lunedì 29 novembre 2010

Maschi contro femmine

  • Qualche giorno fa al cinema Antares di Viale Adriatico, di pomeriggio, almeno pagati solo 10 euri in due.
  • In sala 4 persone totali
Fausto Brizzi si ispira al nulla di Federico Moccia e si candida a Vanzina patinato del secondo decennio del 2000.
Il cinema italiano ridotto a format, appena un gradino più su di Boldi & company, mancano i rutti ma i "cazzo" e i "frocio" volano a frotte.
Prendi, dati alla mano, quegli attori che tirano di più tra cinema  e televisione, assembla un determinato numero di sketch senza pensare ad una sceneggiatura compiuta, aggiungi tre o quattro stereotipi qua e là, frulla tutto e vomita su uno schermo, sarà uno dei film più visti della stagione.
Montaggio imbarazzante e ritmo rallentato ma con le necessarie inquadrature dedicate a culi e tette che focalizzano l’interesse degli spettatori maschi. Le femmine invece si potranno identificare in Carla Signoris alle prese con le corna, depressione, toy boy e rigurgiti di autostima perduta. Non manca l’accenno lesbo e anche un bacio per sbaglio tra uomini (che si sa… son sempre i più repressi e hanno bisogno di sbagliarsi per finire l’uno nelle braccia dell’altro).
La cosa più triste è che questa perla avrà un seguito che probabilmente sarà anche peggio.
Una giostra grottesca in cui mancava solo una Sandrelli novella vedova inconsolabile che incoraggiata dai figli a iscriversi a facebook ritrova il primo amore di scuola con il quale scopre le gioie del sesso virtuale.
È vero che lo standard di qualità del cinema italiano è in caduta libera ma possibile che non ci sia un regista capace di fare un film anche solo semplicemente carino?

Volete sapere come finisce Maschi contro femmine? Selezionate il seguente testo da qui:
Carla Signoris cede alle lusinghe di Cederna, Nicolas Vaporidis rinuncia alla pseudo lesbica per mantenere l'amicizia con la toscotettona, la Cortellesi e Preziosi si mettono insieme, Fabio De Luigi torna a casa con la coda tra le gambe (uno degli episodi peggiori  del film).
a qui!

Di fronte a tali puttanate non si può che recuperare qualche pellicola decente in cui la schermaglia tra "maschi" e "femmine" sia trattata un filimo meglio di questa grossolana pantomima. Proporrei di ripescare Ero uno sposo di guerra, di Howard Hawks. Ma volendo anche Venere e il professore e l'intramontabile Gli uomini preferiscono le bionde.
Cazzo... si studi prima di fare certe schifezze!

giovedì 11 novembre 2010

The social Network


La storia di Facebook secondo David Fincher che secondo me ha fatto un unico bel film ovvero Seven e con tutti gli altri ha vissuto di rendita.
La nuova opera, con un cast inutile nel quale spicca per consueta inettitudine Justin Timberlake, poco ha da offrire a livello cinematografico. Si cavalca l'onda del successo del social network e se ne racconta la storia, romanzata oppure no ma comunque come se fosse un TVmovie qualsiasi.
E' quasi fastidioso come veniamo proiettati nella Facoltà di Harward ocn questa massa di nerds di cui non sappiamo nulla a parte il fatto che sono dei disadattati. Il protagonista, che programma da dio ma sembra lobotomizzato, ispira un'antipatia irresistibile e gli altri non sono da meno, tanto che alla fine ti viene una voglia quasi incontenibile di cancellare l'account FB al solo pensiero di arricchire un cretino del genere.
Visto un paio di giorni fa già scemano i ricordi. Non dico non si possa guardare ma è di un piattume  fastidioso. Le vicende sono telefonate e dopo un po' non se può più di questi idiot savant che comunicano tra loro per equazioni e algoritmi ma sono totalmente incapaci di relazionarsi ad una ragazza.
The social network non diverte, non incuriosisce, non aggiunge, non toglie se ne sta solo lì in attesa di passare su Italia 1.
Molto meglio perdere tempo su Facebook che vedendo il film.

