- Domenica 14 novembre 2021
- Cinema Odeon, sala 3, in ultima fila, spettacolo delle 16
I film della Marvel sono un cumulo di effetti speciali e di scene di combattimento, Eternals però ha un grande pregio, inizia con Time dei Pink Floyd e io mi sento a casa.
Ci sono questi "eterni" che sono stati mandati sulla terra svariati migliaia di anni fa per combattere dei mostri che sono un mix tra Alien, Predator e i draghi di Game of Thrones.
I produttori quando hanno visto che i mostri ricordavano i draghi hanno deciso di scritturare Kit Harington e Richard Madden, per fare pendant.
Kit Harington lo amano tutti alla follia (in questo "tutti" sono inclusi proprio tutti, uomini, donne e quella sigla lunghissima di transgeneri, indecisi e quant'altro, che sentono il profondo bisogno di identificarsi attraverso i loro gusti sessuali), tutto ciò per dire che secondo me è un ragazzo normalissimo, caruccetto, che se però gli togli la barbetta fashion e il capello un po' lungo, lo confondi con altri cento.
Diciamola tutta questa moda della barbetta è andata oltre e, fatevene una ragione, non basta una barba a rendere un uomo fico, se fico non è.
Discorso diverso per Richard Madden che è veramente un bel vedere.
Comunque sia...
Io quello che ho trovato davvero affascinante è la nuova cosmogonia scritta dalla Marvel.
Un po' come prendere la storia dell'universo e dare la propria versione dei fatti, per poi scoprire che quello che credevi essere giusto potrebbe essere sbagliato e dopo cambiare ancora idea.
In effetti la visione di Eternals ti lascia un po' in sospeso su cosa sia giusto o sbagliato, su chi siano i buoni e chi siano i cattivi o se in effetti si possa mettere la cosa in questi termini quando si parla di massimi sistemi.
Quello che è certo è che dietro alle scene magnifiche e roboanti la storia non lascia delusi, sebbene il film finisca tronco e monco e rimandi ad un secondo episodio al quale probabilmente ne seguiranno molti altri.
Di base c'è un "dio" che crea pianeti come incubatori di altri dii. Quando un nuovo dio nasce, al pari di un pulcino che sbrega il guscio dell'uovo di gallina, sfonda il pianeta, in questo caso, la nostra madre terra. E gli Eternals dopo tanti millenni si sono affezionati a questi esseri inconsapevoli che siamo noi, non gli sembra troppo giusto farci fare questa finaccia. Eppure questo nuovo dio poi creerebbe migliaia di nuovi mondi... Insomma piuttosto confusi sul da farsi danno inizio ad una lotta intestina in cui il sospetto, il tradimento e l'omicidio si snoccioleranno con grande disinvoltura.
Scopriranno cose sulla loro origine e natura che rimetteranno in discussione ogni loro azione...
Essendo passato quasi un mese dalla visione, devo dire che i personaggi già non me li ricordo più troppo bene ma certamente avevano fatto una scelta multietnica molto specifica, come dettato dalle linee guida della fantascienza inclusiva dello Star Trek originario.
Leggermente troppo lungo, nella durata ormai prediletta da tante produzioni, delle due ore e quaranta, la visione, passate le due ore, fa nascere una serie di dubbi atavici quali "finirà mai?", "se il film dura in eterno, forse anch'io sono diventata un'eternal?", "quando uscirò dal cinema c'è la possibilità che ci siano dei mostri?", "che mi posso mangiare stasera?". A quest'ultima domanda la risposta è eternamente PIZZA.
Poi Eternals finisce, però essendo un film della Marvel bisogna rimanere. Alcuni ancora non l'hanno capito, si alzano e se ne vanno, invece no, bisogna restare perché dopo dieci minuti di titoli di coda, eternals anch'essi, c'è la scena che anticipa il seguito.
Ovviamente il secondo episodio non me lo perderò, nella speranza che sia magnifico come lo fu il seguito de "I guardiani della galassia", che ancora non ho deciso se sia stato più bello il primo o il secondo.
Dunque Eternals consigliato a tutti gli amanti della fantascienza e della Marvel ma niente bambini troppo piccoli, diciamo dagli 11 anni in poi.
2 commenti:
Guarda, posso serenamente attendere in eternals che lo passino a Netflix. ;)
Ma certo! Però perché negarsi la magia del grande schermo, quando ne vale la pena?
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