giovedì 19 dicembre 2013

I sogni segreti di Walter Mitty


  • Giovedì 19 dicembre 2013. Cinema UCI Porta di Roma

"Che dici vogliamo provare ad andare al cinema con la Cinecard della TRE?"
Dovete sapere che se avete TRE ti danno un tessera per andare al cinema una volta a settimana aggratis. "E proviamo!" dico io, divertente questa cosa di andare al cinema senza pagare.
Arriviamo e c'è una fila alle casse nemmeno regalassero qualcosa, pare ci sia un problema ai server.
E si sa in quest'epoca un problema ai server significa attaccarsi al cazzo e tirare forte. Tutto si blocca, facce sparute guardano nel vuoto, qualsiasi azione si interrompe. L'essere umano con la schermata impallata sdegnosamente rinnega migliaia di anni di evoluzione e recupera l'origine di Cro-magnon.
Non ci si può nemmeno incazzare è così ovunque, in banca, all'aereoporto e pure se ti viene in mente di giocare una schedina al Supernenalotto.
Finalmente i server si rianimano e scopriamo che Still life "è stato soppresso". Poverino, che brutta notizia. Ma va bene, ci sono i I sogni segreti di Walter MItty.
- No, guardi con la tessera TRE i film devono essere usciti da almeno una settimana...
- Ah... va bene cosa c'è di uscito da una settimana?
- Niente!
- OK ci faccia due biglietti!

Forse l'ho detto già altre volte ma mi concedo il lusso di ripetermi, Ben Stiller lo avevo adocchiato dai tempi del suo esordio alla regia con Reality Bites e gli avevo presagito un grande futuro.
Come spesso mi capita ho avuto ragione. Passando per il notevole The cable guy, il mitico Zoolander e il non troppo riusciuto Tropic thunder ecco che lo ritroviamo nella doppia veste di regista e attore nei sogni segreti di Walter Mitty in cui conferma il suo grande talento.
Ben Stller i costruisce il film addosso come se fosse un vestito su misura lasciando libero spazio alla fantasia, all'humour e anche ad una certa malinconia. Pochi personaggi, tutti eccezionalmente nella parte, situazioni che si snodano dall'immaginario al reale senza troppa differenza in un contesto variegato ai confini del mondo.
Ampi spazi, riprese mozzafiato, che secondo me almeno mezzo film l'hanno girato da un elicottero. Bella la regia che passa dall'infinito dei luoghi aperti ai primi piani che scavano nel'animo, per una storia che comunque si mantiene nei toni della commedia ma con qualche numero in più.
Ciliegina sulla torta la fichissima interpretazione di Sean Penn, molto scionpennesca.
Almeno due o tre momenti cult di cui il mio preferito resta la cover di Space Oddity intonata da una perfetta e immaginaria Christine Wig in Groenlandia e in generale piacevolissima tutta la colonna sonora. Senza essere un capolavoro che stravolge la storia del cinema.
Esenti dalla seppur minima volgarità, con un bel messaggio sul come vivere la vita i sogni segreti di Walter MItty sono ispiratori, perfetti da vedere e assaporare tutto l'anno ma a Natale ancora meglio.

Abbinamento mangereccio con Ginger a Roma, posto fichissimo con un bel progetto alle spalle e tante cosine buone e gustose all'insegna di una materia prima selezionata, sapori freschi e colori vivaci in un ambiente veramente carino, aperto tutto il giorno con varie proposte a seconda dell'orario. Ginger, via Borgognona 43/44  Tel 0696036390

lunedì 16 dicembre 2013

Blue Jasmine


  • Cinema Odeon di Piazza Jacini, Domenica ultimo spettacolo, faceva un bel freddo



Chi mi conosce sa che, da quando ha cominciato a sfornare film fatti con lo stampino e per di più fatti male, mi sono riprmessa di non andare più al cinema a vedere Woody Allen.
Lo conoscevo bene Woody e lo adoravo ma verso la metà degli anni 90, cominciai a ravvisare i segni di un inequivocabile rincoglionimento precoce. Capii solo più tardi che si trattava dello start-up di un'industria destinata ad un successo commerciale per acchiappare il grande pubblico, praticamente un franchaising alleniano equivalente al libro annuale di Bruno Vespa.
Se Darren Aronofsky in Pi greco - Il teorema del delirio faceva addannare il protagonista alla ricerca cabalistica di numeri capaci di svelare gli schemi universali di ogni cosa Woody Allen, dotato di un gran senso pratico, ha puntato più semplicemente all'algoritmo del filmetto autoriale che piace.
Gli elementi sono sempre gli stessi, musica jazz, parlare l'uno sull'altro, psicofarmaci, depressione associata ad umorismo, età che avanza, relazioni complicate e, essendosi rifiutato pure l'algoritmo di utilizzare ancora New York, tutta una serie di altre città a fare da sfondo. Sono anni che ormai Woody è tutto un fare filmetti che ogni due o tre poteva esserci una botta di culo ma, come dicono i giovani oggi, anche no.
L'ultimo ciclo alleniano comunque è quello che mi fa più orrore, Parigi e Roma come se dovesse girare degli spot per la proloco, degno di anatema e punizioni corporali da fargli infliggere dalla figlia moglie cinese.
"Mi permetta una domanda Signora Cinefilante... perché è andata a vedere sto Blue Jasmine allora?"
Rispondo sintetica anche se preferisco le fibre naturali.
Alternative pressocché nulle, se si eccettua Still life che però lo facevano in cinema scomodi o in zone non attraenti.
E poi al Ballestrero gli piace Cate Blanchett e avendolo spesso trascinato a vedere cose orribili mi fa piacere accontentarlo, anzi gli ho pure portato due girelle con uvetta, scorze d'arancia candite e polvere di nocciole fatte da me.
Comunque, surprise surprise, Blue Jasmine si è rilevato piacevole con personaggi ben scritti su cui troneggia una Cate Blanchett sudaticcia dal trucco sciolto e con un abbigliamento da capogiro.
Jasmine/Blachett, chic oltre ogni dire ma parecchio disturbata emotivamente, passa dalle stelle alle stalle e chiede ospitalità alla sorella molto più rustica di lei. Si viene a creare una situazione tipo "Ferie d'agosto" tra i vicini delle due ville a Ponza, quelli intellettuali sinistrorsi e quelli solo magnamose du spaghetti.
L'algoritmo non tradisce e le sottolineature snob degli antipodi sono gustose e godibili.
Il tentativo di rimettersi in carreggiata della sorella chic naufraga tra menzogne, incapacità di assumersi delle responsabilità e esaurimento nervoso. La sorella più semplice tornerà alla sua vita apprezzando ancor di più quel che ha.
C'è una morale? Chi è causa del suo mal pianga sé stesso?
Ecco scoperto un altro punto chiave del celebre algoritmo alleniano: riassumere il senso del film in un proverbio o una frase fatta, basta che funzioni.
Ben lungi da essere un capolavoro Blue Jasmine è comunque un film apprezzabile anche se è molto più simile ad una cena in un ristorante elegantissimo dove ti servono piatti splendidi ma con poco sapore e soddisfazione. Che torni a casa e dici: il servizio era eccezionale, le porcellane erano da dio, il bagno profumava di lavanda, il maitre era un amore.... sì, ma che me so magnata mica me lo ricordo. Però dai una bella serata.
Praticamente un sottile senso di presa per il culo ma così ben confezionato che ti fa piacere.
Insomma non lo boccio, gli do pure un bel 7 e mezzo ma è quel voto che dai al secchione perché oggettivamente studia e sa tutte le date a memoria ma manca il guizzo.
Dai, che stavolta sono stata clemente, non ho svaccato come al solito...
Comunque Cate Blachett vale il film e viceversa, schifo non vi farà, andate con fiducia.

