giovedì 16 settembre 2021

Serre-moi fort

Serre moi fort 15 settembre 2021, ore 21.00

Villa Medici per il Film Festival

È sempre un gran piacere andare a Villa Medici, un pezzetto di Francia a Roma.

L’ultima volta c’ero andata per un incontro col mio pasticcere feticcio, Pierre Hermè, e ancora ricordo l’estasi di quei cioccolatini generosamente offerti. Adoro Pierre.

Ieri invece l’occasione è l’ultimo film di di Mathieu Almaric.

Ovviamente acquisto i biglietti a scatola chiusa, anche perché ci sarà lui in persona a presentare la sua opera.

Ci vediamo a piazza di Spagna, che è già un bell’incontrarsi.

Ci vediamo nel senso di io e Alessandro, non io e Mathieu.

Mi dice: “Ho portato qualcosa da sgranocchiare durante il film”. Non ci penso più di tanto, di cosa si potrebbe trattare del resto? Un pacchetto di patatine? Forse un mix di frutta secca, insomma va bene, ok, whatever.

Saliamo la scalinata, che voglio dire, è sempre un bel salire. Prima della proiezione ci godiamo anche la mostra Toiletpaper & Martin Parr. Alcune cose decisamente interessanti, altre meno, però la cosa buona è che a meo di 24 ore dalla visione, mantengo il ricordo, come se avessero attecchito idee e colori. Poi comunque sempre bello, nei giardini della villa, di notte.

Prendiamo finalmente posto nella platea all’aperto e dopo i ringraziamenti a chiunque abbia mai calcato il suolo del pianeta terra, arriva Mathieu Almaric, emozionato come un bambino alla sua prima recita scolastica. Delizioso, da prenderlo e portarselo a casa, per una delicatezza nel porsi enell'esprimersi. Scende una pioggerella fina fina, un po’ indecisa sul da farsi e Mathieu poeticamente dice “In questo film ci sono tante lacrime… è naturale che sia arrivata un po’ di pioggia…”.

Il film è bello, non per tutti, molto onirico, vivo e sofferente, un film francese molto francese.
Per qualcuno questo è sinonimo di mazzate da baseball sur le cuilles mais pour moi ça veut dire l’art, la beauté. Ragazzi… a ognuno il suo.


La visione procede lentamente, ammaliante e quando ormai quasi non ci pensavo più, Alessandro tira fuori un pacchetto “Ho comprato queste arachidi al wasabi..”.
Lì per lì resto interdetta, al buio intravedo un colore indefinito, sembra blu come la pillola di Matrix ma poi realizzo che è verde. Bah, dai proviamo.
E niente… scatta la follia, la fantascienza si materializza a Villa Medici.
Scopro che le arachidi al wasabi sono una droga potentissima. Ne mangi una e, mentre stai ancora cercando di capire se ti piacciono o no, ti sale una botta al cervello che ti viene da urlare “Oddioooo, oddiooooo… è troppoooo! Aiutooooo! Basta, basta, basta…. Cazzoooooooo!”.
Non hai ancora finito di urlare mentalmente tutto ciò, che già hai riaffondato le ditine nel pacchetto. “Alessandro… Cazzo che botta! Mi è salita fino al cervello!”… 

“Pazzesche… mh… mh…” e ne prende un’altra manciata dal pacchetto… “Oddio…. Oddio…”

“Che c’è?” faccio io.

“Mi è salita la botta in testa pure a me!”

Cominciamo una sperimentazione e comprendiamo in due nanosecondi, anche se probabilmente è una sensazione di tempo accelerato causata dalla sostanza, che ogni quattro o cinque arachidi, ce n’è una micidiale, che ti fa uscire dal corpo, passando per il naso e la testa.
Continuiamo imperterriti a mandar giù i pregevoli stuzzichini.
Io “Certo che se offri queste ad un aperitivo, fai veramente un gran figurone…”.

Non so, dopo circa almeno trenta o quaranta arachidi al wasabi siamo completamente fatti ma appagati.
Nel frattempo la pioggia si è decisa e si organizza copiosa sopra le nostre teste.
A noi non ce ne frega niente perché siamo imbottiti, praicamente ripieni di arachidi al wasabi.

Alessandro tira fuori un altro pacchetto…
Una scatolina di Grezzo con delle praline pazzesche, una delizia solo per veri intenditori, per chi ha un palato raffinato, chi sa scegliere, chi sa godere della vita, insomma una cosa fatta apposta per noi.
Il sapore pieno del cioccolato crudo esplode in bocca, coccola il palato, si espande in onde di gusto concentriche che si moltiplicano in sublimi sensazioni.
Caso vuole, ma esiste il caso? Che l’ultima pralina sia al wasabi.
Alessandro commenta “È giusto… È come se così si chiudesse così un cerchio…”.

Sì, è vero, del film non è che sto parlando molto, lo so.
Il problema nasce dal non voler spoilerare e nel caso di Serre-moi fort, il rischio è fortissimo.
Sotto la pioggia ormai battente attendiamo il finale.
Commentiamo che il film è molto bello, poi commentiamo pure noi stessi.
“Solo noi potevamo restare sotto la pioggia (io sembravo appena uscita dalla doccia)….”.
“Ma come è stata interessante la mostra…”,
“Ma che bello venire di sera a Villa Medici…”,
“Che serata magnifica, da ricordare!”.

Tornando a casa separatamente, ci messaggiamo su whatsapp “Ripetiamo presto!”.
Sì, rispondo io, con una vena di malinconia, "Ma sarà veramente difficile trovare qualcosa che possa superare le arachidi al wasabi…"

 

Con cosa abbino? Indovinate un po'? andate tutti a comprarvi le arachidi al wasabi!

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