- 9 gennaio 2022, Cinema Uci Porta di Roma, spettacolo delle 18.15, però inizia dopo circa venti minuti di esasperante pubblicità.
- Sala Imax, in fondo a sinistra
OK, Matrix Resurrection. E iniziamo bene questo 2022, cazzo!
Scegliere di vederlo in una sala Imax, vuol dire non solo che si vede bene, ma che si vede bene bene bene e si sente anche meglio.
Per soli 2 euro e 50 in più si è di fronte a un vero spettacolo e alla certezza che il cinema come luogo fisico abbia ancora qualcosa da offrire.
Come scrivevo in una recensione misteriosamente scomparsa del primo episodio, Matrix è il film perfetto e hanno dovuto concepire ben due sequel per rovinarlo.
Arriva però un nuovo capitolo che si spinge ancora più in là nel cercare di solleticare la coscienza, per chi la percepisce ancora.
Neo (che tragedia gli anni che passano) è un creatore di videogames, sotto psicofarmaci, semi imbalsamato e con lo sguardo assente, insomma sta una merda.
Ha inventato Matrix, un gioco pazzesco e amato da tuti. Si capisce che la trilogia del gioco è praticamente la trilogia dei film.
Lì per lì resto un po' male... Ma come?
Me la vogliono buttare sul videogame, con un Neo dalle pupille vitree? E invece no, i minuti passano in una sequela di ironia, di citazioni, di denuncia sociale, di grande presa per il culo. Il tutto è sovrastato da i soliti combattimenti e scariche di proiettili eppure questa volta Miss Wachowsky si spinge abbastanza in là nel mostrare la sua teoria sull'universo in cui viviamo e su come stiamo messi (male).
Dico subito che ci sono alcuni punti oscuri... Primo su tutti, perché Neo è di nuovo nella sua capsula, intubato e parassitato dalla matrix?
Avevo il progetto di riguardarmi i due sequel ma dopo dieci minuti mi sono addormentata in preda alla noia, quindi tant'è, decido che la Resurrection deve stare in piedi da sola con le sue gambe e, dai sì, ci riesce!
La domanda che mi hano fatto in molti è: "Ma vale la pena andarlo a vedere?".
La mia risposta è sì, senza dubbio.
E si potrà scegliere se guardare un film di fantascienza, realizzato con profusione di mezzi o se vedere la metafora delle nostre vite allo sbaraglio.
Sicuramente non si uscirà dalla sala con una necessità di cambiare qualcosa di sé ma, dio santissimo, quando mai un film ha cambiato qualcosa nelle nostre vite?
Ci sono comunque un sacco di momenti gustosi, il gatto deja-vu, gli esseri umani proiettili, l'amore che vince sull'oblio, i vestiti stupendamente sgargianti del "nuovo" Morpheus e i deliziosi programmi senzienti. Nel panorama di consueta nullità, anche solo questo vale la visione, quindi fare voi!
Abbinamento con un bel vivaio in via Topino, dove spesso la domenica organizzano anche un mercatino sfiziosissimo: Bambusa Garden, appunto in Via Topino, 13/A, tel. 068554955. Fateci un salto, anche solo per rinfrascare lo spirito!
PS Ho trovato la recensione perduta di Matrix e quindi la includo qui a futura memoria.
Matrix è un capolavoro e come tale va visto più volte,
comunque a scadenze regolari.
Cinematograficamente è uno spartiacque
così come per la musica fu "Video killed the radio stars", che ci
traghettò senza che nemmeno ce ne rendessimo conto negli anni Ottanta.
Ma la grandezza di Matrix
non è solo cinematografica bensì nella sua visione sociologica, di
inquietante sovrapponibilità a quella attuale. Il tutto con una
costruzione concentrica, come di gironi infernali, che ne consentono
diverse leggibilità a seconda di quanto si voglia vedere o capire.
In
matrix non ci sono sbavature, il prodotto è talmente perfetto che hanno
dovuto concepire ben due orribili sequel per cercare di offuscare il
valore di quest'opera.
E purtroppo ci sono riusciti, perché per la
maggioranza è difficilmente scindere l'uno dagli altri.
Ma noi stasera
ci accontentiamo del primo e unico Matrix, ci nutriamo dalla fonte e
non da chi ha vinto l'appalto per l'imbottigliamento delle acque, beviamo dalla sorgente avidamente, il film l'abbiamo visto svariate
volte ma stasera non ci lasciamo sfuggire una battuta e ogni cosa
sembra diversa, come se finalmente avesse fatto effetto la pillola del
colore giusto.
E quante belle situazioni, quante verità... come
quando, buttato lì nel dialogo, Morpheus spiega a Neo che alcuni sono
talmente legati a Matrix che anche sapendo cosa è realmente si
batterebbero per difenderla.
E quale interessante spunto il fatto che,
se sei schiavo di qualcuno o di qualcosa senza saperlo, non ci pensi
nemmeno a ribellarti.
E poi l'oracolo che ti dice solo ed
esclusivamente quello che ti vuoi sentire dire, perché sei solo tu che
puoi trovare in te stesso la verità e la volontà, perché
"l'importante non è conoscere il sentiero giusto, l'importante è
percorrerlo".
Piccole grandi squisitezze disseminate qua e là come se
già non fosse abbastanza epocale l'impresa di rinnovare l'immaginario
cinematografico attraverso un'iconografia destinata a sostituirsi per
sempre a quella passata e, per il momento, a quella futura.
Di fronte a
ciò non importa se Keanu Reeves è sempre un po' smorto o sottotono
rispetto al cinico gay di "My own private Idaho" (che mi rifiuto di
chiamare con l'orribile titolo italiano di Belli e Dannati), se
Carrie-Ann Moss è pure lei un po' freddina, quando del resto c'è
Lawrence Fishburne a compensare il tutto.
Insomma a 8 anni dalla sua
uscita Matrix rimane un caposaldo della fantascienza e del cinema e
non ci si crede che sia nato dalla mente dei frateli Wachowski. Voglio
dire... Sono gli stessi Bound, torbido inganno, un filmaccio che ha
l'unico pregio di avere come protagonista Gina Gershon.
Ma come è
possibile?
L'unica spiegazione è quella di un'illuminazione divina, che tre l'altro, tristemente, non si è più ripetuta...
2 commenti:
Certo dopo Eternals..perché non Matrix? ;)
Buono.... Stai buono su Matrix... :-D :-D
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