Abbinamento alla serie televisiva per eccellenza: Recuperare le 9 stagioni di Seinfeld e rimettersi in pace con l'universo!




venerdì 13 dicembre 2013

Molière in bicicletta



Oggi mi sento veramente très chic a parlare di Molière in bicicletta che nell'originale sarebbe Alceste, solo che in Italia non avrebbe avuto speranze. Non che Molière possa attirare un grande pubblico ma almeno, per sentito dire, alla gente gli risuona qualcosa, se non altro perché Alberto Sordi (dio perdonami per aver citato Alberto Sordi nel mio blog) fece una versione romanesca de Il malato immaginario e magari funzionando la memoria per associazioni, qualcuno ci incappa.
Confesso che io il film sono andata a vederlo solo per la presenza di Fabrice Luchini.
Fabrice Luchini, colui che da speranza al genere umano maschile, perché lo vedi lì, insignificante, senza un muscolo, in là con gli anni, che ti comunica la sensazione che pure nella vita privata abbia un carattere impossibile da prenderlo e sbatterlo al muro eppure piace.
Piace più di quello che si fa il culo in palestra, piace più del fisico statuario, insomma piace, fatevene una ragione.
Se c'è Fabrice io il film me lo vedo comunque e ogni volta lo conosco un po' di più, intelligente, colto ma sempre in bilico sul passo falso, desideroso di farsi sorprendere da sentimenti che crede non esistano o che non proverà mai e a sorprendersi a credere in quell'amore che sarà la sua rovina. Cinico, disilluso e disincantato, timoroso anche solo a sorridere, che diciamolo il sorriso non è il suo lato migliore. Mettigli un copione in mano e diventa immenso, un gigante, con la capacità di farti scorgere le divinità del teatro e del cinema che albergano e si esprimono dentro e attraverso di lui.
Molière poi, il Misantropo, che in un gioco di rimandi metacinema teatrali si svolge e si riavvolge nelle spirali di ego ingombranti da perdersi tra realtà e finzione.
Protagonista oltre a Luchini il fu bel Lambert Wilson che si presta anche lui egregiamente alla parte.
Neo negativo per la nostrana Maya Sansa che di fronte ai due mostri sacri francesi appare scolastica e impacciata pure nell'autodoppiaggio.
Per il resto potrei dire che Alceste à byciclette è una di quelle opere che fa godere principalmente l'acculturato ma che piacerà anche ai cinefili e a chiunque si diletti con la conversazione intelligente.
Da vedere possibilmente in lingua originale.

Oggi abbinamento con una neo apertura in quel di Ponte Milvio, King Panino in Largo Maresciallo Diaz, 20 tel 0633220775 panineria naturale con piccola scelta di piatti e zuppe del giorno e la meravigliosa possibilità di farsi fare di fronte ai propri occhi centrifughe e frullati di frutta fresca. Il tutto anche con consegna a domicilio.


giovedì 12 dicembre 2013

Laurence anyways


Dura quasi  tre ore Laurence, ci vuole un gran coraggio considerando che si tratta di una produzione franco-CANADESE e lo spauracchio del film canadese mette paura ai cinefili più incalliti.
Dialoghi che passano dall'inglese al francese con scioltezza, difficilino seguire al 100% senza i sottotitoli ma non mi sono fermata nemmeno davanti a questo, anche se un paio di cose mi sono sfuggite.
Laurence anyways ha decisamente qualcosa da dire, con la sua drammaticità, la sua estetica, e l'identità del tutto personale.
Pensare che il regista abbia solo 23 anni è spiazzante. Coè io a 23 anni era come ne avessi 13 e mai avrei potuto concepire un'opera così completa e così profonda.
Sebbene Laurance abbia vinto a Cannes la Queer palm io trovo fuorviante o quantomento ghettizzante relegarlo con un'etichetta gay.
Presto detta la storia: Laurence che sembra condurre una vita felice con la sua fidanzata improvvisamente le confessa di aver omesso per tutta la vita di sentirsi una donna e di voler vivere come tale da quel momento.
Shock, urla, casini, famiglia che gli viene un colpo ma Laurance è irremovibile.
Segue il percorso delle vite umane coinvolte cogliendo attimi di crisi, discussioni, molte parole, molte lacrime e di dolore ancor di più. E' innegabile che in tre ore ci si avvicini smepre di più a Laurence, si faccia il tifo per lui e la sua voglia di essere sé stessa/o anche al di fuori di facili stereotipi.
La regia è salda e costellata di sequenze dove il colore e la costruzione della scena hanno un fascino irresistibile, con vari momenti simbolici disseminati con parsimonia ma estremamente significativi.

Co-responsabile della riuscita del film il francese Melvil Poupaud in una prova davvero intensa, in cui si concede con un'umanità e una verità che quasi non si fa caso alla sua totale mancanza di physique du rôle. 
Laurence anyways è una storia d'amore decisamente atipica ma più ci penso e più credo sia un'opera immensa. Prima o poi mi cercherò i sottotitoli e se avrò il coraggio di impegnare altre 3 ore nella visione magari mi sembrerà ancora meglio. Di certo sarà un piacere rincontrare Laurence, anyways.
Difficlmente uscirà in Italia, ancora più difficilmente nella versione di quasi 3 ore, sicuramente non un film per tutti, quindi Laurence ve lo dovete proprio andare a cercare.

Abbinamento con Proloco DOL nel rinato quartiere di Centocelle, in Via Domenico Panaroli, 35 tel. 0624300765. Una bottega dove, al di là dello spazio gradevole su cui troneggiauno splendido mobile dei primi del Novecento e un bancone ricolmo di ogni bontà tra salumi e formaggi e prodotti provenienti esclusivamente dal Lazio, si può anche mangiare (bene). Go Centocelle Go!




 


domenica 8 dicembre 2013

Frances Ha


Premessa
The best 25 films of 2013 according David Ehrlich
Io non chi sia ma si è preso la briga di mettere insieme un video su quelli che a parer suo sono i 25 migliori film del 2013.
Il video sta facendo un po' il giro del mondo webbisticamente parlando e per me è stata l'occasione di scoprire una serie di titoli di cui non avevo  ancora sentito parlare e di ritrovarne altri che avevo detto: "questo me lo segno che lo voglio cercare..." per poi cadere nell'oblio di mille altre cose da vedere, da fare, da dimenticare.
Incredibile la mia sorpresa quando ho scoperto che al primo posto si trovava il film che il Ballestrero ha odiato come nessun altro film nella vita, Before Midnight, e che io non ho voluto vedere sia per solidarietà, sia perché temevo avrebbe fatto schifo anche a me.
Escludendo quindi questo primo classificato passo ai titoli (di certo non saranno peggio di Thor o del tempo perso con Don Jon) che, scelti dal montaggio di poche sequenze, mi hanno catturato visivamente, vedrò e recensirò:
  • Frances Ha
  • Lawrence anyways
  • The broken circle breakdown
  • e Upstream Colours (quello che avevo dimenticato di aspettare)
Ci sarebbe stato anche Post tenebras lux ma all'epoca ho dovuto abbandonare la visione per la mia incapacità cronica di assistere a scena di violenza su cani.
Agli esseri umani glie ponno fa tutto e ho visto l'opera completa di Takashi Mike senza batter ciglio ma i cani no, mi sento male al solo pensiero e non mi sono potuta nemmeno vedere quella cagatina di I'm legend perché venni a sapere che il cane di Will Smith fa una brutta fine.
La mia missione blogghesca sarà di vedere questi quattro film entro la fine dell'anno e di capire se effettivamente da qualche sequenza io sia riuscita a cogliere delle opere interessanti.
Se il mio fiuto cinematografico si sia affinato oppure si sia imbastardito a forza di vedere immondizia senza senso alcuno.
Ecco il video 

Ed ecco la prima recensione. Iniziamo bene....


