sabato 28 giugno 2025

Il Maestro e Margherita

Cinema Quattro fontane, giovedì 26 giugno 2025


 Arriviamo al cinema.
Alessandro si rivolge alla casssiera: "Vorrei due biglietti per..." ma io lo interrompo e dico "No.... non dirlo, vediamo se indovina!".
La cassiera non si degna nemmeno di studiarci, alza a malapena gli occhi e fa: "Il Maestro e Margherita?".
Ebbene sì e oltretutto in lingua originale, anzi in tre lingue originali, russo, tedesco e latino.

Non ho accettato a cuor leggero di andarlo a vedere, temevo l'usuale mattonata che spesso ci tocca quando ci imbarchiamo in qualcosa di dichiaratamente "d'essai", poi non avevo avuto nemmeno tempo di informarmi e mi ero fatta l'idea di un film in bianco e nero dai forti contrasti e con silenzi esasperanti.
Mi ero pure portata avanti col lavoro della recensione immaginando che per l'evento dell'uscita in sala, come gadget, consegnassero ai coraggiosi avventori due laterizi refrattari per, appunto, percuotrersi i testicoli. Va da sé che confesso la mia ignoranza, il libro non l'ho letto e nonostante questo avevo pure un'idea strampalata della storia. 

Bastano pochi fotogrammi per capire che il fascino, lo spessore e la densità delle immagini saranno solo una parte di un affascinante viaggio fantasmagorico. 

La ricostruzione di una Mosca degli anni Trenta mi catapulta in un'altra dimensione e sarà solo una delle tante che, in quasi tre ore di durata, si avvicenderanno. Da qui in poi non parlerò più di film ma di opera, un'opera che poteva essere pesantissima e che invece  si muove agilmente in un affascinante labirinto, capace di sorprendere ad ogni svolta.
Visivamente potente, ricca di un immaginario del tutto inconsueto, Il Maestro e Margherita ha un respiro universale e archetipico.

La storia per certi versi ha molte attinenze con la vicenda personale di Bucalkov, quella del suo paese, del comunismo e della censura che ha subìto ma come la mettiamo con i rimandi alla religione e alle dimensioni altre? E che gran guazzabuglio di linee narrative che si intersecano, si sovrappongono e si confondono come un balletto perfetto ma straniante. Quasi tre ore di immersione in un mondo sconosciuto di anime e personaggi e pure un gatto parlante. Nostalgico, dolente, grottesco, onirico, sentimentale, non risparmia nulla, anche se su tutto vince l'eterno struggimento degli amanti separati ingiustamente, come Candy Candy e Terence o gli indimenticabili Dominique e Gilles de' L'Amore e il Diavolo.

Usciamo dalla sala incantati per tanta bellezza, per la "sostanza" di cui ci siamo nutriti avidamente, una meravigliosa combinazione di letteratura e cinema che si fondono per trascendere il tempo e la realtà.

Ovviamente non si tratta di un film per tutti (in sala eravamo quattro gatti) ma si tratta definitivamente della visione (in tutti i sensi e significati) dell'anno!

Se poi pensate che sia troppo allora optate per il raffinatissimo Sotto le foglie di Francois Ozon. Un film che è un gioiello di sceneggiatura e dove la verità giace in ciò che non viene detto e che non viene mostrato.

Se poi anche Ozon vi sembra too much, che vi devo dire? C'è sempre il secondo episodio di Mission Impossible che è un bel vedere e intrattiene alla grande.

Però,  veramente, ogni tanto bisognerebbe concedersi il tempo e la volentà di farsi un regalo di qualità e il Maestro e Margherita è decisamente uno di quelli.

Abbinamento con La Menagere in via Mario de' Fiori, dove ogni dettaglio è ispirato dalla bellezza. un ristorante ma anche sala da tè, con fiori, oggetti e tessuti per una sosta raffinatissima in centro.

 



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