambino delle biciclette…..

- Ci avevi ragione tu senza averlo visto… chepppalleeeeeeee! Guarda veramente due palle…. Ma poi cià degli snodi tutti sbagliati nelle relazioni tra i personaggi…

- Ma com’è che poi avete visto questo?

- Mah... io avrei visto Corpo celeste, almeno sarebbe stato una novità.. invece questo…….. però ho lasciato decidere loro…

- Eh eh eh

- Perché ridi?

- Perché ti faccio uno scherzetto…

- No dai perché mi vuoi fare uno scherzetto?

- Lo sai.. perché sono una burlona….

- Nooo.... niente scherzetto…..

- Ma quante stellette gli daresti…?

- Quante stellette? Perché me lo chiedi?

- Dai! Quante stellette?

- Ma due! Gliene darei due! Ma sai… non se può parlar male… ma io gliene darei una! Cheppalle…. Qui c'è tutta st’intelligentia di sinistra….
Poi parlando degli amici con cui è stato al cinema: Anche a loro non è piaciuto… A un certo punto lei aveva gli occhi chiusi…

Giunge la voce di lei che protesta…

-È vero, lo giuro avevi gli occhi chiusi….! Vabè no, allora me lo sono inventato...
Comunque è stata una serata carina, siamo andati a mangiare in un’osteria accanto al cinema… io ho preso delle tagliatelle, un crostino con il pomodoro e pure la crema al mascarpone…. Tacabanda! …Tacabanda l’ho preso da te! 

-E lo so, immagino... ma ti ricordi? Era quel vecchio carosello in bianco e nero…

-Sì i Colussi….

-No no i colussi…

-I Doria?

-Sì i bucaneve!


-Vabbè ci sentiamo dopo?

-Vabbè a dopo….