2013 quasi 2014 mi guardo intorno abbastanza sconsolata.
In classifica c'è Miley Cirus, al cinema peggio mi sento.
Certo posso ascoltare i Pink Floyd, i Genesis e gli Who tutta la vita ma sarebbe bello scoprire un'artista che ti faccia venire voglia di andare a un concerto e che sia qualcosa di più di un fenomeno generazionale di cui tra vent'anni si ricorderà forse solo il singolo più venduto per metterlo in una revival compilation.
Ma dai su! che magari in questa lista si trova qualcosa almeno nel cinema...
Frances ha ha (ah ah ah) quella messa in scena così fresca, quel bianco e nero che quasi vuole dire "ho il coraggio di spogliarmi pure del colore, non ne ho bisogno. Io il colore ce l'ho dentro".
Ma magari figlietta bella, ma manco per gnente. Non basta portare i capelli sciatti e correre per le strade di New York sgraziata come mai dovresti essere, visto che fai la ballerina.
Frances nel suo mostrarci il lato dimesso di Sex and the city ricorda personaggi ben più delineati di lei, che poveretta è solo un abbozzo a matita... Non è la Georgy girl di Silvio Narizzano, non ha un briciolo del fascino di Annie Hall e men che mai è la fantastica  Muriel (le nozze di).
Questa Frances qui si veste una merda e sembra si sia scordata chissà dove un buon 30% di quoziente intellettivo, non ha istinto, non vibra del fuoco dell'arte, ed è una logorroica insopporatbile...
Ritratto de sta cazzo di generazione? Oddio che palle.
Io non capisco se è più noiosa sta generazione o i registi senza idee che la ritraggono.
Io non dico che voglio Frank Kapra con una nuova vita meravigliosa ma è veramente troppo semplice mettersi dietro una macchina da presa per raccontare una storia fatta solo di momenti che andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia, come direbbe Blade Runner.
Frances Ha è il nulla, vive di una personalità automatica, come se non fosse presente a sé stessa, incapace di organizzarsi, di capire quello che vuole, non instaurando vere relazioni con nessuno, nemmeno con la sua so called migliore amica che la usa come e quando le fa comodo.
Finalino che forse è cresciuta ma che resta sempre la mezza matta che è in realtà (scusate lo spoiler).
Film di una tale inutilità che piacerà da impazzire a chi dell'inutilità fa il proprio specchio.
Venticinquesimo film del 2013? Ci deve essere un errore, forse venticinquemilionesimo...
Finite bene l'anno e iniziate ancor meglio quello nuovo, statene lontani da sta Frances qua e se avete qualche dubbio vi dico pure che il regista è quello de Lo strano mondo di Greenberg, bel titolo per un film inequivocabilmente  bruttino.
Se poi proprio non potrete fare a meno di vederlo, toglietemi una curiosità e fatemi sapere se anche per voi uno dei momenti più irritanti è quando Frances, al parco con l'amica che le offre ospitalità, non le proprone di fare a botte per finta perché è troppo divertente.
Io l'avrei presa a sganassoni. Ma per davvero.

Abbinamento cinematografico già accennato nel post. Georgy girl con una giovanissima Lynn Redgrave sorella di Vanessa. Un film da recuperare dal magico free-cinema inglese con una title track che fece epoca!



venerdì 6 dicembre 2013

Don Jon




Joseph Gordon-Levitt sa dove colpire per guadagnarsi simpatia e complicità dello spettatore di sesso maschile, usa un linguaggio sboccato, da il voto a tette e culi e si lamenta delle difficoltà per guadagnarsi un bel pompino...
Ed ecco materializzarsi file di uomini che vorrebbero dargli una pacca sulla spalla, abbracciarlo, guardarlo negli occhi con ammirazione, senza  nemmeno aver il bisogno di dirgli "tu sì che mi capisci".
Se chiudi gli occhi li puoi quasi vedere... Masse di pornomani incalliti che finalmente ricevono l'agognato riconoscimento, la comprensione e l'accettazione cinematografica nel nome di Don Jon...
La storia infatti verte sulla presa di coscienza di un pipparolo incallito, il suo rapporto con le donne, il sesso e l'amore.
Regista, oltre che protagonista,  Joseph Gordon-Levitt ha udito il richiamo.
In genere quando un attore passa dietro la macchina da presa ha la pretesa di voler dire qualcosa, la famosa "urgenza". E guarda un po' Joseph ha l'urgenza di condividere con il suo pubblico che si ammazza di pippe guardando i porno. 
Ma passare dietro la macchina da presa non era abbastanza, la vera sfida è passare da ragazzo qualunque della porta accanto a iper palestrato,  stessa deriva tragica che ha visto passare Jake Gyllenhaal, da un Donnie Darko ai limiti dell'inquietante a Principe di Persia con due bicipti che Mike Tyson ancora lo sta tempestando di e-mail per chiedergli come ha fatto oppure Christian Bale da orrido uomo senza sonno a un Batman Schwarzenegger style.
S', lo so, lo so che Batman non avendo superpoteri notoriamente si deve fare il culo in palestra altrimenti prende tante di quelle schicchere che Robin lo deve raccogliere col cucchiaino e quindi Christian Bale è almeno in parte giustificato.
Il problema è che per me queste trasformazioni non funzionano, io sono immune, anzi penso che se sei un cesso resti tale, pure se te ricopri di muscoli.
Ma torno al film, di cui veramente non si sentiva quest'urgenza e che nonostante l'accenno alla religione cattolica abbastanza divertente non approfondisce una tematica che è una, se non quella delle pippa.
Appare poi evidente come Scarlett Joansonn sia una stronza madornale e che bellezza e giovinezza non sono tutto, tiè, anche la clausola contrattuale per la quale è costretta a recitare il 100% delle scene con la bocca a culo di gallina di certo non aiuta.
Insomma un filmetto niente di che, passabile e che però ha una sua morale.
La morale di Don Jon è la seguente: vuoi scopare bene? fai un bel bagno caldo prima!
Ehi Don Jon, dico a te, magari fosse così semplice...

Abbinamento che di certo non c'entra una mazza ma io sono in attesa di una nova serie di fantastcienza che debutterà a gennaio 2014: Intelligence. Incrociamo le dita!


lunedì 2 dicembre 2013

Divagatia Magna: La posta del Cinefilante

Torna a grande richiesta, per voi, la rubrica Divagatia Magna che oggi si occuperà de:

La posta del Cinefilante
Mi dedicherò quindi a qualcuna delle numerose mail che ricevo all'indirizzo
ridendo e scherzando ormai sono parecchi anni che il Cinefilante prosegue per la sua strada
e non ha mancato di accumulare messaggi nella cassella di posta.
Generalmente mi dedico alle risposte una volta alla settimana di fronte ad un buon tè Earl Grey con una fettina di limone e, come se fossi una novella Donna Letizia, dispenso le mie risposte il garbo e l'obiettività che mi contraddistinguono. Non me ne vogliano i miei fans o i miei detrattori,
non usero i nomi reali e magari cambierò qualche particolare
affinché non possano essere riconosciuti.











"Cara Cinefilante, sei insopportabile e poi scrivi malissimo, non riesco mai a leggere fino alla fine i tuoi deliri. Ma chi ti credi di essere?"
e-mail firmata 

Risposta del Cinefilante
Sarebbe troppo lungo spiegarti chi credo di essere e non corrisponderebbe a chi sono veramenente...










"Ma non ti vergogni a scrivere certe cose? Sei offensiva e una grande cafona."
anonimo

Risposta del Cinefilante
No, non mi vergogno ma forse tu dovresti... anzi sicuramente già lo fai...











