mercoledì 27 settembre 2017

Valerian e la città dei mille pianeti





  • Martedì 26 settembre 2017, Cinema Lux, spettacolo delle 21.30 sala 10.

Valerian è uno spettacolo fichissimo che travolge e appassiona, denso di situazioni e personaggi in cui la storia, pur non essendo malaccio, non è che un contorno.

A me comunque è piaciuta pure la storia, certo Besson non è Harold Pinter e spesso i dialoghi sono un po' fanfaroni e gradassi ma del resto si parte dalla solita graphic novel.

Dicevo, è talmente denso che alla fine quasi ti dimentichi che inizia sulle note di Space Oddity, che non c'è verso di ascoltarla senza qualche lacrima.
E' talmente denso che quasi ti dimentichi l'incipit con l'imprimatur del grande vecchio Rutger Hauer, miracolosamente scampato alle navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione.

Forse l'unico neo è  un protagonista  maschile che sembra un quindicenne e per di più con delle tremende borse sotto agli occhi.
Accanto a me due tizie:
"Ma questo è un ragazzino ma quanti anni ha?!".
L'altra prende il cellulare e controlla l'età di Valerian, "Cazzo ma è dell'86! E' un vecchio!".
Non le degno nemmeno di uno sguardo ste stronze ma un sentito mavvaffanculo risuona a lungo nella mia mente.

Cara Delevingne incredibilmente recita,  riesce addirittura a cambiare l'espresione del viso, anche se in generale i due protagonisti hanno un perenne broncetto stile selfie instagram stampato sulla faccia.

I veri protagonisti per me restano la moltitudine di alieni, uno più meraviglioso dell'altro, ogni razza che appare sullo schermo è un viaggio meraviglioso nella fantascienza estrema.
Strepitosa l'esibizione di Rihanna così come è fantastico l'amba aradan del mercato transdimensionale.
Splendido il popolo dei Mul nella sua purezza e incredibile spiritualità.

Incredibilmente su IMDB Valerian ha un punteggio di soli 6,7.
Ma voi andate a vederlo e godetevi lo spettacolo che ne vale la pena.

Abbinamento con Gruè, ottima pasticceria in quel di Viale Regina Margherita, 95 tel 068412220.
Ci sono veramente molte cose buone da provare! C'è solo l'imbarazzo della scelta! 







martedì 26 settembre 2017

A ghost story (Storia di un fantasma)


Prima di tutto, visto che un blog è la massima fonte di autoreferenzialità, vi informo che in un periodo della mia vita ho letto qualsiasi racconto sui fantasmi fosse mai stato pubblicato, ho quindi una visione veramente approfondita dell'argomento.
Questo per dire che A ghost story ha un presupposto splendido, su il "dopo" che non conosciamo, sulla nostra natura di esseri interdimensionali e su come un'idea sul tempo possa essere struggente.
E qundi questo lo riconosco, A ghost story mi ha incantato e anche commosso.

Poi però c'è un altro aspetto, quello della sceneggiatura e della regia, o per meglio dire di come è stato deciso di mettere in scena questa intuizione così particolare e lì si apre tutto un altro scenario, ovvero quello delle dimensioni che possono raggiungere due cojoni.

Durata della pellicola: un'ora e mezza. Dialoghi: nessuno.
Dopo i primi 40 minuti mi assale la paura che l'Orlando di Virginia Woolf in qualche modo stia prendendo vita nella mia persona e che possano improvvisamente crescermi i testicoli.
Per fortuna tutto ciò accade solo metaforicamente ma nonostante l'immagine puramente simbolica sti testicoli cominciano a crescere a dismisura fino a diventare due mongolfiere, che diventa pure un problema rimanere ancorati alla terra ferma.

I due cojoni mongolfiere infatti sono quasi dotati di natura propria e vorrebbero portarmi lontano, in un posto dove invece di A ghost story c'è Ghost e basta.
Ah buon vecchio caro Ghost...
Poi in un continuo rimando tra sfrantumazione di cojoni e realtà partono alcune considerazioni tipo "ma come? Quaranta minuti fa nemmeno esistevate e ora siete immensi, riempite l'intero orizzonte, come è possibile? Se riuscissimo ad applicare questa modalità di crescita alle verdure risolveremmo la fame nel mondo...".

Ritorno a A ghost story, a onor del vero il regista si è anche preso la briga di spiegare nel trailer di cosa si tratta veramente che altrimenti sarebbe parecchio fuorviante. Massima onestà.

Dunque il film mi è piaciuto nonostante le mongolfiere, non sono certa di poterlo consgliare a tutti e in particolare a chi ha una certa mancanza di elasticità dei tessuti, perché questa storia dei cojoni/mongolfiera capirete che necessita di una certa capacità di adattamento che in pochi abbiamo.
Decidete voi e fatemi sapere.


Abbino a Turismo Culturale Italiano, un'associazione romana che organizza bell visite in posti anche non troppo conosciuti e vi assicuro che non ci saranno problemi di mongolfiere.