Vuoi sapere come finisce The social network?
Seleziona il seguente testo da qui:
A Mark Zuckerberg, il creatore di Facebook gli tocca di pagare un botto di milioni di dollari a un suo collaboratore escluso ingiustamente dal progetto e a due gemelli ai quali ha fottuto l'idea.
E' uno sfigto ma è anche il più giovane miliardario del mondo, bella consolazione... sempre sfigato resta!
fino qui!
Molto più carino, arguto e divertente The big bang theory se vogliamo dare un'occhiata alla vita di un gruppo di nerds americani... ovviamente in lingua originale!

martedì 9 novembre 2010

The killer inside me




Film di rara bruttezza ma che suo malgrado troverà una schiera di estimatori soprattutto nel pubblico maschile. La presenza di Jessica Alba  e di una Kate Hudson in versione bruna e con le curve ammorbidite ma più che altro entrambi i loro fondoschiena più volte esibiti per offrirsi alla pratica dello spank, temo che faranno diventare questo orrido filmetto un piccolo cult nell’ambito del casalingo inquieto… colui che noiosamente ammogliato non ha nemmeno la chance di godersi un bel porno in santa pace e quindi deve accontentarsi di quelle pellicole che furbescamente concedono qualche trasgressione in più.
Inaccettabile Casey Affleck, doppiamente fastidioso nel suo biascicare incomprensibile e nell’essere fratello di Ben. Incomprensibile come una tale nullità possa fare colpo sulle due protagoniste… Psicologia totalmente vacante, personaggi ritagliati come figurine di carta totalmente privi di spessore: Ancora una volta dobbiamo accontentarci di vaghi accenni accenni ad un’infanzia di pseudo abusi sessuali, questa volta da parte di madre, per far quadrare il cerchio della follia omicida.
Ma questo sarebbe niente se l’epilogo non lasciasse lo spettatore nello sconcerto più totale…
Sconsigliatissimo.

Come finisce The Killer inside me
Se lo vuoi sapere seleziona il seguente testo da qui:
Dunque lo psicopatico protagonista  commette una serie di omicidi immotivati, lasciando una lunga scia di sangue dietro di sè. L'unica testimone che potrebbe inchiodarlo è morta.
Ed è grazie a questa morte che lui può perettersi di agire indusrbato e di continuare le sue malefatte, nonostante qualcuno cominci ad avere dei sospetti.
Alla fine però scopriamo che la testimone non è morta...
E allora mi chiedo... ma perché cazzo non l'hanno arrestato subito invece di fargli ammazzare tutta quella gente. E soprattutto perché gli avevano detto che era morta?
Ma che cazzo di film....
Fino qui!

Abbinamento
Abbinamento televisivo che sarà di gradimento a tutti coloro che hanno apprezzato oltremodo le scenette tra Affleck, Alba e Hudson... Guardatevi Nip/Tuck... I dottori Sean McNamara e Christian Troy ve ne faranno vedere delle belle per sette lunghe stagioni...

lunedì 8 novembre 2010

L'illusionista

  • Domenica 7 novembre 2010, Cinema Mignon di Via Velletri
  • Sala piccola discretamente piena

Un film del tutto visivo al quale si assiste affascinati da quadri che scorrono restituendo immagini suggestive e malinconiche, capaci di restituire ambienti, paesaggi e personaggi senza bisogno di parole.
Lasciate i bambini a casa però, che di certo rimarranno delusi, abituati come sono a ben altri ritmi frenetici.
Il soggetto di Jacques Tati (e io sono dell'opinione che c'è sempre un motivo se non è stato portato in scena all'epoca) è piuttosto tristo e lungi dall'essere delicato come potrebbe apparire ad un primo sguardo.
Artista squattrinato si ritrova a prendersi cura di ragazzetta incapace di comprendere le difficoltà materiali ma bravissima a pretendere abiti e accessori all'ultima moda. Io l'avrei presa a sberle.
Quando finalmente troverà l'amore questo paterno pigmalione la lascerà al suo destino, non senza, secondo me, aver tirato un sospiro di sollievo.
Di contorno personaggi sul baratro tra chi tenta il suicidio e chi si riduce all'accattonaggio.
Non ci si annoia ma nemmeno si esulta per il risultato complessivo.
Il cinema deve funzionare come tale e non solo per le immagini o per il ricordo di Tati.

Abbinamento cinematografico con l'opera completa di Hayao Miyazaki che riesce ad animare le sue creature con una grazia e una fantasia fuori dal comune...