"Ti adoro! Sei un mito. Se non ci fossi dovrebbero inventarti, ogni volta che leggo una delle tue recensioni so già che godrò immensamente."
e-mail firmata

Risposta del Cinefilante
Grazie mille! Sono cose che fanno piacere!












"Abbi il coraggio di frimare col tuo nome e cognome le cose schifose che hai il coraggio di scrivere come anonimo."
e-mail non firmata

Risposta del Cinefilante
Sì.. così poi mi viene a cercare sotto casa?











"Vergognati!"
e-mail non firmata

Risposta del Cinefilante
Non mi riesce proprio... sorry...











"Mi ricordi tanto una mia amica che veniva tanti anni fa al mare dove andavo io vicino Marina di Pietrasanta... sei per caso tu?"
e-mail firmata

Risposta del Cinefilante
Mai stata a Marina di Pietrasanta!











Ti scrivo per dirti, chiunque tu sia, che non capisci un cazzo di cinema e men che mai di qualsiasi altra cosa. Dovresti evitare di renderti ridicola con le tue scempiaggini e poi non fai ridere nessuno. Lascia perdere il blog non fa per te.
e-mail non firmata

Risposta del Cinefilante
La ringrazio per l'apprezzamento, le considerazione e il consiglio. Ricambio sentitamente.











Più ti leggo e più penso che tu sia la mia anima gemella...
e-mail firmata

Risposta del Cinefilante
E' una cosa decisamente inquietante, accetta un consiglio: trovati uno svago lontano dal computer.




Qualche giorno fa trovandomi in uno dei locali che ha consigliato negli abbinamenti che proponi insieme alle recensioni ho visto una donna vestita di verde, anche le scarpe, seduta a un tavolino che parlava al cellulare, un i-phone con una custodia di Hello Kitty e dei brillantini, credo.
Non so perché ma ho avuto la sensazione che potessi essere tu...
e-mail firmata

Risposta del Cinefilante
No, non mi vestirei mai tutta di verde sebbene abbia delle scarpe di quel colore. Di sicuro non ho l'i-phone ma per certo, se lo avessi, non avrei una custodia di Hello Kitty. Non ero io, mi dispiace anzi ne sono contenta.


Quando vado al cinema mi guardo sempre intorno perché magari penso che ci sei anche tu e che ti possa riconoscere, io abito a Mazara del Vallo...
e-mail firmata

Risposta del Cinefilante
Incredibile, credevo fosse chiaro che vivessi a Roma...

Ulteriore risposta
Sì ma a volte vai in delle città diverse, quindi potresti capitare qui.

Risposta del Cinefilante
Certamente. Se dovessi capitare a Mazara del Vallo non mancherò di contattarti. 
Buongiorno, le daremo 50 euro se pubblicherà un post in cui parlerà del seguente argomento, linkando il seguente indirizzo.
e-mail firmata

Risposta del Cinefilante
No grazie non sono interessata

Ulteriore risposta
Ma ha capito bene? Le diamo 50 euro...

Risposta del Cinefilante
Sì ho capito, confermo di non essere interessata



Ebbene miei cari lettori resto a disposizione per le vostre domande più o meno bizzarre, chiedete pure al Cinefilante che vi risponderà senza censure. E la divagatia magna della posta diverrà una rubrica fissa!

sabato 30 novembre 2013

Vita di Pi

  • A casa, a notte fonda, più o meno una settimana fa o giù di lì.


Guardare un film dove per due ore c'è uno bloccato su una barca? con una tigre digitale?
Ma manco morta!

Questa fu la mia reazione quando sentii parlare di Vita di Pi.

Invece ieri sera, che la mezzanotte era già passata da un po', decido che quasi quasi una chance gliela concedo, che tuttalpiù lo inizio e poi lo finisco il giorno dopo, proposito che in genere si conclude con la repentina cancellazione del file senza vederne la fine.

E invece me lo sono visto tutto di un fiato, godendomi ogni singola immagine, col rimpianto di non averlo visto al cinema in 3D.

Nonostante l'ora tarda e la mia naturale inclinazione a dissacrare qualunque cosa,  pensando quindi ad Ang Lee come ad un rimaneggione, che ha preso Castaway e al posto di un pallone da football ci ha messo una tigre, al posto di Tom Hanks ha scritturato un attore che gli è costato molto meno, la vita di Pi mi è piaciuto moltissimo.

Non nego che Pi sia furbetto nella sua panreligiosità che non scontenta nessuno ma come possiamo negargli tifo e supporto morale mentre seguiamo la sua avventura, comodamente sbracati su un divano?

Non mi sento proprio di dire che sia un film sulla forza della fede, proprio no, ma sulla forza dell'essere umano e sulla possibilità che ha di adattarsi, di sopravvivere, non solo ad un naufragio ma ad avvenimenti inaccettabili, quali la perdita di ogni punto di riferimento affettivo e della vita, così come la si intendeva fino un attimo prima.

Arbitrariamente quindi lo inserisco in una lista di film di quelli che ti mettono in connessione con l'universo, che danno ispirazione, forza e coraggio e inoltre ti spingono a dare uno sguardo sincero sul proprio sé. Sempre che ne si abbia voglia.

Abbinamento acquisti mangerecci in tema, con Selli International Food Store in via dello Statuto, 28/30 tel 064745777, vicino vicino a Piazza Vittorio.
Ci potrete trovare tutto quello che vi aggrada anche per la cucina di ogni parte del mondo e quindi pure per quella indiana, che dio la benedica. Io, so che siete interessati,  ci compro sempre la pasta phillo e quella kataifi ma anche la melassa di melograno.

venerdì 29 novembre 2013

TFF 2013: LFO


  • Giovedì 28 novembre 2013


Direttamente dalla patria di Ikea LFO si guadagna il passaggio al Festival di Torino 2013 e secondo me se lo merita pure.
LFO che immagino significhi Low Frequency Oscillator (thanks Google!) è un dispositivo che, opportunamente programmato dal bizzarro protagonista, emana una serie di impulsi capaci di azzerare la coscienza umana per riprogrammarla a proprio piacimento.
La storia che si svolge interamente all'interno di un appartamento, pur non avendo nessun tratto claustrofobico, si snoda e riannoda su due fulcri, l'uso/abuso del dispositivo che controlla la mente e il senso di colpa per l'omicidio della moglie e quello non voluto del figlio.
Molto interessante l'evoluzione dell'utilizzo del congegno che passa dall'uso personale a quello altruistico per poi svalvolare in un delirio di onnipotenza senza ritorno.
Sicuramente LFO pur non essendo un film perfetto ha il pregio, paradossalmente, di restare impresso nella memoria e di farci porre qualche domanda.
Cosa farei io avendo quel potere?
Prima cosa viaggerei gratis in aereo. Poi utilizzerei la sequenza sonora anche per soggiornare nei migliori alberghi. Insomma non avrei nessuna voglia di essere dio, mi basterebbe godermi la vita come piace a me, anche se tutto sommato potrei ottenere le stesse cose con la carta psichica del Doctor Who. Immagino però di avere poche speranze di avere sia l'uno che l'altra e quindi passo oltre e torno al film....
Ci sono parecchi tratti che potrebbero far pensare ad un instant remake americano, magari con un finale meno amaro. E anche se non c'entra proprio nulla mi ha ricordato Primer, altro esempio di cinema che, senza bisogno di grossi effetti speciali, ha la capacità di raccontare una storia sull'incapacità dell'essere umano di gestire problematiche che da sempre vorrebbe domicare.
Così come per Wrong Cops anche questo LFO richiamerà un pubblico che più d'essai non si può.
Io direi che è piuttosto interessante e gli va data una possibilità!

