Serie TV in 10 episodi
Nel 1973 avevo 7 anni e fu sconvolgente quando a Paul Getty III, rapito a Roma, tagliarono un orecchio per convincere i parenti a pagare il riscatto.
Ero veramente piccola ma questa cosa me la ricordo bene, così come ricordo che nello stesso periodo si parlava di Uri Geller, che con la forza del pensiero piegava i cucchiaini.
Quanti pomeriggi passati esercitandosi, ma niente, il cucchiaino non si piegava mai.
La storia dell'orecchio però fu veramente brutta e rimase uno dei primi fatti di cronaca che mi colpirono.
Insomma avendo seguito la vicenda, quando nelle vite di tutti noi entrò the Internet, oltre a cercare che fine avesse fatto Adam Rich (il Nicholas Bradford dell'omonima famiglia), cercai anche Paul Getty III, ed ebbi un'amara sorpresa.
La serie inzia alla grande, tra frizzi e lazzi il primo pensiero, ormai ricorrente, è come ormai le serie Tv gli facciano una pippa al Cinema.
Alla regia Danny Boyle al quale poi si avvicendano altri colleghi, tra cui Emanuele Crialese.
Osteggiata dagli eredi Getty che non hanno apprezzato il taglio della storia, Trust è comunque andata in porto. Lo sceneggiatore, Simon Beaufoy infatti accredita la teoria in cui Paul Getty III stesso sia stato, inizialmente, l'organizzatore del suo rapimento, per estorcere soldi al nonno tirchissimo.
Veramente molto belle le scene romane, capaci di restituire la luce di quegli anni, ricostruzioni meravigliose degli anni Settanta che fanno viaggiare nel tempo.
Coraggiosa la scelta di lasciare in dialetto calabrese originale (quasi un intero episodio) così come le numerose parti in italiano.
Il cast è altisonante, su tutti svetta il grande vecchio, Donald Sutherland, eccezionale in una parte veramente antipatica.
Largo spazio agli italiani con Battiston e Luca Marinelli, che porta in trasferta lo Zingaro, in Calabria,
Curioso il taglio della sceneggiatura, decisamente inedito, forse non del tutto convincente ma affascinante per i cambiamenti di registro, con un ultimo episodio mockumentaristico, del tutto evitabile, presentato da Brendam Fraser.
Ecco, Brendam Fraser dovrebbe farci riflettere su come la vita passa in fretta.
Con un esordio nei primi anni Novanta in cui era davvero un bel ragazzone, impreziosito da occhioni chiari e pettorali nel miglior Shwarzeneger style, ma con un espressione del viso che sembrva dire "No, non sono un membro della MENSA", ebbe l'occasione di fare un grande salto e interpretare Demoni e Dei, con il meraviglioso SIr Ian McKellen. E poi eccolo...
Lo ritroviamo in Trust, sempre con quell'espressione "No, non sono un membro dela MENSA" al quale però si è reso necessario aggiungere "Però me so' magnato tutta la mensa!".
Insomma, dicevo dell'amara sorpresa, in questo ultimo episodio è lui che ci invita ad andare su Google per cercare che fine abbia fatto little Paul.
E io ve lo svelo poiché è realtà, non spoiler.
A soli 25 anni Paul Getty III a causa di un cocktail di droghe viene colpito da un ictus che lo lascia quasi completamente paralizzato, cieco e incapace di esprimersi. Costretto su una sedia a rotelle fino alla morte avvenuta nel 2011. Anche i ricchi piangono.
Pare che la FX stia pensando ad una seconda stagione di Trust, sull'inizio della fortuna del Paul Getty I e, forse, sul perché sia diventato un essere totalmente privo di umanità. Staremo a vedere!
Abbinamento mangereccio con una gelateria aperta da pochissimo ma che già fa parlare di sé per il suo gelato eccezionale La riserva della neve, a piazzale Clodio angolo via della Giuliana, esattamente Circonvallazine Clodia, 36. Irrinunciabile, uno dei migliori gelati di Roma.
Nel 1973 avevo 7 anni e fu sconvolgente quando a Paul Getty III, rapito a Roma, tagliarono un orecchio per convincere i parenti a pagare il riscatto.
