domenica 9 dicembre 2018

Bohemian Rapsody

  • Sabato 8 dicembre 2018
  • Cinema Moderno The Space in piazza della Repubblica
  • Spettacolo delle 21,10 (iniziato almeno 40 minuti dopo), sala (non mi ricordo che numero) piena.

C'erano veramente mille motivi per avere qualche dubbio su Bohemian Rapsody, ne esprimo solo uno...
No dico, ma come fai a trovare un attore capace di interpretare Freddie Mercury?
Ebbene l'hanno trovato.
Quando seppi che avevano scelto la faccia spiritata di Mr. Robot Rami Malek mi ha preso un accidente pari a quando annunciarono Daniel Craig nella parte di James Bond.
Su Daniel Craig mi sono ricreduta e pure su Rami Malek.

L'inizio è travolgente, senza tanti preamboli ci troviamo a seguire Freddie Mercury che sta per entrare in scena sul palco di Wembley per il Live Aid.
E forse solo chi ha vissuto quell'evento con la passione e l'entusiasmo di quegli anni riesce a cogliere un David Bowie abilmente celato dietro un microfono e  un giovane Bono Vox che scende le scale.

Tra questo momento e l'esibizione vera e propria ripercorriamo i momenti salienti della vita di Freddie Mercury, in un tripudio di parrucche, baffi, velluti, broccati, gatti e tutine di lycra attillate.

Si resta a bocca aperta per la ricostruzione degli ambienti, per la somiglianza degli attori con i membri della band, si rivivono i tempi andati, i loro e i nostri.

La storia dei Queen la conosciamo, è stato detto tutto e tutto è documentato anche e soprattutto nello splendido documentario BBC in due parti Days of our lives, ma non è questo il punto.
Il punto è che non ci è ancora andato giù che Freddie ci abbia lasciato soli su questo pianeta, senza la sua arte e la sua libertà spavalda e irriverente.
E dunque durante la visione si crea una strana situazione, pur conoscendo la Storia, si vorrebbe che le cose andassero diversamente, che finisse in maniera diversa.

E alla fine, anche se quei venti minuti di Live Aid, sai che sono attori, che è tutto una messa in scena, resta comunque uno spettacolo meraviglioso.

Ti chiedi quant'è strana la mente degli esseri umani che si commuovono e piangono per la finzione di fatti del passato in un film, ma poi la visione ti trascina in modo tale che non ti interessa nemmeno più chi è a cantare quei vecchi brani in uno stadio.

Il momento è magnifico, a leggenda rivive e emoziona il pubblico. Impossibile avere anche una minima idea di cosa abbia provato chi si è trovato veramente lì, in quel momento.

E nel frattempo ti chiedi se piangi per lui, per te o per la musica, capace di trascendere il tempo e lo spazio.

Infine ti dispiace anche un po' per chi ascolta musica di merda e sticazzi che i gusti non si discutono, perché lasciatemelo dire, basta accendere una radio per sentire musica di merda.

Va bene, il film è da vedere, da godere, da non perdere, come ovviamente la discografia completa della band.


Sarebbe logico abbinare ad un brano dei Queen ma sempre restando in tema di Live Aid vi propongo questa splendisa versione di Against all odds in cui Phil Collins prende anche una stupenda stecca col pianoforte (circa al minuto 1,04), immenso.