Abbinamento con pizzeria a taglio in Corso d'Italia, praticamente attigua al Cinema Europa, scoperta infatti prima della visione di Thor ma già riconosciutissima da una serie di adesivi dal Gambero Rosso è giù di lì. Le due signore all'interno poi sono davvero carine e simpatiche. La pizza è buona!
Pizzeria Italia, Corso d'Italia, 103 tel 0644249771



giovedì 28 novembre 2013

Thor - The dark world


  • Martedì 26 novembre 2013
  • Cinema Europa di Corso d'Italia, spettacolo delle 20.20 in sala siamo 5, eppure sta a incassa' i milioni.


Non è che io mi strappi i capelli per Thor, non mi ha mai fatto impazzire, nemmeno quando ero piccola e mio padre comprava gli albi. Prediligevo Superman e I fanatstici 4 ma Thor proprio mi era indifferente.
Però la visione di Thor coincideva con l'occasione di accompagnare un mio grande amico di soli 13 anni, grande amante del cinema e dei supereroi e quindi mi sono armata di entusiasmo e sono partita alla volta del cinema Europa.
Inforchiamo gli occhialetti, inizia il film e parte la solita considerazione: "sto 3D è la solita merda, che gran fregatura..".
I minuti passano ed è sempre peggio fino a che ci rendiamo conto che in realtà il film non è proprio in 3D. Mi giro rivolgendomi ai pochi figuri dietro di noi e, ad alta voce, come fossimo al mercato, dico: "ma non è in 3D" risposta "no".
Esco dalla sala e faccio presente la cosa in cassa, il tipo si risveglia immantinente dal torpore novembrino, scatta in piedi e corre in sala di proiezione  e neriesce scusandosi.
Ricomincia Thor, questa volta in 3D, e la situazione appare finalmente un po' diversa, almeno ora le immagini hanno almeno una profondità anche se non la resa sperata.
Loki continua a essere la controfigura di Scialpi, Thor continua ad avere le fisique du role di un camionista dedito al cul-turismo, la bambina di Lèon è sempre spaesata ma ci sono almeno un paio di attori che mi fa piacere rivedere.

Il primo è uno splendido Idris Elba, protagonista del notevole Luther, impossibile non affezionarcisi o semplicemente non sognare di passarci un week-end di passione.
 La seconda è Kate Denning divertentissima e dissacrante protagonista di 2 broke girls.
Ecco non è che c'è molto da dire su Thor sebbene ci siano belle sequenze di immagini nella convergenza di mondi e dimensioni che avrebbero merito ben più spessore a livello di sceneggiatura.
Il mondo oscuro è una baracconata piacevole e niente di più ma per me è stata una bella serata anche se avevo la congiuntivite e ho perso il cellulare ma poi l'ho ritrovato.

Abbinamento televisivo comegià detto, recuperare la serie Luther e se ci si vogliono fare quattro risate le two broke girls, rigorosamente in lingua originale che non oso pensare a traduzioni e doppiaggio italiano.






lunedì 25 novembre 2013

TFF 2013 - Wrong cops


Lunedì 25 novembre 2013



Molto velocemente, Wrong cops è un po' John Waters e un po' Troma senza la carica eversiva del primo né gli eccessi di entrambi.
Alcune situazioni sono divertenti senza essere disturbanti pur nel loro tentativo di essere parodistiche, fuori dalle righe e presentando dei soggetti decisamente raccapriccianti.
Si resta quindi in un territorio di frontiera da gag indecisa tra il surreale e il grottesco senza mordente.
Un colorito ritratto di una polizia corrotta, menefreghista e dedita alle più svariate occupazioni personali e completamente fuori di testa, chi si mette di traverso fa una brutta fine.
Qualche volto noto della TV e la possibilità di vedere in faccia Marylin Manson che senza il pesante trucco fa quasi tenerezza.

Difficilmente arriverà in sala ma potrebbe vedere la luce in qualche cineclub.
Il regista, Quentin Dupieux, un musicista francese anche autore delle musiche, si guadagna una sufficienza ma niente di più. Ma di questi tempi è già qualcosa!

Abbinamento doverosamente cinematografico: riscoprire la filmografia di John Waters soprattutto con Divine.




domenica 17 novembre 2013

Ender's game

  • Sabato 16 novembre ore 20.00
  • Cinema The Space - Moderno, PIazza della Repubblica, sotto ai portici
  • Acquistato il secchio di pop-corn più grande della storia
  • Avvistato Giggi Marzullo all'uscita, ma sembra non averci riconosciuto


Ultima occasione per vedere Ender's game in un sabato novembrino, perché Zalone reclama tutte le sale per sé.
Una bella e sana fantascienza come dovrebbe essercene di più e contemporaneamente un bel film di formazione, di crescita, vita, trasformazione e così via.
Ragazzo protagonista di una bravura quasi inquietante, già visto nel melenso e inutile Hugo Cabret, in costante crescita fisica e artistica che lascia presagire un grande futuro, nella speranza che non venga colpito dalla sindrome di Haley Jael Osment.
Asa Butterfield (i genitori dovevano essere degli appassionati di fotografia pre-digitale) sostiene il peso di tutta la storia e l'onere del prescelto che Neo al confronto è un cagasotto.
Comprimari divertenti, dal lombrosiano Bonzo al sempre carsimatico Ben Kingsley.
Menzione speciale, ma non in senso buono, per un Harrison Ford stanco, botulinato e con un naso rosso che nemmeno il trucco riesce a nascondere. Si sarebbe potuta dare la sua parte a chiunque altro e non se ne sarebbe sentita la mancanza. Peccato.
Da segnalare il simpatico cameo hitchcockiano del regista nei panni del gigante del video-game e un corto di una decina d'anni fa dell'autore del libro (e anche della sceneggiatura) Orson Scott Card.
Il corto si chiama Remind me again e presuppone che conosciate l'inglese visto che non ci sono sottotitoli. Lo trovate qui

Insomma soddisfatti dalla visione, sotto tutti i punti di vista, un film che difficilmente potrà deludere, anzi sicuramente aggiungerà qualcosa all'animo degli spettatori di tutte le età.

Abbinamento acquisti con DOM grande negozio di arredamento, design e gadget in quel di via dell'Ara Coeli, 6 tel 066991738 Da perdere il senno solo a guardar tutto quello che hanno come utensili per la cucina e la pasticceria in particolare.





venerdì 15 novembre 2013

Venere in Pelliccia

  • Giovedì 14 novembre 2013
  • Cinema King di Via Fogliano ore 20.25



Infrasettimanaltà, di corsa all'Auditorium con i biglietti per la serata del giorno dopo.
Non avere la macchina del tempo, consultare tramite smart-phone la possibilità di andare a vedere qualcos'altro che non fosse un film indiano del 1988 al MAXII.
Dirigersi  al Lux per vedere il film con Tom Hanks ma passare davanti al King e decidere al volo per la venere in pelliccia di Polanski.
Parcheggio, caffè da De Angelis d'ordinanza. Finalmente in sala.

Film ipercolto, costruito su nodi cari a Polanski, il ribaltamento dei ruoli, le dipendenze varie nel rapporto di coppia, il labile confine tra il lecito e la perversione come già esplicitamente portato in scena in Luna di Fiele.
La venere in pelliccia però qui si arricchisce di un gioco di specchi in cui si riflettono letteratura, teatro, cinema e profondità dell'animo in un caleidoscopico e continuo rimando che risucchia, ammalia e quasi stordisce per repentini mutamenti di registro.
Emmanuelle Seigner splendida musa, ispirata e ispiratrice, condivide il palco e lo schermo con Mathieu Almaric  in cui è difficile non scorgere un alter-ego del regista, anche a livello fisico.