Ero veramente piccola ma questa cosa me la ricordo bene, così come ricordo che nello stesso periodo si parlava di Uri Geller, che con la forza del pensiero piegava i cucchiaini.
Quanti pomeriggi passati esercitandosi, ma niente, il cucchiaino non si piegava mai.
La storia dell'orecchio però fu veramente brutta e rimase uno dei primi fatti di cronaca che mi colpirono.
Insomma avendo seguito la vicenda, quando nelle vite di tutti noi entrò the Internet, oltre a cercare che fine avesse fatto Adam Rich (il Nicholas Bradford dell'omonima famiglia), cercai anche Paul Getty III, ed ebbi un'amara sorpresa.
La serie inzia alla grande, tra frizzi e lazzi il primo pensiero, ormai ricorrente, è come ormai le serie Tv gli facciano una pippa al Cinema.
Alla regia Danny Boyle al quale poi si avvicendano altri colleghi, tra cui Emanuele Crialese.
Osteggiata dagli eredi Getty che non hanno apprezzato il taglio della storia, Trust è comunque andata in porto. Lo sceneggiatore, Simon Beaufoy infatti accredita la teoria in cui Paul Getty III stesso sia stato, inizialmente, l'organizzatore del suo rapimento, per estorcere soldi al nonno tirchissimo.
Veramente molto belle le scene romane, capaci di restituire la luce di quegli anni, ricostruzioni meravigliose degli anni Settanta che fanno viaggiare nel tempo.
Coraggiosa la scelta di lasciare in dialetto calabrese originale (quasi un intero episodio) così come le numerose parti in italiano.
Il cast è altisonante, su tutti svetta il grande vecchio, Donald Sutherland, eccezionale in una parte veramente antipatica.
Largo spazio agli italiani con Battiston e Luca Marinelli, che porta in trasferta lo Zingaro, in Calabria,
Curioso il taglio della sceneggiatura, decisamente inedito, forse non del tutto convincente ma affascinante per i cambiamenti di registro, con un ultimo episodio mockumentaristico, del tutto evitabile, presentato da Brendam Fraser.
Ecco, Brendam Fraser dovrebbe farci riflettere su come la vita passa in fretta.
Con un esordio nei primi anni Novanta in cui era davvero un bel ragazzone, impreziosito da occhioni chiari e pettorali nel miglior Shwarzeneger style, ma con un espressione del viso che sembrva dire "No, non sono un membro della MENSA", ebbe l'occasione di fare un grande salto e interpretare Demoni e Dei, con il meraviglioso SIr Ian McKellen. E poi eccolo...
Lo ritroviamo in Trust, sempre con quell'espressione "No, non sono un membro dela MENSA" al quale però si è reso necessario aggiungere "Però me so' magnato tutta la mensa!".
Insomma, dicevo dell'amara sorpresa, in questo ultimo episodio è lui che ci invita ad andare su Google per cercare che fine abbia fatto little Paul.
E io ve lo svelo poiché è realtà, non spoiler.
A soli 25 anni Paul Getty III a causa di un cocktail di droghe viene colpito da un ictus che lo lascia quasi completamente paralizzato, cieco e incapace di esprimersi. Costretto su una sedia a rotelle fino alla morte avvenuta nel 2011. Anche i ricchi piangono.
Pare che la FX stia pensando ad una seconda stagione di Trust, sull'inizio della fortuna del Paul Getty I e, forse, sul perché sia diventato un essere totalmente privo di umanità. Staremo a vedere!
Abbinamento mangereccio con una gelateria aperta da pochissimo ma che già fa parlare di sé per il suo gelato eccezionale La riserva della neve, a piazzale Clodio angolo via della Giuliana, esattamente Circonvallazine Clodia, 36. Irrinunciabile, uno dei migliori gelati di Roma.
4 commenti:
Il bello del telefilm
è che può permettersi
i dialetti!
Mi accingo adesso a guardare
la prima puntata...
...non essendo il mio genere
di visioni...
...incrocio i pop-corn :)
05:09--- e sono già contento di sentire che in "So dove sono * i loro corpi" è "sepolti" :)
Bene! ;-)
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