I due, protagonisti assoluti, reggono storia, emozioni e sentimenti a livelli altissimi.
Film di parole, di testa, profondamente francese e fonte di sicuro godimento per chiunque senta la necessità, in quest'epoca di grande ignoranza, di sperare almeno che esista un po' di cultura, che lunghe dore di studio, come un flash su una parete nera, ogni tanto abbiano la capacità di squarciare, seppur in maniera fugace, l'oscurità di menti ottenebrate.
Godrà anche chi si interessa di psicanalisi o semplicemente chi non disdegna di osservare con curiosità le relazioni tra esseri umani.
L'ora e mezza abbondante scorre senza il minimo accenno di noia. Gli si perdona tutto anche qualche momento leggermente didascalico (l'epilogo in particolare) in favore di una regia grandiosa, interpretazioni stratosferiche e anche di un senso del ridicolo che serpeggia tutto il tempo a ricordarci la nostra condizione inferiore di fronte agli dei.
Da vedere.

Abbinamento mangereccio con il Gian Fornaio che ora è presente in parecchi punti a Roma e con una nuova apertura nei prossimi giorni in Via dei Gracchi. Per una pizza bianca eccezionale e molti altri prodotti da forno di qualità ma anche per un pausa pranzo gustosa. Vi lascio al sito per gli indirizzi!

mercoledì 30 ottobre 2013

Questione di tempo

  • Martedì 9 ottobre 2013
  • Anteprima Universal, versione originale con sottotitoli





Chi mi conosce sa che per nessun motivo mi perdo un film sui viaggi nel tempo, Questione di tempo lo aspettavo con una certa curiosità ma senza grosse aspettative e invece senza tanti giri di parole vi dirò che è un film splendido, nella mia classifica personale film dell'anno.

Una famiglia ai limite del wesandersoniano vive in una casa meravigliosa sulle coste della Cornovaglia, per un attimo ci si chiede se non sia l'incipit di una storia leziosa seppur piacevole, poi a poco a poco, tra sorrisi e qualche risata, i dialoghi si rivelano perle di scrittura arguta decisamente british ma con respiro universale, snodandosi con ritmo brillante.

I viaggi nel tempo si tramandano di padre in figlio in linea maschile e non necessitano di macchinari o effetti speciali ma solo di indirizzare la mente nel punto giusto.
Seconde, terze, quarte possibilità si susseguono per costruire un presente che sia giusto per tutti in marmottiana memoria fino alla grande lezione, al momento che nessuno di noi può sfuggire.
E allora bisogna guardare/riguardare tutto con occhi diversi.
La sceneggiatura scorre con grazia sul filo della commedia ma è costellata di momenti teneri, delicati, decisamente commoventi con punte drammatiche che donano uno spessore del tutto inaspettato alla storia.

Attori tutti in parti con un grande Bill Nighy a capeggiare un cast variegato pur senza grossi nomi a fare da traino. La fin troppo deliziosa Rachel MacAdams che a quanto pare predilige il tema del viaggio temporale (La moglie dell'uomo che viaggiava nel tempo ma pure Midnight in Paris) fa da contraltare a Domhnall Gleeson, che per essere figlio di papà Brendam, mantiene alto l'onore di famiglia. Non è un George Clooney ma simpatia e bravura non gli mancano.

Arrivo al regista, Richard Curtis, molto attivo come sceneggiatore, si riconosce il suo tratto distintivo, quello di introdurre nella storia un personaggio bizzarro, eccessivo, fuori dagli schemi.
In quattro matrimoni e un funerale era Charlotte Coleman (Scarlett, l'amica semi punk), in Nothing Hill l'indimenticabile Rhys Ifans nei panni dell'amico di Hugh Grant, qui c'è Kit Kat sorella problematica ma irresistibile del protagonista.
Questo sceneggiatore/regista con la faccia da hobbit ha scritto anche uno degli episodi più belli della nuova serie del Dottor Who "Vincent and the Doctor". Se non l'avete vista recuperate tutta la serie dal 2005 in poi.

In conclusione Questioni di tempo è un gran bel film che vi farà passare una bella serata, vi resterà nel cuore e sarà anche di ispirazione per vivere la vita di tutti giorni. Non avendo il potere di viaggiare a ritroso nel tempo, suggerirei di non perdere l'occasione, potrebbe non ricapitare...
 

Abbinamento mangereccio con Fa-Bio in via Germanico, 43 tel 06 64525810, un posticino piccolo ma pieno di sorprese vegetariane e vegane. da tener presente!



lunedì 26 agosto 2013

Breaking bad





Tra gli appassionati di serie Breaking bad lo conoscevano tutti tranne me.
Non mi attiravano né la storia, né l'ambientazione, men che mai la  locandina col protagonista  seduto a gambe larghe con una tuta gialla.
Più volte avevo letto la trama e ogni volta mi aveva respinto, il tumore, la droga e sopra a tutto Albuquerke, una città che poco mi piaceva come sfondo della vicenda.
Però Breaking bad continuava a girarmi intorno con un'impertinenza tutta sua, amici che inneggiavano al capolavoro, sguardi fino ad ora lanciati solo da neogenitori relativamente alla maternità/paternità, il famoso "tu non puoi capire...",  IMDB che gli assegna un punteggio equiparabile all'inarrivabile Game of Thrones.
Arriva finalmente il giorno che cedo alle sue insistenze.
Solo qualche mese fa inzio la visione e ne resto folgorata, tanto da insistere con mio fratello (serialmente molto più selettivo di me): lo devi vedere assolutamente è fichissimo! e, yo, mi raccomando in lingua originale!
Diffidente, sospettoso, non particolarmente amante delle versioni originali, procrastina la visione, anche lui probabilmente non attratto dall'argomento e dalla tuta gialla.
Poi in tre giorni di influenza si spara senza soluzione di continuità le prime 3 stagioni superandomi senza pietà nello stato di avanzamento della  serie. E' colpo di fulmine yo!
Gli stanno simpatici Hank e MIke, io adoro Jessy Pinkman e Gus Fring.
Si aggiunge al fan club familiare nostra madre alla quale cediamo il pacchetto completo delle prime quattro stagioni. Ne esce fuori che la sorella di Skyler sta sulle palle a tutti indistintamente.
L'indice di gradimento materno supera anche Lost e Sherlock e in men che non si dica anche lei resta vittima di Jesse Pinkman "è tanto buono, è tanto carino... mica come Walt che è un fetente!".
La cosa bella di iniziare avedere una serie che sta giungendo a conclusione è che l'attesa si riduce.
In questo caso si riduce a fine settembre quando si concluderà definitivamente lasciandoci orfani dei personaggi più veri che si siano mai visti e di una sceneggiatura degna di Shakespeare.
Cosa ne sarà dopo del mondo delle serie nessuno lo sa con esatezza, un po' come dopo la vita stessa.
Per chi non fosse ancora Breaking bad addicted riduco la trame a poche righe.
Professore di chimica cinquantenne dalla vita grigia scopre di avere un tumore ai polmoni. Avvierà una produzione e un commercio di metamfetamine per garantire un futuro economico alla sua famiglia. Peccato che suo cognato sia un poliziotto coinvolto nella lotta alla droga.
L'evoluzione del personaggio e degli ingranaggi riserveranno non poche sorprese. Tensione a livelli altissimi, ironia a secchiate, momenti surreali ma sempre con i piedi ben piantati a terra, chicche elargite con parsimonia ma indimenticabili. Aspettiamo finale col botto.
Ci rivediamo su queste pagine per la conclusione. Nel frattempo si accettano ipotesi sull'ultimo episodio! Yo!

Abbino con quella che al momento per i miei gusti personali è la migliore gelateria a Roma: Strawberry fields in via di Tor de' Schiavi 287a tel 6496 2777.
A parte che in una gelateria che si chiama così ci si va per principio... :-) e ci si va for ever! ma il gelato al tè Earl grey è una di quelle esperienze di cui potrete solo esser grati. Eccezionale anche il cacao pure e la crema Zeman un raffinatissimo connubio di assenzio e anice, aromi elegenti che fanno viaggiare....

lunedì 15 luglio 2013

A Glimpse Inside the Mind of Charles Swan III




Lo aspettavo perché qualcuno mi aveva detto che forse era molto carino.
La speranza è andata tristemente delusa.
Il figlio di Francis Ford Coppola, nonché fratello di Sophia, ci prova anche lui a fare un film.
Tra echi wesandersoniani, sosia di Scarlett Johansson, colori sgargianti, abbigliamento sixty e pure, dai sì, un accenno felliniano il glimpse inside the mind of Charles Swan III non convince più di tanto, forse per colpa di un Charlie Sheen tanto imbalsamato e tirato da sembrare Michael Douglas o Renato Zero, a seconda dell'inquadratura.
Sempre piacevoli Bill Murray e Jason Schwartzmann, qui in versione riccioluta e barbuta.

Però... però. A pochi giorni di stanza dalla visione non resta praticamente nulla. Si fa fatica a ricordare non dico un particolare che sia uno ma un nesso, uno spunto, un'idea.
Tutto si perde in qualche colore e qualche costume e molta grafica pubblicitaria retro.
Direi dunque che forse il lavoro migliore è quello posticcio, quello applicato, la forma che non è sostanza.
Intendiamoci, alcuni momenti sono carini ma manca un collante che dia un minimo di spessore alla storia.
Pensandoci bene Roman potrebbe migliorare e forse essere anche meglio di quella sorella dalle pretese intellettualoidi, se non altro è riuscito quasi a regalarci un finale positivo e con un briciolo di speranza ma la realtà è che Charlie Swan è un bel pacchetto di una scatola vuota.

Abbinamento cinematografica si recuperi la trilogia wesandersoniana partendo dai Tennenbaum passando per Le avventure acquatiche di Steve Zissou per arrivare al treno per Darjeeling con cui questo blog ha prestigiosamente iniziato a recensire.

martedì 25 giugno 2013

Now You See Me - I maghi del crimine

  • Lunedì 24 giugno 2013
  • Anteprima Universal ore 20.30
  • col Ballestrero, again!

Sfrontato e divertente, con un cast svariato e variegato su cui spiccano Jesse Eisenberg con un ruolo molto più simpatico di Mr. Facebook e Woody Harrelson sfacciato come non mai.
Ad aggiungere lustro i due grandi vecchi Michael Cain e l'onnipresente Morgan Freeeman, che probabilmente è l'uomo più ricco di Hollywood, visto che lo appongono come un sigillo a praticamente ogni produzione.
I maghi del crimine offrono uno spettacolo di tutto rispetto, grandioso, piroettante, due ore di fuochi di artificio cinematografici senza sosta in cui si passa dal sorriso, alla sorpresa, alla risata in compagnia di una stuzzicante curiosità....
Impossibile per noi raccapezzarsi, capire o sospettare lontanamente quale sarebbe stato il finale, che ci ha lasciato veramente soddisfatti e contenti, perché ogni tanto è anche bello lasciarsi sorprendere.
Una bella sopresa, in tutti i sensi, che il trailer non lasciava presagire minimamente, facendo pensare più ad un turbinio caciarone di poca sostanza. E invece no! Se volete passare una bella serata al cinema con uno spettacolo e una bella storia, andate senza indugio.
La storia non la racconto perché vale la pena andare a scatola chiusa per piombarci dentro senza preavviso. Se vo lo dico io potete andare sul sicuro!

"Ma insomma questo film è perfetto? Non ha difetti? Come è possibile? ...proprio tu che sei sempre spietata nei tuoi giudizi..."

Va bene se proprio devo fare le pulci ai Maghi del crimine dirò che mi sarebbe piaciuto un po' di più di approfondimento dei personaggi ma solo perché erano talmente simpatici che ne volevi di più!
Per il resto.. ad avercene di film così!


Abbinamento mangereccio con una piccola sala da tè in zona Alberone. Fiorditè in Via Raffaele de Cesare, 89 dove è anche possibile gustare buoni dolcetti e acquistare a prezzi onesti teiere e tazze deliziose, oltre che il pregevole infuso.
Il Ballestrero che è fine uomo di mondo ci ha comprato un ottimo tè al gelsomino che poi mi ha regalato e che mi sto centellinando con gusto!


domenica 23 giugno 2013

Star Trek into darkness

  • Sabato 22 giugno 2013 - Cinema The Space, spettacolo delle 19.00

Un ritorno al cinema in grande stile per il Cinefilante e il fido Ballestrero che, in un quieto sabato di giugno, si recano al The Space di Piazza della Repubblica altrimenti detta Piazza Esedra.
Non senza una piccola sosta alla gelateria dei Gracchi per un cono pistacchio e nocciola che allieta e conforta.
In due 23 euri di biglietto compresi gli occhialetti per il 3D.

Sala 1 con un pubblico eterogeneo compresi vari ultra settantenni alla mia sinistra che si sono lamentati tutto il tempo "ancora dura?", "ma quando finisce?".
No, dico... ma perché ci siete venuti?

Inforco gli occhialini e subito mi avvince la prima scena con un'aliena foresta rossa che rapisce e stupisce. Poi L'Enterprise che sorge dalle acque, grande emozione, nostalgia dello spazio, sicuramente vissuto in qualche dimensione parallela, vita precedente o futura, ed evocato dalla magia delle immagini sullo schermo.
Sì, non mi va giù la faccia da scemotto del capitano Kirk, scelto per piacere a teen-agers che godono con Britney bitch, però Zachary Quinto è uno Spack pefetto, Simon Pegg col suo alieno me li porterei a casa entrambi e il cattivo Benedict Cumberbatch è immenso.
Il cast in generale è diretto in maniera ineccepibile e J.J. (penso di poterlo chiamare affettuosamente per nome visto che lo tratto come uno di famiglia, a cui si perdonano anche passi falsi e strafalcioni) si conferma un talento della fantascienza. Un capitolo della saga notevolmente migliore del primo e che non ti lascia un secondo per respirare. Due ore di azione sostenute da storia, dialoghi ed emozioni.
Il 3D una volta tanto non scurisce e le immagine sono restituite in maniera eccelsa alla visione.
Alla fine grande riconoscenza per Gene Roddenberry, per aver saputo intravedere un universo più grande di quello di cui siamo consapevoli ora e per essere stato fonte di ispirazione e di integrazione in un tempo in cui ancora non se ne parlava neppure.
Aspetto il prossimo episodio con fiducia. Lunga vita e prosperità.

Entusiasti della visione e affamati ci siamo recato da O' sole e Napule, pregevole pizzeria in quel di Centocelle. Per due mozzarelle in carrozza, un fiore di zucca, due crocchette di patate, un supplì, una bottiglia d'acqua, una lattina di coca cola, due pizze e pure una fetta di torta caprese un totale di 20 euri. Tutto ottimo e gustoso.
O' sole 'e Napue,  Via Olevano Romano, 67  - 00171 Roma tel 062593617


lunedì 10 giugno 2013

Divagatia magna: Varie ed eventuali





Poi ci si chiede perché non aggiorno più così spesso il blog.

Ne vogliamo parlare?

Stoker: una cagata estetizzante da evitare

Tutti pazzi per Rose: carino ma insipido e ai limiti della sopportabilità.

Gli aristogatti/Il libro della giungla: li avrei già visti, anni or sono.

L'esorcista: ancora? Visto pure lui. Non so, dico, fate anche riuscire Blade Runner dato che ci siamo.

Sorrentino: è come una pizzeria dove sai che la pizza ti tornerà su tutta la notte. Lo conosco, lo evito.
Ma la colpa è mia, del mio stomaco delicato.

Paulette: l'erba di Grace versione francese. "è più cattivo però eh!".
Oserei: esticazzi? A me manco l'erba di Grace m'era piaciuto.

L'uomo d'acciaio: cioè, veramente, basta.

Poi ci sono gli horroretti da quattro soldi che escono a ripetizione, non li calcolo proprio.

Cinema italiano che rifà l'horroretto da quattro soldi: peggio me sento.

Resto in attesa, magari non mi deluderà Quando meno te lo aspetti, staremo a vedere.



venerdì 26 aprile 2013

Effetti collaterali


  • Martedì 16 aprile 2013, Anteprima Cinema Barberini nell'omonima piazza
La sopravvalutazione di Steve Soderbergh  ebbe inizio con Sesso, bugie e videotape un filmetto da quattro soldi che incoraggiò non poco la pratica del porno amatoriale.
Più intuitivo come produttore che come regista, il nostro Steve questa volta si cimenta in un film decisamente convenzionale, un thriller che si dipana tra psicofarmaci, case farmaceutiche, omicidio, accuse e difese, verità e menzogna, ricatti eccetera eccetera, insomma un bel cocktail di ingredienti ben distribuiti e abbondantemente conditi con tensione e vari colpi di scena.
La vicenda è per lo più costruita sull protagonista  Rooney Mara, giovane attrice  capace di alternare con una naturalezza sorprendente, nello stesso personaggio,  momenti da donna fatale ed altri da fragile creatura. Gli altri personaggi restano molto in secondo piano compresi l'opaco Jude Law e la stanca Catherine Zeta-Jones.
A qualche giorno di distanza dalla visione poi Channing Tatum è bello che dimenticato, come se non ci fosse mai stato.
La storia si lascia seguire con un bell'andirivieni di dubbi e ribaltamenti, ampio respiro delle scene sebbene quasi tutte in interni. Se si vuole passare una serata di intrattenimento oserei dire raffinato il film si può anche guardare senza la minima riflessione sul pericolo degli psicofrmaci e sul loro dilagare negli Stati Uniti. Se invece ci si vuole soffermare si può anche prendere atto di come la nostra società stia inesorabilmente scivolando in un abisso senza fondo.
Ed ora qualche considerazione sparsa, che nulla toglie e nulla aggiungono alla visione:
  • La moglie di Jud Law nel film è una stronza micidiale. Io l'avrei cacciata a calci. Altroché.
  • Se Catherine Zeta Jones sta invecchiando così male secondo me la colpa è di Michael Douglas, che deve essere difficile vivere con lui.
  • Channing Tatum cià la faccia da scemo ma chi (uomo o donna) gli negherebbe una notte?


All'approssimarsi del mese di maggio vi suggerisco una visita presso La Tacita per la visita di uno dei roseti più belli che ci siano...









mercoledì 10 aprile 2013

Oblivion

  • Martedì 9 aprile 2013, ore 20.30 Anteprima romana al cinema Barberini dell'omonima piazza, Sala 1, la migliore: sedili molto comodi e audio notevole.


Oblivion finalmente...
Mi avvio in centro con fiducia, consapevole che Tom Cruise si è sempre saputo scegliere parti interessanti, dal remake di Vanilla Sky al dickiano Minority Report, lasciando trasparire una predilezione per quelle storie in cui la realtà non è mai quello che sembra.
Non fa eccezione questa megaproduzione il cui spunto parte da un soggetto dello stesso regista, questo Joseph Kosinski che alle spalle ha solo il sequel di Tron.
Io il nuovo Tron non l'ho visto ma mi punge vaghezza che forse varrebbe la pena recuperarlo perché il punto di vista di  Kosinski ha quel certo je ne sais quoi che fa ben sperare.
Il ragazzo ci sa fare, riesce a mantenere salda la presa sulla storia pur disseminando, con classe misurata,  una serie di concessioni al mainstreaming e confeziona un prodotto notevole.
Un bel filmone di fantascienza che non deluderà gli appassionati ma che eventualmente potrà anche far riflettere sulle nostre origini e addirittura le nostre credenze.
La storia comunque si evolve in maniera interessante e tiene sulla corda per tutte le due ore e mezza di durata senza cali di tensione. Le immagini suggestive, le panoramiche del pianeta devastato ma sempre bellissimo meritano la visione sul grande schermo.
Bella cura delle ambientazioni nelle quali si muovono pochissimi personaggi, un Tom Cruise sul quale cominciano a vedersi i segni dell'età ma tutto sommato è anche meglio, l'immancabile cammeo di Morgan Freeman, Melissa Leo che si vede solo attraverso un monitor, la statuaria ex Bond girl Olga Kurylenko, la camaleontica Andrea Risebourough e, me lo sono tenuto per ultimo, Nicolaj Coster-Waldau che sembra arrivato direttamente dal set di Games of Thrones, dove interpreta il mitico Jaime Lannister, anche qui bello e antipatico.
Oblivion nel complesso è un bel film!
Dicevo... Oblivion finalmente, aspettative confermate, da vedere!

Abbinamento mangereccio con la Pasticceria Perle di Via Appia 1220 (Capannelle) tel 06.45421748. Andate con fiducia che è veramente superlativa, i prezzi sono ottimi e la goduria del palato ai massimi livelli!

lunedì 1 aprile 2013

Dans la maison




Dans la maison è l'opera compiuta, il raggiungimento della maturità, il fiore all'occhiello di Francois Ozon, un autore che fino ad ora aveva costellato il suo percorso di film notevoli ma anche di altri leggeri come una piuma, carucci ma non da restare scolpiti nelle tavole di pietra.
La pièce teatrale di Juan Mayorga Il ragazzo dell'ultimo banco,  fornisce ad Ozon un ricco tessuto su cui lavorare e il binomio dei due enfant-prodige, spagnolo e francese, restituisce allo spettatore uno di quei momenti di perfezione che solo raramente si manifestano, come benedizioni divine su sconfortanti panorami di desolazione hollywoddiana.
A volerne parlare si potrebbero passare giorni, anche solo per lo spessore dei personaggi con più strati di un millefoglie, e poi c'è la struttura caledoscopica, che rende vibrante ogni sfaccettatura e cambia secondo lo sguardo.
Il perno attorno al quale ruota la vicenda è la composizione scritta di uno studente e i cui effetti avranno conseguenze inaspettate. Il gioco al massacro è sempre sul filo del rasoio, i ruoli continuamente sovvertiti e la messa in scena ammaliante si muove sulle punte.
I protagonisti sono perfetti, e se su Fabrice Luchine non si può dire nulla che il resto del mondo non abbia già detto, perfetto e magnificente la sua maschera di uomo comune,  almeno sul ragazzo Ernst Umhauer si può osare predire un grande futuro di attore. Notevoli anche le interpretazioni femminili, imprescindibili sebbene relegate a ruoli minori, della francesizzata Kristin Scott-Thomas e della signora Polansky, Emmanuelle Seigner.
Decisamente da vedere.

Apertura della pasticceria Nobel in Via di Valle Vermiglio, 23 tel 068106335 in zona Montesacro. Per chi non la conoscesse stiamo parlando di una delle migliori pasticcerie siciliane a Roma, con delle tortine setteveli da svenire e arancini fritti sul momento, tanto per citare due delle specialità! 
Purtroppo a nemmeno un anno dall'apertura tragico cambio di gestione :-(